In una scuola a Napoli
«C'è gente che odia la camorra, io invece no, anzi a volte penso che senza la camorra non potremmo stare»
http://www.corriere.it/cronache/08_a...4f486ba6.shtml
NAPOLI - «La camorra ci protegge, e se qualcuno vuole farci male i clan ci difendono». Parole scritte, secondo quanto pubblica il quotidiano Il Mattino, in un tema in classe da una alunna di 13 anni della scuola «Salvo D'Acquisto» di Miano, periferia nord del capoluogo campano. «Quando esco - scrive un coetaneo - vedo nel mio quartiere grandi mappaglie di persone che spacciano, ma a noi della zona ci proteggono». Temi scritti nella stessa scuola in cui è stato realizzato un fotoromanzo anticamorra. «Nel mio quartiere vedo di tutto, come droga, spacciatori ecc., ma non mi spavento. Noi cittadini siamo abituati - scrive un terzo alunno - C'è gente che odia la camorra, io invece no, anzi a volte penso che senza la camorra non potremmo stare, perché ci protegge tutti, pure il fatto che che tutti pagano il pizzo non è giusto, ma chi paga resta protetto». «Se qualcuno di un'altra zona avesse l'intenzione di farci del male o di ricattarci - scrive ancora la tredicenne - loro ci difendono, ma se c'è tra loro una discussione non guardano in faccia proprio a nessuno e ci vanno di mezzo persone innocenti».
LA DROGA - Temi che mostrano, fra l'altro, una vera conoscenza del fenomeno: «La camorra a Miano c'è e noi la conosciamo bene - scrive un altro ragazzino - perché si svolge tutto davanti a noi, come per esempio a spacciare la droga che è una cosa che noi vediamo tutti i giorni. Molti ragazzi cominciano a spacciare a 13 anni, diventano più importanti, e una volta che ci sei entrato non ne esci più e se provi a uscirne vieni ucciso».
IL RETTORE - Padre Fabrizio Valletti, rettore gesuita della chiesa Santa Maria della Speranza di Scampia, commenta così questi temi: «Non mi meraviglia. Sono elaborati del vissuto giovanile. Il sistema criminale di cui parliamo fornisce risposte concrete, spesso garantisce stabilitá economica e punti di riferimento territoriali. Bisogna partire da queste analisi, per moltiplicare punti di aggregazione e centri di formazione permanenti nelle aree di periferia». L'istituto per la verità è lo stesso dove i ragazzi hanno realizzato un fotoromanzo anticamorra per dire no alla criminalità e alle violenze striscianti che spesso subiscono solo perché studiano nel quartiere.
21 aprile 2008
Del resto...
L’indice di penetrazione mafiosa (IPM)2.
Rapporto Eurispes 2008
La maglia nera del territorio provinciale più permeabile ai tentacoli della criminalità organizzata va alla provincia di Napoli, con un punteggio pari a 68,9. A seguire, la provincia di Reggio Calabria (60,4 punti), Palermo (41,9), Catanzaro (33 punti) e Bari (32,6). Preoccupante il posizionamento nell’IPM relativo al territorio calabrese: ben tre province si collocano nelle prime 8 posizioni. Il primato negativo di Napoli è dovuto principalmente ai reati assimilabili alle associazioni mafiose (ben 219,5 ogni 100.000 abitanti), ai 44 Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose dal 1991 al 2007 e agli atti di terrorismo pari a 218 dal 1999 al 2005.
Le regioni a rischio. Nel 2005, in Italia, si sono verificati 109 omicidi per motivi di mafia, camorra o ’ndrangheta. In Campania, se ne contano 67, ovvero il 61,5% del dato complessivo nazionale degli omicidi riconducibili alle guerre interne alle diverse organizzazioni criminali. A seguire la Calabria, la cui quota di omicidi è pari al 21,1% del totale nazionale (23 gli omicidi legati a motivi di ’ndrangheta). Infine la Sicilia e la Puglia rispettivamente con 11 e 7 omicidi. In generale, soltanto in queste quattro regioni si è consumata nel 2005 quasi la totalità degli omicidi legati alla mafia, mentre nel resto delle altre regioni la quota di tali delitti non supera l’1%.
2 Questo indicatore elaborato dall’Eurispes misura la permeabilità dei territori al crimine organizzato. È stato predisposto a questo scopo un sistema di attribuzione dei punteggi sulla base di alcuni indici che scaturiscono, come premesso, dalla valutazione oggettiva e, per lo più, quantitativa di alcune variabili socio-economiche che caratterizzano un’area territoriale (tasso di disoccupazione, reati commessi ed assimilabili alle associazioni mafiose, casi di Amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni mafiose, nonché atti di terrorismo politico e numero di intercettazioni effettuate).