da maidirenet
Ciao! Mi chiamo Selene e a sentire raccontare le vostre figure ho deciso di scrivere le mie, penso proprio che riderete perché sono davvero sfortunatissima
Non so quante volte mi sia successo di farmi la pipì addosso, sinceramente non ricordo nessun episodio, ma invece di farmi la cacca addosso mi è successo ben tre volte (da quanto non sono più piccola).
La prima volta ero in terza media. Ci sarebbe stato un compito di matematica di preparazione per l’esame, adesso mi sembra una cosa stupida ma lì per lì ero così tesa che per un paio di giorni non sono riuscita ad andare in bagno se non per fare la pipì. Il giorno del compito, mentre ripassavo sull’autobus, ho sentito un vago stimolo, ma non ci ho fatto caso. Poi sono entrata in classe, abbiamo avuto un ora di non mi ricordo che materia e poi abbiamo fatto il compito per due ore, saltando l’intervallo. Sono riuscita a fare più di quanto credessi e ho consegnato perché speravo di poter andare in bagno (lo stimolo era diventato quasi insopportabile). In realtà è arrivata la preside che era furiosa perché aveva saputo che era stato un ragazzo di classe nostra a rompere una finestra (me lo ricordo ancora!) così dopo è entrata un’altra prof e non sono potuta andare in bagno.
Ad un certo punto della lezione lo stimolo era arrivato al culmine, e io ho chiesto di andare in bagno. La prof ha accettato, ma alzandomi ho sentito uscirne un po’… preoccupatissima sono corsa fuori dalla classe, appena in tempo perché proprio fuori dalla porta me la sono completamente fatta addosso. Ero terrorizzata che qualcuno mi vedesse, avevo quattordici anni e da almeno 8 non mi facevo più la cacca addosso… sono semplicemente andata via da scuola, lasciando lì tutta la roba. Una mia amica di pomeriggio mi ha chiamata e le ho detto che mi ero sentita male, mi ha riportato lo zaino e una volta a casa mia le ho raccontato cosa realmente era successo (abbiamo riso per mezz’ora).
La seconda volta è andata così. Per tre giorni sono stata così occupata per il mio lavoro estivo che sono tornata a casa a malapena e ho solo dormito e fatto la pipì.
Il quarto giorno mi sono svegliata e mi scappava fortissimo la cacca, addirittura mi sono svegliata perché stavo per farmela addosso, così sono corsa in bagno ma c’era mio fratello. Allora sono andata a fare colazione, mi sono messa a parlare con i miei e mi sono dimenticata di andare al bagno anche perché non sentivo più lo stimolo. Ho preso il treno e sono arrivata al lavoro.
Ho lavorato fino alle quattro di pomeriggio, e appena sono uscita ho sentito un forte bisogno di andare in bagno. Sul treno non volevo farla perché mi faceva schifo, i bagni sono una cosa tremenda, così ho cercato di tenerla. Ero seduta nel mio scompartimento e mi concentravo tantissimo per paura di farmela addosso, era imbarazzante pensarci ma potevo concentrarmi solo su quello altrimenti sentivo che me la sarei fatta addosso. Non mi sono rilassata un attimo perché ero davvero tesa, non volevo certo farmi la cacca addosso! Avevo i jeans a vita bassa e ad un certo punto (ero da sola nello scompartimento) ho davvero avuto paura. Mi vergogno a raccontarlo ma mi tenevo pure una mano sul sedere… avevo 16 anni e sapendo com’era stata la prima volta ero terrorizzata. Quando dovevo scendere dal treno ho preso la mia borsa e camminavo in modo strano e molto a fatica per arrivare a casa, visto che mi scappava tremendamente.
Una volta tornata a casa stavo per fiondarmi in bagno perché dovevo stringere i pugni e fare un sacco di smorfie per riuscire a non cacarmi addosso, ma mia madre mi ha detto di andare a fare la spesa subito, visto che l’alimentari più vicino (a due fermate di autobus) stava per chiudere (quanti accidenti le ho mandato! Però mia madre è una che se le dici di no ti fa una testa così, perciò pensai di potercela fare e uscii).
Così sono uscita a malapena, sempre con la vergogna nella testa per la troppa paura di non farcela e ho preso l’autobus. Sul bus mi sentivo malissimo perché ogni secondo mi sembrava di stare che stesse per uscire, poi in realtà ce l’ho fatta ad arrivare all’alimentari e fare la spesa, anche se è stata durissima trattenerla e credo tutti si siano accorti che c’era qualcosa che non andava.
Poi sono risalita sull’autobus e ho sentito che per un attimo dovevo concentrarmi tantissimo perché lo stimolo era arrivato al culmine, non volevo, con tutte le mie forze l’ho trattenuta, mi sono sforzata tantissimo, ma una signora è venuta a sbattermi addosso (accidenti a lei e al paesino di montagna con la strada piena di curve dove abito) e per un attimo solo mi sono distratta.
Quell’attimo è stato fatale. Ho sentito che non avrei retto un minuto di più, mi sono letteralmente cacata addosso.
È uscita tutta insieme, non ho potuto controllarla, non era liquida quindi mi ha riempito le mutande e come ho visto dopo allo specchio avevo un grande rigonfiamento nei pantaloni. Non sapevo cosa fare, mi vergognavo da morire, mi sembrava che tutti mi guardassero e avevo paura che si sentisse l’odore. Quando sono tornata a casa mia madre se n’è ovviamente accorta e mi ha rimproverata, io non sapevo che dirle, mi vergognavo davvero tanto ma non ero riuscita a trattenerla, non era colpa mia!
La terza volta mi è accaduto quando avevo appena diciannove anni, ero a sciare con gli amici e il mio ragazzo, e appena dopo aver pranzato a un rifugio sento che devo assolutamente andare in bagno. Purtroppo come potete immaginare c’è una fila assurda, così penso di poterla trattenere un paio d’ore prima di tornare all’albergo, visto che non avevo il mal di pancia classico stile diarrea. Sulla seggiovia, un paio di piste dopo, dico alla mia amica che devo assolutamente fare la cacca, lei ride un sacco ma io comincio a preoccuparmi. Così, mentre scendiamo la pista, io mi tolgo gli sci e mi “imbosco” mentre lei fa la guardia agli sci. Purtroppo mentre camminavo nella neve fresca una gamba mi si infila letteralmente nella neve fino al ginocchio. Improvvisamente sento un gran caldo nelle mutande ma non connetto, mentre mi rialzo noto che non ho più lo stimolo e mi rendo conto di essermi proprio cacata addosso. Torno immediatamente dalla mia amica e le spiego la cosa un po’ imbarazzata, lei come sempre ride e semplicemente raccontiamo al mio ragazzo e a gli altri che mi sono venute le mie cose e torniamo all’albergo… io pensavo che nessuno se ne fosse accorto anche perché come poi ho visto a casa i danni si erano limitati alle calze e alle mutande, la tuta non era macchiata, ma invece appena il mio ragazzo arriva in camera, ridendo mi dice “doveva scapparti proprio tanto, eh?” o una cosa del genere. Che vergogna!