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Discussione: Perle di sudditanza

  1. #21
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    Comunque Putin o non Putin(e visti i problemi finanziari ed energetici che colpiscono e colpiranno sempre di più i paesi europei il rapporto con la Russia di Putin dovrà essere sempre più stretto..piaccia o meno..) credo che la politica estera dei 5 anni di Governo Berlusconi sia stata l'unica cosa nella quale mi sono ritrovato. Certamente è stata migliore, dal mio punto di vista ovviamente, di quella dell'equivicinanza del duo Prodi-D'Alema.

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da G. Simoncelli Visualizza Messaggio
    Concordo pienamente con te Venom. Ma il problema di Berlusconi è lui stesso! E' lui che si sente il centro dell'universo e quindi tutto deve ruotare attorno a lui. Questa è la sua concezione dello Stato, che è molto pericolosa per le istituzioni, che nulla ha a che vedere con il repubblicanesimo e per questo va combattuta. Altri giri di parole non servono.
    Oggi se ne è uscito con un'altra a proposito del 25 aprile e dei caduti di Salò
    Fini da spesso l'idea di essere più antifascista di Berlusconi

  3. #23
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    Speriamo che la sua grande maggioranza, come l'altra volta, vada in frantumi.

  4. #24
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    Predefinito Tratto da Repubblica del 3 marzo 1994

    PER I REPUBBLICANI DI AD ARRIVA LA PURGA LA MALFA

    Repubblica — 03 marzo 1994 pagina 7

    ROMA - Quel che resta del Pri si prepara a espellere un pezzo della sua storia. Bruno Visentini, Libero Gualtieri, Giorgio Bogi e altri undici esponenti dell' edera sono stati deferiti al tribunale interno repubblicano perchè candidati alle elezioni sotto il simbolo Ad nell' area dei progressisti, contro la volontà di Giorgio La Malfa. La decisione, premessa d' una scissione, è di ieri mattina. Neanche troppo sofferta. Neanche troppo a sorpresa. Conseguenza quasi notarile d' un distacco già consolidato. Era nell' aria da quel tempestoso Consiglio nazionale di fine gennaio, quando il segretario aveva voluto contare il partito sulla sua improvvisa riconversione al centro (con Segni, Amato e Martinazzoli), contro i progressisti e contro la destra. In quell' assemblea La Malfa ottenne una affannosa maggioranza: 65 contro 59 contrari. Pubblicate le liste, ieri la decisione. La Direzione ha deferito ai probiviri tutti i repubblicani che, inizialmente incoraggiati dal segretario, avevano aderito ad Alleanza democratica. Tra i quattordici, oltre ai padri storici del Pri come Bruno Visentini, ci sono Libero Gualtieri (presidente della commissione stragi), Giorgio Bogi (reggente della segreteria nel periodo di autosospensione di La Malfa), lo storico Giovanni Ferrara, il costituzionalista Stefano Passigli, Anita Garibaldi. Entro un mese i probiviri dovrebbero valutare le diverse posizioni e decidere. E' probabile una sentenza all' indomani del voto. Ma sarà una scelta comunque "invalidabile", annuncia Gianni Ravaglia, unico della minoranza presente in Direzione: "perchè non sono valide le scelte di quest' organo e meno ancora quelle dell' ultimo Consiglio nazionale. In ogni caso siamo di fronte a un epilogo anacronistico e meschino". Il divorzio è consumato nella sua sede rituale. A piazza dei Caprettari, terzo piano di palazzo Lante, sala della Direzione. Un La Malfa scuro in volto, quasi sbrigativo, in una sala semivuota (meno della metà i presenti) annuncia la sua scelta, chiede un voto. Parla di quei repubblicani che "sono passati armi e bagagli in un altro schieramento: e io non ho nessun desiderio di riprenderli". Cita una frase dell' ex cancelliere tedesco Schmidt su quegli italiani che "applicano la legge penale per la parte che più gli conviene". Non è solo esaurita una stagione storica di rapporti e affinità, c' è anche concorrenza elettoriale. A Cesena, contro l' ex sindaco Pri, si candida per Ad Giuseppe Ayala il quale, non essendo iscritto al partito, non è stato deferito ai probiviri. La Malfa comunque gli manda a dire di "non montarsi la testa", ironizza sul suo assenteismo: "Chi avrà la fortuna d' incontrarlo", dice, "lo troverà anche simpatico". Rottura annunciata e prevista fra edera e quadrifoglio rosso. La componente repubblicana di Ad giudica un "atto di inutile violenza" l' espulsione di "una personalità come Visentini" e denuncia un vero "sconvolgimento politico della fisionomia del Pri". Provvedimento "assurdo" concorda Enrico Modigliani. Solidale (anche se non deferito). A Oscar Giannino che di La Malfa fu per sette anni fedele portavoce, per solidale protesta (non essendo in lista) non resta che "autodeferirsi". - g b Articoli correlati - ARCHIVIO DAL 1984PER I

  5. #25
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    Predefinito A proposito di sudditanza.Quella vera però...

    ecco una singolare dichiarazione dell'on.Mauro Del Bue ultimo segretario del nuovopsi prima della confluenza sua e di altri, nel PS guidato da quel genio politico del fu Boselli.


    Votare Rutelli è come votare Bettini e come votare Veltroni.
    Mauro Del Bue


    "So benissimo che i dirigenti del Ps che dichiarano la loro scelta a favore di Rutelli, poi, nel segreto dell’urna, non lo voteranno, come mi hanno personalmente confessato. Credo che votare a favore di coloro che non vogliono il nostro voto sia un atto incomprensibile di masochismo politico. Mi ricorda un vecchio detto degli anni cinquanta del compagno Giua, il quale sosteneva che sarebbe stato dalla parte dei comunisti “anche se quegli stessi gli avessero tolto la vita”. Una scelta mistica, non politica. Per quanto mi riguarda mi sento molto lontano da Alemanno e non condivido coloro che hanno scelto di appoggiarlo, ma mai avrei dettato alle agenzie una nota in cui si sceglieva colui che ci ha rifiutato. Votare Rutelli è come votare Bettini e Veltroni. Purtroppo."
    On.Mauro Del Bue
    ---------------------------------

    Di masochisti politici del genere di cui parla Del Bue,ce ne sono stati e ce ne sono anche di ex republicani,quelli andati con i post-comunisti.Questi ex repubblicani "utili idioti"prima e nemmeno utili dopo,si sono fatti umiliare,bistrattare e trattare come degli stracci ed infatti come stracci sono stati fatti fuori.Il tutto,senza colpo ferire anzi,con la loro beata certezza di essere dalla parte del giusto e contenti di quello che sono diventati.
    L'unica differenza,è che gli ex repubblicani a differenza dei dirigenti socialisti di cui parla Del Bue, il voto ai post-comunisti nel segreto dell'urna hanno continuato a darlo.In questo,coerenti con ciò che sono diventati o che in realtà più probabilmente sono sempre stati.
    omar proietti

  6. #26
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    Di masochisti politici del genere di cui parla Del Bue,ce ne sono stati e ce ne sono anche di ex republicani,quelli andati con i post-fascisti.Questi ex repubblicani "utili idioti"prima e nemmeno utili dopo,si sono fatti umiliare,bistrattare e trattare come degli stracci ed infatti come stracci sono stati fatti fuori.Il tutto,senza colpo ferire anzi,con la loro beata certezza di essere dalla parte del giusto e contenti di quello che sono diventati.
    L'unica differenza,è che gli ex repubblicani a differenza dei dirigenti socialisti di cui parla Del Bue, il voto ai post-fascisti nel segreto dell'urna hanno continuato a darlo.In questo,coerenti con ciò che sono diventati o che in realtà più probabilmente sono sempre stati.

  7. #27
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    Da quale pulpito; i cugini bananas danno del populista a di Pietro

    Senza vergogna alcuna i cugini bananas guardano la pagliuzza nell'occhio del vicino ma non guardano la trave che hanno nel loro. Il male è di Pietro (ovvio l'unico che fa opposizione gli ruba i voti) il nano comanda e loro piccoli e brutti eseguono:

    Veltroni indietreggia e Di Pietro guadagna il centro della scena

    Rientrando dagli Stati Uniti, Walter Veltroni ha dichiarato in un intervista rilasciata a "Sky Tg24" che il Partito Democratico è in ripresa, che i sondaggi lo darebbero al 30 per cento e in crescita. Noi temiamo che il segretario del Pd pecchi in ottimismo; ma vogliamo sperare che i dati a sua disposizione siano quelli giusti, che "si tratti di un luogo comune dire che il Pd è in crisi, come fa il circo mediatico dei vignettisti".

    Vogliamo sperarlo non solo perché siamo convinti che in una democrazia liberale l'opposizione ha una funzione indispensabile, non meno utile di quella che ha la maggioranza di governo. Ma anche perché avvertiamo, nel paese, la formazione di un grumo indistinto e purulento che si sta espandendo proprio grazie all'inerzia dell'opposizione.

    Con la sinistra radicale espulsa dal Parlamento e il Partito Democratico ripiegato su se stesso, intento più a regolare i conti al proprio interno che a formulare proposte di governo al paese, questo grumo indistinto e purulento si va coagulando intorno al personaggio che più di tutti ha rappresentato in Italia, durante questi anni, la vera antipolitica: Antonio Di Pietro. L'ex pm ha rinunciato da tempo ad ogni forma di mediazione tra le cosiddette istanze di base e le compatibilità generali del paese e cavalca la tigre di ogni possibile dissenso per spingerla in modo dissennato fuori dal recinto della democrazia parlamentare.

    Lo si è visto nella vicenda dell'Alitalia. Si può e si deve criticare Guglielmo Epifani, che avrebbe dovuto favorire l'intesa sottoscritta dagli altri sindacati confederali e isolare le spinte corporative. Ma il segretario della CGIL ha comunque cercato – sbagliando sulle sue valutazioni – di riassorbire la protesta dei piloti. Antonio Di Pietro no. Ne ha vellicato gli istinti peggiori, ha giocato la carta inesistente di un azionariato operaio sconosciuto alla gestione delle compagnie aeree di tutto il mondo, e si è materializzato a Fiumicino per portare la sua solidarietà alla protesta più estremizzata. Così legittimando, tra i piloti, il sostanziale rifiuto per ogni forma di ragionevole trattativa.

    E lo ha fatto alla sua maniera. Sposando la piazza contro il palazzo, la corporazione contro l'interesse generale, la protesta di popolo contro le mediazioni della democrazia. E' lo stesso Di Pietro che ricordiamo in un lontano inverno del 199, quando si presentò in televisione per bocciare il decreto con cui il Ministro della Giustizia Giovanni Conso cercava di dare uno sblocco ragionevole a tangentopoli e di uscire da una spirale perversa che rischiava di affondare il paese. Ne derivarono la crisi del Governo Amato e la lunga agonia in cui l'Italia continua a dibattersi.

    Questi atteggiamenti - che si sposano ai tanti degli ultimi anni, compresi quelli recenti di cui è stata testimone incolpevole Piazza Navona - sono espressione di due fenomeni immanenti alle società latine: giustizialismo e populismo. Brandire la spada in nome del popolo per indicare, al popolo stesso, soluzioni semplici che sono invece solo il risultato di una semplificazione dei problemi. E' una storia già vista, si affermò ed ebbe successo in Argentina grazie ad un certo Peron. Prima lui, poi i suoi eredi politici governarono quel paese e ridussero in gramaglie uno stato tra i più ricchi del mondo. Da allora l'Argentina non si è più ripresa e continua a passare da un default ad un altro.

    Anche per questo speriamo che Veltroni abbia ragione. E riteniamo che sia interesse del Paese - e di una maggioranza attenta agli interessi generali - che il Segretario del Pd abbia visto giusto.

    Roma, 24 settembre 2008

    tratto da http://www.pri.it/new/

  8. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da Giuseppe Gizzi Visualizza Messaggio
    PER I REPUBBLICANI DI AD ARRIVA LA PURGA LA MALFA

    Repubblica — 03 marzo 1994 pagina 7

    ROMA - Quel che resta del Pri si prepara a espellere un pezzo della sua storia. Bruno Visentini, Libero Gualtieri, Giorgio Bogi e altri undici esponenti dell' edera sono stati deferiti al tribunale interno repubblicano perchè candidati alle elezioni sotto il simbolo Ad nell' area dei progressisti, contro la volontà di Giorgio La Malfa. La decisione, premessa d' una scissione, è di ieri mattina. Neanche troppo sofferta. Neanche troppo a sorpresa. Conseguenza quasi notarile d' un distacco già consolidato. Era nell' aria da quel tempestoso Consiglio nazionale di fine gennaio, quando il segretario aveva voluto contare il partito sulla sua improvvisa riconversione al centro (con Segni, Amato e Martinazzoli), contro i progressisti e contro la destra. In quell' assemblea La Malfa ottenne una affannosa maggioranza: 65 contro 59 contrari. Pubblicate le liste, ieri la decisione. La Direzione ha deferito ai probiviri tutti i repubblicani che, inizialmente incoraggiati dal segretario, avevano aderito ad Alleanza democratica. Tra i quattordici, oltre ai padri storici del Pri come Bruno Visentini, ci sono Libero Gualtieri (presidente della commissione stragi), Giorgio Bogi (reggente della segreteria nel periodo di autosospensione di La Malfa), lo storico Giovanni Ferrara, il costituzionalista Stefano Passigli, Anita Garibaldi. Entro un mese i probiviri dovrebbero valutare le diverse posizioni e decidere. E' probabile una sentenza all' indomani del voto. Ma sarà una scelta comunque "invalidabile", annuncia Gianni Ravaglia, unico della minoranza presente in Direzione: "perchè non sono valide le scelte di quest' organo e meno ancora quelle dell' ultimo Consiglio nazionale. In ogni caso siamo di fronte a un epilogo anacronistico e meschino". Il divorzio è consumato nella sua sede rituale. A piazza dei Caprettari, terzo piano di palazzo Lante, sala della Direzione. Un La Malfa scuro in volto, quasi sbrigativo, in una sala semivuota (meno della metà i presenti) annuncia la sua scelta, chiede un voto. Parla di quei repubblicani che "sono passati armi e bagagli in un altro schieramento: e io non ho nessun desiderio di riprenderli". Cita una frase dell' ex cancelliere tedesco Schmidt su quegli italiani che "applicano la legge penale per la parte che più gli conviene". Non è solo esaurita una stagione storica di rapporti e affinità, c' è anche concorrenza elettoriale. A Cesena, contro l' ex sindaco Pri, si candida per Ad Giuseppe Ayala il quale, non essendo iscritto al partito, non è stato deferito ai probiviri. La Malfa comunque gli manda a dire di "non montarsi la testa", ironizza sul suo assenteismo: "Chi avrà la fortuna d' incontrarlo", dice, "lo troverà anche simpatico". Rottura annunciata e prevista fra edera e quadrifoglio rosso. La componente repubblicana di Ad giudica un "atto di inutile violenza" l' espulsione di "una personalità come Visentini" e denuncia un vero "sconvolgimento politico della fisionomia del Pri". Provvedimento "assurdo" concorda Enrico Modigliani. Solidale (anche se non deferito). A Oscar Giannino che di La Malfa fu per sette anni fedele portavoce, per solidale protesta (non essendo in lista) non resta che "autodeferirsi". - g b Articoli correlati - ARCHIVIO DAL 1984PER I
    Visentini provò a dar vita a Democrazia Repubblicana ( un nome che personalmente avrei volentieri, in seguito, adottato in luogo di MRE).
    Purtroppo fu piuttosto isolato ed ormai verso la fine dei suoi giorni. Ma quello poteva essere il momento e la persona con cui il repubblicanesimo riprendesse forza e vigore.

  9. #29
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    Citazione Originariamente Scritto da edera rossa Visualizza Messaggio
    Democrazia Repubblicana ( un nome che personalmente avrei volentieri, in seguito, adottato in luogo di MRE).
    esiste già! e preesisteva al tempo della fondazione dell'MRE

  10. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da Repsol Visualizza Messaggio
    esiste già! e preesisteva al tempo della fondazione dell'MRE
    per quanto ne sapevo era confluita nel PD, ora tu mi parli del permanere di una sua presenza autonoma. Spero , ovviamente, che in tal caso sia su quelle posizioni di sinistra su cui Bruno Visentini aVeva cercato di dar vita al suo movimento. lieto se puoi farmi sapere qualcosa di più.

 

 
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