Originariamente Scritto da
Giuseppe Gizzi
PER I REPUBBLICANI DI AD ARRIVA LA PURGA LA MALFA
Repubblica — 03 marzo 1994 pagina 7
ROMA - Quel che resta del Pri si prepara a espellere un pezzo della sua storia. Bruno Visentini, Libero Gualtieri, Giorgio Bogi e altri undici esponenti dell' edera sono stati deferiti al tribunale interno repubblicano perchè candidati alle elezioni sotto il simbolo Ad nell' area dei progressisti, contro la volontà di Giorgio La Malfa. La decisione, premessa d' una scissione, è di ieri mattina. Neanche troppo sofferta. Neanche troppo a sorpresa. Conseguenza quasi notarile d' un distacco già consolidato. Era nell' aria da quel tempestoso Consiglio nazionale di fine gennaio, quando il segretario aveva voluto contare il partito sulla sua improvvisa riconversione al centro (con Segni, Amato e Martinazzoli), contro i progressisti e contro la destra. In quell' assemblea La Malfa ottenne una affannosa maggioranza: 65 contro 59 contrari. Pubblicate le liste, ieri la decisione. La Direzione ha deferito ai probiviri tutti i repubblicani che, inizialmente incoraggiati dal segretario, avevano aderito ad Alleanza democratica. Tra i quattordici, oltre ai padri storici del Pri come Bruno Visentini, ci sono Libero Gualtieri (presidente della commissione stragi), Giorgio Bogi (reggente della segreteria nel periodo di autosospensione di La Malfa), lo storico Giovanni Ferrara, il costituzionalista Stefano Passigli, Anita Garibaldi. Entro un mese i probiviri dovrebbero valutare le diverse posizioni e decidere. E' probabile una sentenza all' indomani del voto. Ma sarà una scelta comunque "invalidabile", annuncia Gianni Ravaglia, unico della minoranza presente in Direzione: "perchè non sono valide le scelte di quest' organo e meno ancora quelle dell' ultimo Consiglio nazionale. In ogni caso siamo di fronte a un epilogo anacronistico e meschino". Il divorzio è consumato nella sua sede rituale. A piazza dei Caprettari, terzo piano di palazzo Lante, sala della Direzione. Un La Malfa scuro in volto, quasi sbrigativo, in una sala semivuota (meno della metà i presenti) annuncia la sua scelta, chiede un voto. Parla di quei repubblicani che "sono passati armi e bagagli in un altro schieramento: e io non ho nessun desiderio di riprenderli". Cita una frase dell' ex cancelliere tedesco Schmidt su quegli italiani che "applicano la legge penale per la parte che più gli conviene". Non è solo esaurita una stagione storica di rapporti e affinità, c' è anche concorrenza elettoriale. A Cesena, contro l' ex sindaco Pri, si candida per Ad Giuseppe Ayala il quale, non essendo iscritto al partito, non è stato deferito ai probiviri. La Malfa comunque gli manda a dire di "non montarsi la testa", ironizza sul suo assenteismo: "Chi avrà la fortuna d' incontrarlo", dice, "lo troverà anche simpatico". Rottura annunciata e prevista fra edera e quadrifoglio rosso. La componente repubblicana di Ad giudica un "atto di inutile violenza" l' espulsione di "una personalità come Visentini" e denuncia un vero "sconvolgimento politico della fisionomia del Pri". Provvedimento "assurdo" concorda Enrico Modigliani. Solidale (anche se non deferito). A Oscar Giannino che di La Malfa fu per sette anni fedele portavoce, per solidale protesta (non essendo in lista) non resta che "autodeferirsi". - g b Articoli correlati - ARCHIVIO DAL 1984PER I