Giordano: non rinunciamo alla Costituente della Sinistra
Si ricomincia da tre. Da quel 3 per cento incassato alle ultime elezioni, dai quei tre milioni di voti persi. La sinistra italiana fa autocritica e parte da quei voti presi e dai quei voti persi. I primi sono la base da cui partire, i secondi sono il bacino da riconquistare. Nulla è scontato, ma bisogna mettersi al lavoro fin da subito. «Dobbiamo tenere in vita questo partito ma anche costruire un´ampia e moderna sinistra», dice un Franco Giordano che si commuove. Al Comitato politico nazionale del Prc il segretario dimissionario ha lancia la parola d'ordine del congresso straordinario, che si dovrà svolgere tra il 10 e il 13 luglio prossimi. «C'è stata una catastrofe, ma non possiamo e non dobbiamo abbandonare. Per questo dico no a forzature e a logiche di parte e chiedo che il Cpn dia vita a un comitato di gestione straordinario, eletto in modo proporzionale sulla base dei documenti che verranno presentati, poi si dia la parola ai militanti».
Per Giordano bisogna «ripartire da Rifondazione, ma non rinunciare a un processo costituente di unità a sinistra. L'ipotesi federativa della Sinistra Arcobaleno si è rivelata impraticabile e improduttiva di risultati». Nello stesso tempo, però, Giordano boccia l'ipotesi di «costituente comunista» annunciata da Oliviero Diliberto, perché sarebbe una «tragica regressione culturale e politica». L'applauso più forte della platea del "parlamentino" del Prc viene quando Giordano ringrazia Bertinotti per la sua «generosità e la passione» con cui ha dato vita all'impegno elettorale. Scontata la denuncia della svolta a destra con la vittoria di Berlusconi, e la denuncia della scelta del Pd per una «americanizzazione» della politica italiana.
Giordano ha ammonito: «Rifondazione può sopravvivere alla sconfitta elettorale ma non può sopravvivere ad una spirale di dissoluzione». Per questo ha invitato a «non fare forzature in nome di logiche di parte: decida la politica». Per Giordano infatti «non ci sono vincitori e vinti, questa sarebbe un'immagine grottesca. Siamo stati sconfitti tutti, qualsiasi posizione ricoprissimo: segreteria, governo, gruppi, partito». Il segretario dimissionario ha individuato tre ragioni della sconfitta elettorale della sinistra: «due oggettive: lo scarto tra le aspettative e i risultati molto deludenti del governo Prodi e l'utilizzo cinico e truffaldino del voto utile. C'è poi una ragione soggettiva, che sovrasta tutte le altre: la nostra inadeguatezza, l'incapacità di far valere un'ipotesi alternativa di società e l'insufficiente radicamento sociale, che ci hanno fatto percepire come un residuo». «Siamo stati come un fuscello nella tempesta», ha detto Giordano, che riconosce che «un´alternativa di società non può essere solo evocata, ma deve essere anche vissuta. Le modalità in cui siamo stati costretti a costruire in fretta e furia la Sinistra arcobaleno, ci hanno reso impossibile costruire qualcosa che fosse sentita dagli elettori come una loro casa comune». Ma Giordano avverte: «Se fossimo andati da soli, il risultato non sarebbe stato migliore. Anzi, la sirena del "voto utile" sarebbe stata ancora più allettante».
Al prossimo congresso del Prc si prevede però molta tensione. Tanto che Sandro Curzi si è già dimesso dal comitato politico nazionale non condividendo il clima da «resa dei conti» tra leader e fazioni del partito. Le minoranze interne al partito si preparano infatti a dar battaglia. Per il termine della discussione, previsto per domenica, si annuncia la presentazione di 4 documenti contrapposti: quello presentato dal segretario Giordano e sostenuto tra gli altri dal capogruppo uscente alla Camera, Gennaro Migliore, che avrà come principale avversario, impegnato a conquistare la maggioranza interna, il documento promosso dal ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, assieme alla componente di "Essere comunisti" di Claudio Grassi e a esponenti della ex maggioranza del partito come Ramon Mantovani. Ferrero punta a un rilancio del ruolo di Rifondazione comunista, anche nella futura costruzione di una sinistra unitaria e plurale. Ci saranno anche i documenti dell'area de "l'Ernesto", per un ritorno alla falce e martello simile a quanto proposto da Oliviero Diliberto, e quello dell'ultima piccola minoranza trotzkista del Prc, "Falce e martello" (dopo l´uscita di Marco Ferrando e della "Sinistra Critica" di Turigliatto e Flavia D´Angeli). I nodi dovranno essere sciolti dal prossimo congresso del partito convocato entro l'estate.
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