Scontro sulla sicurezza. Maroni: «Sì alle ronde
dei cittadini». Di Pietro: «Sono incostituzionali»
ROMA (21 aprile) - Un sì alle ronde dei cittadini arriva dal ministro degli interni in pectore, il leghista Roberto Maroni. In un'intervista al Corriere della Sera, e poi a Radiouno, Maroni difende la scelta al fine di garantire la sicurezza dei cittadini. «Anche a Bologna le fanno. Certo, viste ai tg, quelle sembrano ronde buone, ma sono uguali alle nostre. Cofferati le ha di fatto legalizzate. Si fanno già da anni in diverse città. A Milano, per esempio, ci sono i City Angels».
Maroni chiarisce: «Non vogliamo militarizzare il territorio, ma controllarlo. Coinvolgendo le autonomie locali. Se la sinistra ci sta, bene. Altrimenti abbiamo i numeri per fare da soli». E sulla Bossi-Fini chiede «di attuarla con rigore, è un problema di applicazione ma la legge ha tutti gli strumenti adeguati per contrastare l'immigrazione clandestina, un tema sula quale Prodi ha perso e noi vinto».
Tutto questo, però, non significa rinunciare ai centri di accoglienza e permanenza. E se non hanno funzionato, ha sottolineato Maroni, è stato per la «cattiva applicazione» che si è fatta della legge. Questo, ha detto ancora, ha fatto sì che tra gli immigrati, comunitari e non, «si sia diffusa la convinzione che una volta arrivati in Italia si rimane, salvo casi sfortunati». «È dunque necessario - ha aggiunto Maroni - individuare meccanismi efficaci per respingere e rispedire nei paesi d'origine chi non ha i requisiti».
Il parlamentare ha parlato di «provvedimenti che saranno immediatamente applicabili» e per i quali se necessario si rinegozieranno le regole europee: «non possiamo diventare la terra del Bengodi, il ricettacolo dei criminali che vengono dai Paesi dell'est». Altrimenti, ha aggiunto «l'Unione europea diventa un'unione a perdere e non a vincere». Un altro punto importante secondo Maroni è la certezza della pena: «Troppo spesso è successo di vedere criminali rimessi in libertà per dei cavilli e questo crea sconcerto nelle forze dell'ordine e minore efficienza».
No al braccialetto. Maroni è nettamente contrario alla proposta del braccialetto elettronico volto a garantire la sicurezza delle donne fatta da Rutelli: «Non bisogna aggiungere violenza psicologica a chi è già troppo spesso vittima di violenza fisica». Casomai, ha precisato, «il braccialetto andrebbe messo ai criminali che escono dal carcere, per evitare che commettano nuovi reati». Per Maroni l'idea di Rutelli «fa un po' sorridere, anche se l'argomento non induce al sorriso» perché in realtà la «sicurezza si garantisce solo controllando i luoghi a rischio».
Ue, la replica della Bonino. Sulla possibilità di rinegoziare con l'Ue le regole sugli immigrati neo comunitari è intervenuta il ministro Emma Bonino che ha ricordato all'esponente della Lega come tutte le iniziative al momento dell'ingresso nella Ue della Romania siano state prese insieme al commissario europeo Franco Frattini (Pdl) : «Non è dicendo che la colpa è tutta del governo uscente che si affronta il problema».
Le quattro mosse di Fini. Il probabile presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha spiegato al Giornale le quattro mosse dello schieramento per garantire la sicurezza: Controllo del territorio che significa più uomini e mezzi per le forze dell'ordine; certezza della pena per chi delinque; incremento della lotta alla droga; procedere nella bonifica delle città e dei quartieri pieni di sbandati e immigrati giunti qui per delinquere. Per rendere operativo questo piano, Fini pensa che bisognerà inasprire la legge da lui fatta insieme a Bossi.
Di Pietro: ronde incostituzionali. Nettamente contrario alle ronde, il leader dell'Udc Antonio Di Pietro: «Se per ronde padane si intende solo chi segnala alla polizia come stanno le cose, questo lo faccio anche io quando sono in casa e, sentendo rumori sospetti, chiamo il 113. Se al contrario significa imbracciare il fucile e farsi giustizia da se, questo è evidentemente impossibile». Di Pietro ha poi attaccato il centrodestra sul tema della giustizia: «Coloro che ora invocano giustizia -sono i principali responsabili dello sfacelo della giustizia in Italia: cioè il governo di centrodestra che ha screditato i magistrati e usato la polizia solo per fini elettorali».
«Di Pietro non ha capito niente». «Di Pietro dimostra di non aver capito nulla del progetto della Lega Nord sul monitoraggio volontario del territorio». Giunge a stretto giro di posta la replica del sindaco leghista di Cittadella (Padova), Massimo Bitonci, noto per l'ordinanza anti-sbandati, ad Antonio Di Pietro sulla questione delle ronde, che l'esponente dell'Idv ritiene incostituzionali.
«La Lega ha sempre parlato di una azione preventiva e deterrente ai fini del controllo del territorio - precisa Bitonci - utilizzando il volontariato, come ad esempio i Carabinieri in congedo e le varie associazioni di ex combattenti, che, non armati, possono effettuare il monitoraggio per garantire ai nostri cittadini di girare tranquillamente nei parchi, nei giardini e in tutti i luoghi pubblici».
Il loro compito, ricorda l'esponente leghista, è solo quello di segnalare alle forze dell'ordine situazioni di pericolo per i cittadini. «Di Pietro forse non capisce che ognuno di noi può fare molto in questo campo - aggiunge - riappropriandosi degli spazi pubblici delle città, che molte volte abbandoniamo per paura».
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