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    Domanda Sul Motu Propio Summorum Pontificum

    Per curiosità cosa pensate del recente documento pontificio che consente de facto e de jure a tutti i sacerdoti che lo vogliono di officiare secondo il messale di San Pio v Edizione 1962 e dell opposizione di molti vescovi cattolici?

  2. #2
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    Ho espresso più volte la mia opinione.
    Il Messale Tridentino, che è poi soltanto una revisione del precedente Messale Lateranense è un libro liturgico sostanzialmente ortodosso. Quello attuale non lo è.
    Quindi ben torni.
    Meglio ancora andrebbe abolita la riforma post conciliare e - fatte quelle revisioni e adattamenti (pochissimi) che il Concilio Vaticani II aveva previsto per la Liturgia (ma va riportato indietro anche l'Officio Divino e tutti gli altri libri liturgici, sempre con gli adattamenti della "Sacrosantum Concilium".
    Si ritornerebbe ad un Culto degno del Signore nel quale poi il problema deella Lingua diverrebbe secondario. Io, ad esempio, nei paesi neolatini lascerei il Latino per tutto tranne che per le letture scritturistiche o, nell'Officio, Patristiche, perchè quando si ascolta la Parola il dover fare mentalmente la traduzione, anche per chi comprende benissimo quella lingua, è un motivo di distrazione spirituale.

    Perchè non si chieda di nuovo dirò degli adattamenti:
    A mio avviso andrebbero anzitutto soppresee le Messe cosiddette piane o lette. Non hanno radice nella tradizione antica. Ove non è possibile cantare tutto, un coro salnmodia in tono retto le parti che dovrebbero essere cantate e non si cantano (variabili o invariabili.)

    Lasciare alla privata devozione del sacerdote le cosiddette "preghiere ai piedi dell'altare". Il sacerdote potrebbe anche recitarle durante il cammino dalla sacrestia all'altare. Togliere le superfetazioni delle aggiunte dopo il Vangelo di San Giovanni in epoca recentissima.

    Rendere sempre obbligatorio l'uso dell'incenso e ripristinare, come Trento aveva deciso, gli ordini minori e maggiori presenti tutti in ogni parrocchia per svolgere ciascuno la sua funzione.

    Comunicare, non coi presantificati, eccetto il Venerdì Santo, o anche introdurre quella Liturgia in tutti i Venerdì di Quaresima (non è tradizionale ma marcherebbe quel tempo liturgico. Ma se Roma vuol mantenere la tradizione di lasciare la quaresima tutta liturgica, va beme, lo fanno anche i copti. Quelli che importa è che nella Quaresima ritorni il Digiuno come era prima delle varie "dispense". Non ci si rende conto della ridicolezza del contrasto delle preghiere (quelle antiche intendo) col fatto che il digiuno non si fa più. Vi alludono quasi tutte.

    Introdurre la Comunione sub utraque specie che è durata a lungo. Peer un vero tradizionalista dovrebbe essere una bandiera!

    Ed infine una sola messa per chiesa (la messa non è a comodo di giornate sciistiche , marine, turistiche etc......) farla sempre precedere dalle Ore, secondo le rubriche ed il sabato sera cantare solennemente il Vespro e così la Domenica. A quello del Sabato, ove possibile, aggiungere anche il Mattutino.

    Infine: perchè fare ad un ortodosso una simile domanda? Io ieri sera ho celebrato l'Officio in Coena Domini: Ora Nona e tipikà, Vespro e divina Liturgia di San Basilio. Il tutto è durato circa tre ore e mezzo e nessuno si è stancato, eccetto il Vescovo che è convalescente e ancora non sta affatto bene ma che non rinunzia a celebrare in Pontificale i Riti Pasquali, almeno finchè si reggerà in piedi. In chiesa c'era assai gente.
    Perdhè allora nella Chiesa latina lasciare quelle messe piane di mezz'ora che sono una offera di così grande mystero?

  3. #3
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    Di solito si dice che la riforma liturgica abbia avvicinato il culto latino a quello orientale. Non so quanto sia vero.
    Viene citato il fatto che nelle nuove Preghiere Eucaristiche viene menzionato esplicitamente lo Spirito Santo nell'Epiclesi dopo la Consacrazione. La IV Preghiera Eucaristica riprende la tradizione bizantina.
    Quanto c'è di vero in questo?

    A parte i testi, per un osservatore non esperto sembra molto più vicina alla Divina Liturgica orientale la Messa solenne cantata in rito antico.

    perchè fare ad un ortodosso una simile domanda?
    Forse per motivi di ecumenismo.
    La riforma liturgica è stata portata avanti avendo come in mente l'ecumenismo con i protestanti e con gli ortodossi.
    Io mi chiedo perché i riformatori non si siano avvalsi della consulenza di Sacerdoti ortodossi, invece che protestanti.

    Io, ad esempio, nei paesi neolatini lascerei il Latino per tutto tranne che per le letture scritturistiche
    Anche prima della riforma veniva riletta in lingua locale la lettura ed il Vangelo. Poteva bastare in effetti.

    A mio avviso andrebbero anzitutto soppresee le Messe cosiddette piane o lette.
    Quindi se non sbaglio la Divina Liturgia per gli ortodossi deve essere cantata. La Messa letta viene vista come una novità.

    __________________
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  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da silvano Visualizza Messaggio
    Introdurre la Comunione sub utraque specie che è durata a lungo.
    Approfitto della sua disponibilità per chiederle alcuni approfondimenti su questo aspetto, sul quale non ho mai trovato dati precisi. Anzitutto mi pare, ma mi corregga se sbaglio, che sia nell'Ortodossia che nel Cattolicesimo di rito orientale questa prassi sia ancora seguita.
    Mi chiedo in che epoca il Cattolicesimo Romano abbia smesso di amministrare ai fedeli la Comunione sub utraque specie: tutto questo penso sia avvenuto molto prima di Hus, ma non ho mai capito se c'è stato qualche documento a ratificare questa decisione (presa quindi dall'alto) o se si sia trattato semplicemente di un uso che si è andato via via estendendo a tutta la romanità, fino all'epilogo di Hus e a quello che ne è seguito.
    Sarei poi curioso di sapere quali motivi sono stati dati per giustificare questa decisione che, a me personalmente, non ha mai convinto troppo.
    Mi chiedevo infine se c'è qualche rapporto (temporale o che so io) fra questa "prassi" e l'utilizzo delle particole (erano consacrate solo la Domenica??) invece dell'Ostia Magna a cui tutti attingevano (con le particole, per un Ortodosso, avviene anche in esse la Consacrazione o siamo a livello di un antidoron?).
    Infine mi chiedevo (posto che il precetto pasquale è arrivato solo con il laterano IV) quale fosse nell'antichità e nel medioevo (Cattolicesimo e non) la frequenza con cui i fedeli si comunicavano: era una pratica quotidiana, o (con un certo timore reverenziale) ci si comunicava "una tantum"; mi è stato detto che nel Cattolicesimo (prima del CVII) per comunicarsi ci voleva il permesso del confessore: è vero che lei sappia?

    Grazie in anticipo e Auguri per un Santo Triduo (non so se da voi si chiami così, ma il senso è quello )

    P.S.: se non ha tempo di rispondere a tutto mi va bene anche qualche indicazione bibliografica a tema.
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  5. #5
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    A proposito il Patriarca di tutte le Russie Alessio II HA MOLTO APPREZZATO IL GESTO ALTAMENTE ORTODOSSO DI PAPA BENEDETTO XVI

  6. #6
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    La Frequenza della Comunione

    San Basilio ci testimonia che nella sua metropoli ci si comunicava 4 volte la settimana ma ci dice anche che c'erano ui diversi.
    Certo la confessione auricolare così come la intendiamo ora, e nata tardivamente.
    escludevano dalla comunione i eccati gravissimi:apostasia, adulterio , omicidio compreso l'aborto, l'usura e l'appofittarsi dello stato di bisogno dei poveri.
    negli altti casi uno si comunicava ma - ovviamente - in spirito di pentimento e di amote e per chieder forza per il proprio sviluppo spirituale.
    poi a vigilare sulla prassi ecclesiale c'era il vescovo.

  7. #7
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    Grazie mille per le sue considerazioni

  8. #8
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    ! - Comunione sub utraque - In occidente si è stinta con l'usa senza alcun decreto ufficiale fino a Costanza. Tra l'altro Hus non negava la presenza di Cristo in una sola specie (anche noi comunichiamo i neonati attingendo dal calice il solo vino anche se, ovviamente, vi è qualche microscopica particella di pane) ma nell'indebita distinzione davanti al Sacramento tra Clero e Laiuci. Ed aveva ragione: se la consacrazione compete al solo sacerdos, la offerta e la Comunione sono di tutta la sacerdotalis plebs.
    L'estinzione, tra l'altro è lenta e varia da regione a regione: ancora a Pistoia nel XIII secolo si comunicavano anche gli "infantes" e questo sta a presupporre le due specie, in altre zone si era già estinta. Credo che gli ultimi baluardi della comunione sub utraque siano i monasteri. Abbiamo la prova che il pane di Bolsena conservato nella base del reliquario di Orvieto era pane lievitato, ed il celebrante un boemo camaldolese.

    2 - Le particole: quali? Quelle spezzate dall'Agnello consacrato per distribuire la comunione sono ovviamente consacrate, quelle invece dette "commemorazioni" correttamente vengono immesse nel santo Calice "dopo" la comu nione dei fedeli e consumate dal Diacomno insieme al resto alla fine. Solo in alcuni luoghi, dovuto certamente al deprecabile uso dell'allontanarsi dei fedeli dalla menza eucaristica si è introdotto l'uso di versare tutto nel calice insieme al Santo Agnello.

    3 - frequenza - In epoca Patristica la comunione era totale per tutto il polpolo battezzato e non scomunicato ad ogni domenica e, con usi e frequenza diversa a seconda dei luoghi, veniva resa disponibile ai fedeli antre infrasettimanalmente (trevolte + 1, la domenica) ci testimonia San Basilio il Grande in una lettera ad Anfilochio di Iconio. Inoltre, sempre per testimonianzqa dello stesso Basilio vi era l'uso, ritenuto perfettasmente legittimo dallo stesso, di portarsi a casa parte dell'agnello ricevuto nelle mani, per comunicarsi in più volte da soli durante la settimanana. Decade l'uso della Comunione, col decadere della fede, che diviene abitudinaria, e con i fedeli che si comportano essi stessi in modo tale da essere in stato di "scomunica" per cui non potevano comunicqre (non osservanza dei digiuni, coabitazioni immorali, adulteri accettati.......l'usura...... l'arricchimento illecito in danno delle maestranse.
    Il risultato è sotto gli occhi: i cattolici che prendono, dopo il concilio, la comunione come se fossero le patatine fritte, e gli ortodossi che si comunicano 4 volte l'abnno quando va bene, tranne eccezioni rare come i fedeli della nostra Sinodo dove da anni si va facendo una catechesi capillare sull'argomento.

    Comunque la Liturgia è opus commune, in qualunque lingua o rito essa la si celebri, per questo la sua unità e la sua comunitarietà va salvaguardata come un a delle sue caratteristiche più sacre. Di qui l'avversione totale deggli ortodossi alle messe piane da cui è esclusa la partecipazione del popolo.

  9. #9
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    Per il problema della celiachia, come vi regolate?
    In quel caso si usano ostie particolari oppure per economia è consentito al fedele comunicarsi solo al Calice?

    messe piane da cui è esclusa la partecipazione del popolo.
    Non sono mai stato escluso a nessuna Messa piana. Il fedele può anche partecipare in quarto grado volendo. Certo è vero che non sono previste le risposte dei fedeli, ma solo del ministrante.
    Nella Messa orientale quindi non esiste un Ordo per la celebrazione dove non è prevista la presenza dei fedeli, se ho capito bene.
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  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Eugenius Visualizza Messaggio
    ...Nella Messa orientale quindi non esiste un Ordo per la celebrazione dove non è prevista la presenza dei fedeli, se ho capito bene.
    Non è nemmeno presa in considerazione la possibilità.

 

 
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