PRIMO MAGGIO DI CONTESTAZIONE CONTRO BORGHESIA E CAPITALISMO
Mentre scriviamo questo articolo le elezioni politiche devono ancora tenersi e quando questo articolo sarà pubblicato già si conosceranno i risultati ma qualunque parte politica raggiunga l’agognata meta di far appoggiare i grassi culi dei suoi adepti sulle poltrone delle stanze dei bottoni niente cambierà per i lavoratori. La borghesia succederà alla borghesia e come già l’accozzaglia di centrosinistra che li aveva preceduti anche questi portaborse del fondo monetario internazionale( si chiamino Partito delle Libertà o Partito Democratico) hanno cominciato a piangere durante la campagna elettorale sullo stato dell’economia, dei conti pubblici e dei buchi di bilancio preannunciando che certo, faranno qualche cosa per salari, pensioni e stato sociale ma purtroppo chi c’era prima non aveva governato bene. Quindi qualche sacrificio il popolo dovrà ancora farlo. E’ la favola che lavoratori e pensionati si sentono raccontare da una sessantina d’anni ma questa volta crediamo sia giunto il momento di rispondere in maniera adeguata a questi personaggi che chiedono sacrifici al popolo senza mai mettere in discussione i loro privilegi tanto che oramai si parla apertamente di loro come di una vera e propria casta. E la risposta più adeguata i lavoratori potrebbero e dovrebbero darla nel giorno del primo maggio, festa dei lavoratori. Sarebbe necessario però che questa giornata torni ad essere una giornata di lotta contro il capitale e la borghesia riprendendo appunto le sue caratteristiche di giornata di lotta che i burocrati dei sindacati di regime hanno trasformato in giornata di concerti e spettacoli con cantanti, comici ed attori ai quali non frega niente del mondo del lavoro.
Ecco quindi la necessità di ridare alla giornata del primo maggio la sua caratteristica di giornata di lotta dei lavoratori contro la borghesia ed il capitalismo. Secondo noi il primo maggio del 2008 deve rappresentare un momento decisivo ma comunque di passaggio nella lotta popolare contro lo stato demoborghese. Con questa lotta deve essere chiaro a tutte le forze antagoniste a questo sistema che il punto d’arrivo dovrà essere un cambiamento radicale nella conduzione politica ed economica dello stato. Il punto d’arrivo, secondo noi, deve essere la creazione di uno stato socialista e nazionale che non consenta più al capitalismo ed all’economia di calpestare la politica sociale e i diritti del mondo del lavoro. Più volte abbiamo ricordato che nelle nostra concezione politica dello stato c’è posto solo per un’ampia partecipazione dei lavoratori prima nelle gestione delle imprese e poi nella conduzione dello stato. La Socializzazione delle aziende e la nazionalizzazione di aziende parassitarie che sfruttano lo stato ed i lavoratori per i loro comodi sarà quindi un avvenimento normale.
Questo come abbiamo detto è il punto d’arrivo della lunga marcia che i lavoratori dovranno intraprendere per arrivare alla gestione della cosa pubblica ed a un cambiamento radicale nei rapporti fra capitale e lavoro ma il punto di passaggio più importante cui dovrà sottoporsi il popolo tutto è una lotta decisa contro leggi attualmente esistenti che rendono intollerabili le condizioni dei lavoratori. Abolizione della legge Biagi che istituzionalizza il precariato, abolizione del lavoro precario, abolizione del pacchetto Treu, abolizione degli accordi del 2007 sullo stato sociale, revisione in senso migliorativo dello Statuto dei lavoratori in quanto legge datata e figlia dei tempi nei quali venne promulgata, ministero del lavoro e altri ministeri sociali assegnati obbligatoriamente ai lavoratori. Questo dovrebbe essere un primo passaggio “riformista” cui i lavoratori devono obbligare il governo dello stato demoborghese, chiunque esso sia. In Argentina di fronte alla crisi economica senza eguali che ha colpito quella nazione e di fronte all’ingloriosa ritirata del capitalismo, le organizzazioni sindacali ( l’UGT peronista) ed i lavoratori non hanno esitato un solo momento a prendere in mano la situazione ed a risollevare la situazione sganciandosi dal dollaro e dicendo basta ai diktat del fondo monetario internazionale. Ed allora se i lavoratori ed il popolo sono stati capaci di fare questo in altri paesi e vista la palese incapacità di governare l’Italia da parte della borghesia noi diciamo che il governo della cosa pubblica deve decisamente passare al popolo ed ai lavoratori. Partendo da un’ economia cooperativistica in basso ed arrivando alla più ampia partecipazione finalmente si potrà rompere l’accerchiamento del capitalismo parassitario creando uno stato nazionale, popolare e socialista.
Avanti allora per un primo maggio di vera lotta per una vera alternativa allo stato delle multinazionali.
Fabio Pretto
aprile 2008
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