25/04
TUTTI INSIEME...APPASSIONATAMENTE!
25 aprile, "la promessa di un'Italia nuova"
E' l'espressione usata dal Presidente Napolitano (OLè!)nella celebrazione ufficiale al Quirinale. Manifestazioni in tutta Italia. A Roma l'adesione di Gianni Alemanno, candidato a sindaco del Pdl
La Festa della Liberazione, nelle parole del Capo dello Stato, è anche la "promessa di una vera Costituzione dei cittadini, di una democrazia reale, di sviluppo economico e sociale per tutto il Paese". Tutti gli italiani, ha detto il Capo dello Stato alla cerimonia ufficiale per l'anniversario del 25 aprile, devono concorrere a "tenere alti i principi ed i valori anche morali che hanno ispirato la stesura del documento fondante della nostra vita democratica, principi che si esprimono nei diritti e nei doveri sanciti nella Costituzione e vanno apprezzati e coltivati".
VIOLANTE (Olè!) E se da Napolitano arriva la richiesta di “un impegno maggiore per mantenere quella promessa" perché "quei principi vanno vissuti quotidianamente", è il presidente uscente della commissione affari costituzionali della Camera, Luciano Violante, a sollecitare alle parti politiche un atmosfera più serena: "La sinistra – ha detto Violante - non deve avere un'idea proprietaria del 25 aprile, ma la destra deve accettarlo perché ha dato origine al regime democratico".
ALEMANNO (Olè!) Un punto che richiama alla posizione di Gianni Alemanno, candidato a sindaco di Roma del Pdl: "Io non eluderò la festa del 25 aprile, ritengo che sia una festa importante per la storia della nostra Repubblica e per quelli che sono i nostri valori fondamentali. Su questo non ci sono ambiguità, nel Popolo della Libertà abbiamo fatto una scelta precisa".
PEZZOTTA (Olé!) I cattolici nella Resistenza come "ribelli per amore": è questo, per Savino Pezzotta, il "segno di distinzione" rispetto ai "ribelli per odio" ed è anche "lo spirito da recuperare" oggi. "La Resistenza - ha voluto ribadire l'ex leader Cisl – è stato un fatto significativo e importante anche per noi cattolici: noi siamo stati come cattolici dentro la Resistenza ribelli per amore, e questo è il segno di distinzione. Non ribelli per odio, non ribelli perchè volevamo sovrapporre una classe a un'altra, non ribelli perchè volevamo sostituire un potere ad un altro, bensì ribelli perchè volevamo bene, perchè amavamo l'Italia, la sua gente, le sue persone. Io credo che questo sia uno spirito da recuperare", ha sottolineato Pezzotta.
ARCIGAY(Olè!) “Ci riconosciamo da sempre nei valori di libertà, pluralismo e democrazia”. È quanto ha detto Aurelio Mancuso Presidente nazionale Arcigay. "A Bologna, dove si terrà una apposita cerimonia davanti al monumento che ricorda le vittime gay nei campi di sterminio, a Milano, a Roma, ma anche in molte altre città Arcigay sarà impegnata nel contribuire alla riuscita di tutte le manifestazioni in programma, affinchè la memoria, non solo non venga cancellata da pericolosi revisionismi, ma sia l'occasione per rinnovare l'impegno contro ogni forma di dittatura, autoritarismo, violenza, integralismo, razzismo e discriminazione".
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