Originariamente Scritto da
ZENA
Riservandomi di rispondere a Frank con un pò più di calma e di tempo a disposizione, colgo l'occasione per un paio di veloci considerazioni. No, Bossi non è razzista: Bossi è un grande prestigiatore. In Lega di persone ne ho conosciute tante (non solo liguri visto che uno dei lati positivi che ha l'essere in Lega è viaggiare e partecipare a raduni, manifestazioni etc) e, per carità, con molte di loro sono amico al di là delle differenti riflessioni che abbiamo fatto sul movimento. Io ho parlato di razzismo DA CIRCO, col che intendo dire che la Lega non è affatto il KKK, ma un movimento che cavalca il timore popolare verso ciò che fuoriesce dagli schemi mentali e dalle consuetudini del padano 'tipo'. Tutto qui. Il gioco è semplice: l'opinione pubblica avverte un problema e la Lega individua la risposta attraverso un "nemico" da servire sul piatto alle masse. Laddove l'analista vede una rete di problemi complessa e difficile da interpretare, la Lega semplifica tutto e lascia sullo sfondo l'immagine nitidida di un avversario assolutamente chiaro. "Colpite lui - dice all'elettorato - e il problema è risolto".
Si veda il caso degli stupri: le statistiche rivelano che solo in minima parte si tratta di un problema legato alla clandestinità. E' un problema di psicologia sociale, di cultura, di educazione e di ricostruzione delle identità di genere che coinvolge senza 'se' e senza 'ma' la società italiana. Troppo difficile: meglio fermarsi al caso di due strupri compiuti da clandestini, la risposta elettoralmente migliore che si possa dare. Quella che permette alla società italiana di non mettersi in discussione, di non riconoscersi bisognosa di una profonda riflessione sul rapporto uomo-donna e di non sospettare che le ombre della violenza e della sopraffazione appartengono anche al 'tipo' bianco e cristiano. La Lega dice al suo elettorato quello che chiunque di noi vuole sentirsi dire: che noi siamo i 'buoni' e come tali abbiamo il diritto di mettere all'indice e colpire i 'cattivi', i diversi da noi.
Vedete bene che, ogni qualvolta un italiano commette un crimine, non lo si mette mai all'indice come italiano. Si va sempre a spulciare il suo stato di salute mentale e la sua storia personale. Il musulmano, invece, è fanatico perchè musulmano, il rumeno delinque perchè è rumeno e così via.
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