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  1. #151
    Adoro i piani ben riusciti!!
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    vabbè...come volevasi dimostrare Dantà....

  2. #152
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    INTERVISTA ESCLUSIVA AL MAGISTRATO Gratteri: meno garantismo per battere la ’ndrangheta

    Sabato il sostituto procuratore di Reggio Calabria sarà ospite del Festival èStoria di Gorizia
    La trasformazione della ’ndrangheta da mafia agropastorale a holding del crimine, Gratteri l’ha raccontata in due libri documentatissimi: «Fratelli di sangue», scritto in coppia con Antonio Nicaso, e «Il grande inganno. I falsi valori della ’ndrangheta», firmato insieme a Nicaso e Michele Borrelli. Entrambi i volumi sono stati pubblicati dall’editore Pellegrini.
    Della storia, delle strutture, delle ramificazioni in tutta Europa, e oltre, della ’ndrangheta, Nicola Gratteri parlerà al Festival èStoria di Gorizia. Sabato sarà ospite della manifestazione, alle 17 nella tenda Apih ai Giardini pubblici, insieme all’ex sindaco di Sinopoli, Domenico Luppino, che ha subito nove attentati in cinque anni per essersi opposto alla malavita calabrese. L’incontro sarà coordinato dal giornalista della Rai Stefano Mensurati.
    Nei giorni scorsi, il nome di Gratteri è stato spesso presente sulle pagine di cronaca dei quotidiani italiani. A fine aprile, infatti, una microspia è stata trovata in un ufficio della procura di Reggio Calabria di cui si serve abitualmente il sostituto procuratore. La scoperta è avvenuta nel corso di un’operazione di «bonifica» degli ambienti. E un’altra microspia è spuntata dalla libreria di Francesco Neri, il sostituto procuratore generale di Reggio Calabria. Lunedì quest’ultima notizia è stata smentita dal Procuratore generale Giovanni Marletta, ma confermata da altri magistrati. «Su questo, ovviamente, non posso dire niente», taglia corto al telefono Gratteri.
    Ma per capire davvero quanto forte, ricca, arrogante e diffusa in Europa, nelle Americhe, perfino in Australia, sia ormai la ’ndrangheta, bisogna ritornare alla strage di Duisburg. A quell’inferno di sangue scatenato a Ferragosto del 2007, quando sei italiani vennero uccisi con un colpo di pistola in testa nella città della Germania occidentale. Quattro erano dentro una Golf, altri due in un furgoncino Opel. Le sei vittime avevano appena festeggiato il diciottesimo compleanno di uno di loro. Erano le due del mattino, nella zona della stazione centrale, quando qualcuno ha visto scappare due uomini.
    Duisburg: una strage che rinnega lo stile della ’ndrangheta?
    «Infatti, io sono convinto che la strage di Duisburg sia stata un errore - precisa Nicola Gratteri -. La Storia insegna che, finora, la ’ndrangheta ha sempre cercato di mimetizzarsi, di fare meno rumore possibile. A differenza di Cosa Nostra. La sua filosofia è quella di trovare sempre un accordo, un accomodamento con le istituzioni. E poi, siccome di solito le procure, le polizie si muovono quando ci scappa il morto, meno cadaveri ci sono, meno controlli verranno effettuati».
    Lì di cadaveri ce n’erano addirittura sei...
    «Quello è il primo errore. E poi, il fatto che la strage sia avvenuta all’estero ha avuto ancora più risalto, costringendo le polizie d’Europa, e in particolare quella tedesca, a indagare sulla strage con ancora più sollecitudine».
    Sono finiti sotto i riflettori senza volerlo?
    «Sì, tanto che l’élite della ’ndrangheta, che ha investito milioni di euro all’estero, e in particolare in Germania, ha costretto i due gruppi di famiglie in lotta tra di loro a fare la pace. Io credo che una strage così non si dovrebbe più verificare».
    Perchè?
    «Perchè stragi così creano soltanto danni agli equilibrii economici della ’ndrangheta. Per dirla in maniera più chiara: finiscono per essere controproducenti per il loro giro di affari».
    Come sono diventati così forti?
    «Per decenni la ’ndrangheta è stata sottovalutata. E così, adesso, è diventata leader in Europa per quanto riguarda l’importazione di cocaina. Ha quasi il monopolio della polvere bianca che arriva dalla Colombia, dal Sudamerica».
    Tratta direttamente con i cartelli colombiani?
    «Mentre Cosa Nostra era impegnata a fare stragi, la ’ndrangheta sottovalutata, poco conosciuta, ha preso direttamente contatto con i cartelli che gestiscono il traffico di cocaina dalla Colombia. E pagandola con i soldi intascati dai sequestri di persona, ha cominciato a distribuirla in Europa. Insomma, si è fatta una fama di credibilità in giro per il mondo».
    Credibilità?
    «Sì, perchè ha una struttura familiare. Paga in contanti, finisce poco spesso sotto le luci della ribalta. Addirittura, la ’ndrangheta riesce a ottenere la cocaina dalla Colombia in conto vendita. Mentre Cosa Nostra, per averla, deve lasciare un uomo in ostaggio fino a quando non arriva il denaro».
    In Italia è presente in tutte le regioni, anche nel Friuli Venezia Giulia.
    «Questo non è niente. La ’ndrangheta, ormai, è presente in tutta Europa, in Australia, nell’America del Nord e del Sud. Sbaglia chi pensa che sia soltanto un problema italiano. Oggi, il problema principale di questa organizzazione è quello di mettere a frutto l’enorme ricchezza accumulata. Per questo si muove in tutto il mondo, acquistando, investendo».
    Fiction televisive, film, aiutano voi magistrati nella lotta contro le mafie?
    «Dipende da come sono fatti. Spesso, infatti, anziché raccontare quella che è la reale ferocia delle azioni criminali, e la forza impressionante delle mafie, le fiction e i film finiscono per inserire i criminali in un’atmosfera leggendaria. Così, in certi ambienti di cultura modesta e di modeste possibilità economiche, i mafiosi finiscono per trasformarsi in miti».
    Riusciremo mai a sconfiggere la criminalità organizzata?
    «Con questo sistema giudiziario non andiamo da nessuna parte. Senza modificare la Costituzione, bisognerebbe comunque cambiare il Codice penale, il Codice di procedura penale e l’ordinamento penitenziario. E non si creda che io ritenga giusto usare la violenza, perchè sono contrario anche a un semplice schiaffo dato alla persona che è sotto interrogatorio. A chi sta in carcere».
    Pessimista o ottimista?
    «Purtroppo pessimista. Oggi la ’ndrangheta è diventata molto più ricca e arrogante di un tempo. Al contrario lo Stato, negli ultimi dieci anni, è indietreggiato di molto. È diventato esageratamente garantista. No, lo ripeto: così non andiamo da nessuna parte». (14 maggio 2008)

    http://espresso.repubblica.it/dettag...heta/2025742/6

  3. #153
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    Citazione Originariamente Scritto da Sedizione Visualizza Messaggio
    ....nun l'avevo vista....
    nun ne avevi viste parecchie!!!

  4. #154
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    Citazione Originariamente Scritto da Sedizione Visualizza Messaggio
    vabbè...come voleva dimostrare Dantà....
    già!!!

  5. #155
    Adoro i piani ben riusciti!!
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    Citazione Originariamente Scritto da dantalian1976 Visualizza Messaggio
    già!!!

    mica c'ho il radar...

 

 
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