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Discussione: La Sinistra

  1. #1
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    Predefinito La Sinistra

    La sinistra mi è indigesta per svariati motivi, ma ce n'è uno in particolare che me la fa odiare: la supponenza.
    L'uomo di sinistra pretende infatti di essere sempre un passo avanti a te: loro sono i più buoni, i più onesti e i più fighi. Sono sempre "in", mentre tu ovviamente sei "out", la pecora nera, l'escluso della compagnia.
    E' il lascito questo dell'antenato giacobino. Un tempo l'avversario si passava sotto la ghigliottina, ora ti costringono gentilmente ad una gogna mediatica. Oggi come ieri però, se non la pensi come loro non hai scampo. Non c'è dialogo che tenga, non può esservi per chi si ritiene di principio antropologicamente superiore.
    La sinistra incarna il desiderio smodato della ragione, la Dea Ragione, di dominare e sottomettere ogni cosa le sia estraneo. E' prepotenza, usurpazione, violenza verso ciò che vi è di più autentico nell'uomo: il suo spirito naturale, la sua "anima". La sinistra ritiene di doversi impossessare dell'anima umana, di doverla educare, malleare, solleticare ai propri fini. E' il Mefistofile del Faust. Come Iago in Shakespeare. E' il "male".

  2. #2
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    Predefinito La Sinistra secondo Unabomber

    Theodore J. Kaczinsky

    LA SOCIETÀ INDUSTRIALE E IL SUO FUTURO

    Il Manifesto di Unabomber


    Introduzione

    1. La rivoluzione industriale e le sue conseguenze sono state un disastro per la razza umana. Esse hanno incrementato a dismisura l'aspettativa di vita di coloro che vivono in paesi "sviluppati" ma hanno destabilizzato la società, reso la vita insignificante, assoggettato gli esseri umani a trattamenti indegni, diffuso sofferenze psicologiche (nel Terzo mondo, anche fisiche), inflitto danni notevoli al mondo naturale. Il continuo sviluppo della tecnologia peggiorerà la situazione. Essa sicuramente sottometterà gli esseri umani a trattamenti sempre più abietti, infliggerà al mondo naturale danni sempre maggiori, porterà probabilmente a una maggiore disgregazione sociale e sofferenza psicologica e a incrementare la sofferenza fisica in paesi "sviluppati".

    2. Il sistema tecnologico industriale può sopravvivere o crollare. Se sopravvive, potrebbe, alla fine, raggiungere un basso livello di sofferenze psicologiche e fisiche, ma solo dopo un lungo periodo, molto doloroso, di aggiustamento e solo al costo di ridurre permanentemente gli esseri umani e molti altri organismi viventi a prodotti costruiti, semplici ingranaggi nella macchina sociale. Inoltre, se il sistema sopravviverà, le conseguenze saranno inevitabili: non vi e possibilità di riformare o modificare il sistema così da impedire che esso privi la gente di dignità e autonomia.

    3. Se il sistema crolla le conseguenze saranno ancora molto dolorose. Ma più il sistema si ingrandisce più disastroso sarà il risultato del suo collasso, così che se deve crollare e meglio che sia prima che dopo.

    4. Per questo noi peroriamo una rivoluzione contro il sistema industriale. Questa rivoluzione può o no fare uso di violenza: potrebbe essere un processo rapido o relativamente graduale della durata di alcuni decenni. Non possiamo saperlo, ma possiamo delineare, in generale, le misure che coloro i quali odiano il sistema industriale dovrebbero adottare per preparare la via verso una rivoluzione contro quella forma di società. Questa non e una rivoluzione politica. Il suo obiettivo sarà quello di rovesciare non i governi ma i princìpi economici e tecnologici.

    5. In questa trattazione esamineremo solamente alcuni degli sviluppi negativi prodotti dal sistema industriale-tecnologico; altri saranno solo accennati o ignorati completamente. Questo non significa che noi li consideriamo non rilevanti. Per ragioni pratiche circoscriviamo la discussione su aspetti che hanno ricevuto insufficiente attenzione pubblica o sui quali abbiamo qualcosa di nuovo da dire. Per esempio, vista l'efficienza dei movimenti ambientalisti e per la salvaguardia della natura, ci siamo soffermati poco sul degrado ambientale o sulla distruzione della natura selvaggia anche se li consideriamo della massima importanza.

    La psicologia della sinistra moderna

    6. Quasi tutti saranno d'accordo sul fatto che noi viviamo in una società profondamente turbata. Una delle più diffuse manifestazioni della pazzia è la sinistra. Perciò, una discussione sulla psicologia della sinistra può servire come introduzione alla disamina dei problemi della società moderna in generale.

    7. Ma cos'è la sinistra? Durante la prima meta del XX secolo la sinistra poteva essere identificata effettivamente con il socialismo. Oggi il movimento e frammentato e non e chiaro chi possa essere chiamato precisamente una persona di sinistra. Quando parliamo di gente di sinistra noi abbiamo in mente principalmente i socialisti, i collettivisti, i caratteri "politicamente corretti", gli attivisti per i diritti delle femministe, dei gay, dei disabili e degli animali e simili. Ma non tutti quelli che sono associati con uno di questi movimenti sono persone di sinistra. Quello che noi vorremmo discutere non e tanto un movimento o una ideologia, quanto un modello psicologico o piuttosto una collezione di caratteri correlati. Così quello che noi consideriamo sinistra emergerà più chiaramente nel corso della nostra discussione sulla psicologia della sinistra.

    8. Persino così la nostra concezione della sinistra rimarrà molto meno chiara di quello che avremmo desiderato, ma sembra che non vi sia alcuna possibilità di rimedio a ciò. Tutto quello che cerchiamo di fare e indicare, in modo rozzo e approssimato, le due tendenze psicologiche che noi crediamo siano le principali forze che guidano la sinistra moderna. Noi non pretendiamo di dire l'intera verità sulla psicologia della sinistra. Inoltre la nostra discussione intende limitarsi solo alla sinistra moderna. Lasciamo aperta la questione se la nostra discussione possa essere applicata o no alla sinistra del XIX secolo e dei primi del Novecento.

    9. Le due tendenze psicologiche che costituiscono il fondamento della sinistra moderna vengono da noi definite come "complessi di inferiorità" e "sovrasocializzazione". I complessi di inferiorità sono caratteristici dell'intera sinistra moderna, mentre la sovrasocializzazione e una caratteristica solo di un determinato segmento della sinistra moderna; ma questo segmento e di gran lunga uno dei più influenti.

    Complessi di inferiorità

    10. Con "complessi di inferiorità" non ci riferiamo solo a quei complessi nel senso più stretto ma a uno spettro completo di tratti caratteristici correlati: bassa autostima, sensazioni di impotenza, tendenze depressive, disfattismo, sentimenti di colpa, odio di sé. Noi sosteniamo che le persone di sinistra tendono ad avere questi complessi (di solito più o meno repressi) e che questi sono decisivi nel determinare la direzione della sinistra moderna.

    11. Quando qualcuno interpreta come degradante quasi tutto quello che si dice su di lui (o sui gruppi con cui si identifica), noi deduciamo che soffre di sentimenti di inferiorità o di bassa autostima. Questa tendenza e marcata tra coloro che sostengono i diritti delle minoranze, appartengano o no ai gruppi minoritari che difendono. Essi sono ipersuscettibili alle parole usate per designare le minoranze. I termini negro, orientale, handicappato, o gallina per un africano, un asiatico, un disabile o una donna, non hanno in origine alcuna connotazione degradante. I termini "sguaiata" e "gallina" erano semplicemente gli equivalenti femminili di ragazzo, damerino, o compagno. Le connotazioni negative sono state associate a questi termini dagli stessi attivisti. Alcuni sostenitori dei diritti degli animali sono andati così oltre da rigettare la parola "pet" e insistere nel rimpiazzarla con "compagno animale". Gli antropologi di sinistra, per lo stesso motivo, evitano di dire, sui popoli primitivi, cose che possano essere interpretate come negative. Vogliono cambiare la parola primitivo con illetterato. Sembrano del tutto paranoici riguardo a qualsiasi cosa che potrebbe far pensare che la cultura primitiva sia inferiore alla nostra. (Non vogliamo dire che le culture primitive sono inferiori alla nostra. Semplicemente evidenziamo l'ipersuscettibilità degli antropologi di sinistra.)

    12. I più suscettibili all'uso di una terminologia "politicamente scorretta" non sono gli abitanti comuni di un ghetto nero, l'immigrante asiatico, le donne violentate o le persone disabili, ma una minoranza di attivisti, molti dei quali non appartengono ad alcun gruppo "oppresso" ma provengono dalle classi privilegiate della società. La correttezza politica ha la sua roccaforte tra i professori universitari, persone cioè con un impiego sicuro, buone retribuzioni e, per la maggior parte, eterosessuali, maschi bianchi e provenienti da famiglie di classe media.

    13. Molti uomini di sinistra si identificano profondamente con i problemi dei gruppi che hanno un'immagine debole (donne), o di vinti (gli indiani americani), repellenti (omosessuali) e inferiori. Gli stessi uomini di sinistra percepiscono che questi gruppi sono inferiori. Non ammetterebbero questi sentimenti neanche con sé stessi, ma il vero motivo e che essi vedono questi gruppi come inferiori e li identificano con i loro problemi. (Non vogliamo dire che le donne, gli indiani, ecc. sono inferiori; noi stiamo solo puntualizzando la psicologia della sinistra.)

    14. Le femministe sono disperatamente ansiose di provare che le donne sono forti e capaci quanto gli uomini. Chiaramente esse sono dominate dalla paura che le donne non possano essere forti e capaci come gli uomini.

    15 Le persone di sinistra tendono a odiare qualsiasi cosa abbia un immagine forte, positiva e di successo. Le ragioni per le quali dichiarano di odiare la civiltà occidentale, sono, senza ombra di dubbio, false. Essi dicono di odiare l'Occidente perché è guerrafondaio, imperialista, sessista, etnocentrico e così via, ma quando le stesse colpe appaiono nei paesi socialisti o nelle culture primitive accampano scuse o, al più, ammettono fraa i denti che esistono; mentre invece sottolineano entusiasticumente (e spesso esagerano) queste colpe quando appaiono nella civiltà occidentale. E ovvio, perciò, che queste colpe non sono il vero motivo per cui odiano l'Occidente e l'America. La persona di sinistra odia l'America e l'Occidente perché sono forti e hanno successo.

    16. Parole come "fiducia in sé", "sicurezza di sé", "iniziativa", "impresa", "ottimismo", ecc. giocano un ruolo marginale nel vocabolario liberale e della sinistra. L'uomo di sinistra e antindividualista, pro-collettivista. Egli vuole che la società risolva qualsiasi suo bisogno, prendendosene cura. Egli non possiede un innato senso di fiducia nella propria capacita di risolvere i suoi problemi e soddisfare i suoi bisogni. L'uomo di sinistra e contro il concetto di competizione perché, dentro di sé, si sente un perdente.

    17. Le forme di arte che attraggono gli intellettuali moderni di sinistra tendono a concentrarsi sullo squallore, la sconfitta e la disperazione, oppure assumono un tono orgiastico, abbandonando il controllo razionale, come se non ci fosse alcuna speranza di risolvere ogni cosa attraverso la razionalità e tutto quello che rimane è l'immersione nelle sensazioni del momento.

    18. I filosofi della sinistra moderna tendono a licenziare la ragione, la scienza, la realtà obiettiva e a insistere che qualsiasi cosa è culturalmente relativa. E' vero che ci si possono porre domande serie sulle basi della conoscenza scientifica e su come, se è possibile, si possa definire il concetto di realtà oggettiva. Ma è ovvio che i filosofi della sinistra moderna non sono semplicemente logici imperturbabili che analizzano sistematicamente le basi della conoscenza. Essi sono profondamente coinvolti nel loro attacco alla verità e alla realtà. Attaccano questi concetti a causa dei propri bisogni psicologici. Per prima cosa, il loro attacco è un modo di sfogare l'ostilità, e, se esso è ben riuscito, soddisfa l'impulso al potere. Più importante, le persone di sinistra odiano la scienza e la razionalità perché classificano certi credo come veri (per esempio ben riusciti, superiori) e altri credo come falsi (per esempio falliti, inferiori). I sentimenti di inferiorità della persona di sinistra sono così profondi da non tollerare questa classificazione. Questo inoltre è alla base del rigetto che molti uomini di sinistra hanno del concetto di malattia mentale e dell'utilità della prova per stabilire il quoziente di intelligenza. Gli uomini di sinistra non ammettono che capacità umane o comportamenti possano essere spiegati geneticamente poiché in questo modo alcune persone apparirebbero inferiori o superiori ad altre. Gli uomini di sinistra preferiscono attribuire alla società il merito o il demerito delle capacità o delle carenze di un individuo. Così se una persona è "inferiore" non è colpa sua ma della società, perché egli non è stato educato adeguatamente.

    19. L'uomo di sinistra non è di solito tipo di persona che il senso di inferiorità rende spaccone, bullo, egocentrico, affrarista, concorrente spietato. Questo tipo di persona non ha ancora totalmente perso la fiducia in sé. Il suo senso di potere e la stima di sé sono deficitari, ma può ancora pensare di avere la capacità di essere forte, e i suoi sforzi in questo senso producono comportamenti spiacevoli di cui sopra. Ma l'uomo di sinistra è andato ancora più in là. I suoi sentimenti di inferiorità sono così connaturati che egli non può concepire sé stesso come individualmente forte e considerato. Da qui quindi il collettivismo della sinistra. Egli si può sentire forte solo come membro di una ampia organizzazione o movimento di massa, con il quale si identifica.

    20. Notare la tendenza masochistica delle tattiche di sinistra. La gente di sinistra protesta mettendosi di fronte ai veicoli, provocando intenzionalmente la polizia o i razzisti ad abusare di loro, ecc. Queste tattiche possono essere efficaci, ma molti nella sinistra le usano non in quanto mezzi per raggiungere un fine ma perché preferiscono tattiche masochiste. L'odio di sé è una caratteristica della sinistra.

    21. La gente di sinistra può rivendicare di essere spinta ad agire dalla compassione o da un principio morale, e quest'ultimo gioca un ruolo per l'uomo di sinistra del tipo sovrasocializzato. Ma la compassione e il principio morale non possono essere i motivi principali dell'attivismo di sinistra. L'ostilità ne è una componente fondamentale, così come la spinta per il potere. Inoltre, per la gran parte, il modo d'agire della persona di sinistra non è razionalmente calcolato per essere di beneficio a coloro che gli uomini di sinistra dichiarano di aiutare. Per esempio, se si crede che l'azione affermativa sia positiva per la gente nera, che senso ha comandare una azione affermativa in termini dogmatici o stili? Ovviamente sarebbe più produttivo intraprendere un approccio diplomatico o conciliante, che permetterebbe al limite concessioni verbali e simboliche alle persone bianche che pensano che l'azione affermativa li discrimini. Ma gli attivisti di sinistra non utilizzano tale approccio perché non soddisferebbe i loro bisogni emozionali. Il loro reale interesse non è aiutare la gente nera. Il problema della razza, invece, serve come pretesto per esprimere la loro ostilità e il bisogno frustrato di potere. Nel fare ciò feriscono realmente la gente nera perché l'atteggiamento ostile degli attivisti verso la maggioranza bianca tende a intensificare l'odio fra le razze.

    22. Se la nostra società non avesse alcun problema sociale, la gente di sinistra ne inventerebbe, così da procurarsi un motivo per protestare.

    23. Specifichiamo che quanto detto finora non pretende di essere una accurata descrizione di qualunque persona che possa essere considerata di sinistra. Essa è solo una esposizione sommaria della tendenza generale della sinistra.

    Sovrasocializzazione

    24. Gli psicologi usano il termine "sovrasocializzazione" per designare il processo con il quale i bambini sono addestrati a pensare e agire come la società richiede. Si dice che una persona sia ben socializzata se crede e obbedisce al codice morale della sua società e se vi si inserisce bene come parte funzionante di essa. Non avrebbe alcun senso dire che molte persone della sinistra sono sovrasocializzate, visto che l'uomo di sinistra viene concepito come un ribelle. Nondimeno, la posizione può essere difesa. Molte persone di sinistra non sono ribelli come sembrano.

    25. Il codice morale della nostra società è così esigente che nessuno può pensare, sentire e agire in una maniera completamente morale. Per esempio, non si presume che si possa odiare qualcuno; tuttavia quasi tutti noi odiamo qualcuno in un momento o in un altro, sia che lo ammettiamo a noi stessi o no. Alcune persone sono così altamente socializzate che il tentativo di pensare, sentire e agire moralmente impone loro un pesante aggravio. Per evitare sensazioni di colpa devono continuamente illudersi sulle proprie motivazioni e trovare spiegazioni morali per sentimenti e azioni che in realtà non hanno una origine morale. Noi usiamo il termini "sovrasocializzato" per descrivere tali persone.

    26. La sovrasocializzazione può portare a una bassa autostima, un senso di impotenza, disfattismo, senso di colpa, ecc. Uno dei più importanti mezzi con il quale si socializzano i bambini è far sì che questi ultimi si vergognino di comportamenti e discorsi che sono contrari alle aspettative della società. Se questo punto viene esasperato, o se un bambino in particolare è piuttosto suscettibile a tali sentimenti, egli finisce per vergognarsi di sé stesso. Inoltre, il pensiero e il comportamento di una persona sovrasocializzata sono più ristretti, a causa delle aspettative della società, rispetto a quelli di una persona scarsamente socializzata. La maggior parte delle persone è occupata in una qualità significativa di comportamenti inutili. Mentono, commettono piccoli furti, non rispetto le regole del traffico, abbandonano il lavoro, odiamo qualcuno, dicono maldicenze o usano qualche trucco sotto banco per superare il loro vicino. La persona sovrasocializzata non può compiere queste cose, o, se le compie, queste generano in lui un senso di vergogna e di odio di sé. La persona sovrasocializzata, addirittura, non può neanche provare, senza sentirsi in colpa,pensieri o sentimenti contrati alla moralità accettata; egli non può avere "cattivi" pensieri. E la socializzazione non é solo materia di moralità. Noi siamo sovrasocializzati per conformarci alle molte norme di comportamento che non cadono sotto il titolo della moralità. Così la persona sovrasocializzata è legata a un guinzalio psicologico e spende la sua vita percorrendo binari che la società ha costruito per lui. In molte persone sovrasocializzate il risultato è un senso di coercizione che può divenire una dura sofferenza. Noi sosteniamo che la crudeltà peggiore che gli esseri umani si infliggono l'un l'altro sia la sovrasocializzazione.

    27. Noi sosteniamo che un segmento molto importante e influente della sinistra moderna è sovrasocializzato e che questa sovrasocializzazione è di grande importanza nel determinare la direzione della sinistra moderna. La tendenza delle persone di sinistra del tipo sovrasocializzato è di appartenere alla classe media o al ceto intellettuale. Da notare che gli intellettuali universitari costituiscono il segmento più socializzato della nostra società e quello più rivolto a sinistra.

    28. Le persone di sinistra del tipo sovrasocializzato cercano di liberarsi dal guinzaglio psicologico e asserire la loro autonomia attraverso la ribellione. Ma di solito non sono così forti da ribellarsi contro i valori più fondamentali della società. Parlando in generale, gli obiettivi degli uomini della sinistra non sono in conflitto con la moralità accettata. Al contrario, la sinistra prende un principio morale accettato, lo adotta per suoi comodi, e quindi accusa la maggioranza della società di violare quel principio. Esempi: l'eguaglianza razziale, l'eguaglianza dei sessi, l'aiutare la povera gente, la pace come opposta alla guerra, la non violenza in generale, la libertà di espressione, l'amore verso gli animali; più essenzialmente il compito dell'individuo di servire la società e il compito della società di prendersi cura dell'individuo. Questi sono valori profondamente radicati della nostra società (o almeno della sua classe media e alta) da lungo tempo e che, esplicitamente o implicitamente costituiscono materia preminente per i principali mezzi di comunicazione e per il sistema educativo. Molti uomini di sinistra, specialmente quelli del tipo sovrasocializzato, di solito non si ribellano contro questi princìpi, ma giustificano la loro ostilità verso la società dichiarando (con qualche grado di verità) che essa non vive secondo quei princìpi.

    29. Qui illustriamo il modo in cui gli uomini di sinistra sovrasocializzati mostrano il loro reale attaccamento alle attitudini convenzionali della nostra società, pretendendo allo stesso tempo di ribellarsi a essa. Molte persone sinistra spingono verso una azione affermativa, perché i neri possano assumere incarichi di alto prestigio, per aumentare l'educazione nelle scuole nere e per concedere loro maggiori fondi. Il modo di vivere della "sottoclasse" nera viene visto come una disgrazia sociale. Vogliono integrare l'uomo nero nel sistema, farne un manager, un avvocato, uno scienziato così come la popolazione bianca della classe medioalta. Gli uomini di sinistra replicheranno che l'ultima cosa che farebbero sarebbe quella di rendere l'uomo nero una copia del bianco. Al contrario, vogliono preservare la cultura afroamericana. Ma in cosa consiste questa opera di conservazione? A stento si esplica in qualcosa di diverso dal mangiare, dall'ascoltare musica, dal vestirsi secondo lo stile dei neri, dal frequentare una moschea o una chiesa nera. In altre parole, può manifestarsi solo in materie superficiali. In tutti i riferimenti essenziali la maggior parte degli uomini di sinistra del tipo sovrasocializzato vuole rendere il nero conforme agli ideali bianchi della classe medio-alta. Vuole far sì che studi materie tecniche, che divenga un dirigente o uno scienziato, che spenda la sua vita salendo la scala della condizione sociale al fine di provare che la gente nera è valida quanto quella bianca. Vogliono rendere i padri neri "responsabili", vogliono che le gang di neri diventino non violente, ecc. Ma questi sono precisamente i valori del sistema industriale-tecnologico. Al sistema non interessa che tipo di musica un uomo ascolti, che tipo di vestiti indossi o che religione pratichi fino a che egli studia in una scuola, ha un lavoro rispettabile, sale la scala sociale, è un genitore responsabile, è non violento e così via. In effetti, anche se cercherà di negarlo, l'uomo di sinistra sovrasocializzato vuole integrare l'uomo nero nel sistema e far sì che adotti i suoi valori.

    30. Noi, chiaramente, non sosteniamo che gli uomini di sinistra, persino del tipo sovrasocializzato, non si ribellino mai contro i valori fondamentali della nostra società. Evidenmente qualche volto lo fanno. Alcuni uomini della sinistra sovrasocializzati si sono spinti così lontano da ribellarsi contro uno dei più importanti princìpi della società moderna, adottando la vialenza fisica. Secondo il loro punto di vista, la violenza è una forma di "liberazione". In altre parole, commettendo violenza essi rompono quelle restrizioni psicologiche che sono state loro imposte. Siccome sono sovrasocializzati, queste rerstrizioni sono state limitanti più per loro che per altri; da qui il bisogno di abbatterle per liberarsene. Ma di solito giustificano la loro ribellione in termini di valori correnti. Se essi fanno uso della violenza sostengono di combattere contro il razzismo o cose simili.

    31. Siamo consapevoli che si possa obiettare a questo schematico abbozzo della psicologia della sinistra. La situazione reale è complessa, e qualsiasi descrizione completa di essa avrebbe bisogno di diversi volumi, persino se le informazioni necessarie fos- sero disponibili. Noi sosteniamo solo di aver sommariamente delineato le due più importanti tendenze della psicologia della sinistra moderna.

    32. I problemi degli uomini di sinistra sono indicativi dei problemi della nostra società considerata nel suo complesso. Una bassa autostima, le tendenze depressive e il disfattismo non sono propri solo della sinistra. Sebbene specialmente evidenti nella sinistra, sono diffusi nella nostra società. E la società di oggi tende a socializzarsi in maniera maggiore che qualsiasi società precedente. Ci viene detto dagli esperti persino come mangiare, come fare esercizio, come fare l'amore, come far crescere i nostri bambini e via dicendo.

    Il processo del potere

    33. Gli esseri umani hanno un bisogno (probabilmente biologico) per qualcosa che noi chiameramo il "processo del potere". Questo è strettamente collegato al bisogno di potere (che è ampiamente riconosciuto) ma non è la stessa cosa. Il processo del potere ha quattro elementi. I tre più chiari sono quelli che noi chiamiamo lo scopo, lo sforzo, e il raggiungimento degli obiettivi richiede uno sforzo, e ha bisogno di riuscire a ottenere con successo almeno alcuni di essi). Il quarto elemento è più difficile da definire e può non essere indispensabile. Noi lo chiamiamo autonomia e sarà discusso in seguito (paragrafi 42-44)

    34. Consideriamo il caso ipotetico di un uomo che può ottenere qualsiasi cosa solo desiderandola. Questo individuo svilupperà seri problemi psicologici. All'inizio si divertirà soltanto; in seguito, piano piano, comincerà ad annoiarsi e a demoralizzarsi profondamente. Alla fine potrebbe divenire una persona clinicamente depressa. La storia mostra che le aristocrazie ricche tendono alla decadenza. Ciò non avviene nelle aristocrazie più combattive che devono difendersi per mantenere il loro potere. Ma le aristocrazie ricche e sicure che non hanno bisogno di impegnarsi per mantenere il loro potere di solito appaiono insoddisfatte, edonistiche e demoralizzate. Questo mostra che il potere non è tutto. Occorre avere degli obiettivi verso cui esercitare il proprio potere. .

    35. Ognuno di noi si pone degli obiettivi; se non altro per soddisfare i bisogni fisici essenziali: cibo, acqua e qualsiasi indumento e riparo siano resi necessari dal clima. Ma le aristocrazie agiate non devono compiere alcuno sforzo per questo. Da ciò nasce la loro noia e demoralizzazione.

    36. Il non conseguimento di importanti risultati sfocia nella morte se gli obiettivi sono necessità fisiche, e in frustrazione se il non conseguirli è compatibile con la sopravvivenza. Il fallimento costante nel raggiungimento degli obiettivi lungo il percorso della propria vita dà luogo al disfattismo, alla bassa autostima o alla depressione.

    37. Così per evitare seri problemi psicologici, un essere umano ha bisogno di obiettivi il cui raggiungimento richiede uno sforzo, di una certa dose di successo nel conseguirli.

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da florian Visualizza Messaggio
    La sinistra mi è indigesta per svariati motivi, ma ce n'è uno in particolare che me la fa odiare: la supponenza.
    L'uomo di sinistra pretende infatti di essere sempre un passo avanti a te: loro sono i più buoni, i più onesti e i più fighi. Sono sempre "in", mentre tu ovviamente sei "out", la pecora nera, l'escluso della compagnia.
    E' il lascito questo dell'antenato giacobino. Un tempo l'avversario si passava sotto la ghigliottina, ora ti costringono gentilmente ad una gogna mediatica. Oggi come ieri però, se non la pensi come loro non hai scampo. Non c'è dialogo che tenga, non può esservi per chi si ritiene di principio antropologicamente superiore.
    La sinistra incarna il desiderio smodato della ragione, la Dea Ragione, di dominare e sottomettere ogni cosa le sia estraneo. E' prepotenza, usurpazione, violenza verso ciò che vi è di più autentico nell'uomo: il suo spirito naturale, la sua "anima". La sinistra ritiene di doversi impossessare dell'anima umana, di doverla educare, malleare, solleticare ai propri fini. E' il Mefistofele del Faust. Come Iago in Shakespeare. E' il "male".
    sicuramente la sinistra italiana è il "male" x chi scrive e sostiene posizioni conservatrici ed indubbiamente hai fatto un quadretto esauriente del perché essa non è e non sarà mai maggioritaria in Italia. Ma volevo chiederti se rivedi il solito copione anche nel nuovo film chiamato PD....

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da perplesso666 Visualizza Messaggio
    sicuramente la sinistra italiana è il "male" x chi scrive e sostiene posizioni conservatrici ed indubbiamente hai fatto un quadretto esauriente del perché essa non è e non sarà mai maggioritaria in Italia. Ma volevo chiederti se rivedi il solito copione anche nel nuovo film chiamato PD....

    Io penso che la sinistra ottocentesca, per quanto criticabile sotto diversi aspetti avesse ad ogni modo una sua "dignità" politica. La sinistra moderna, quella che prende piede nei campus americani negli anni sessanta e a cui la retorica veltroniana si rifà consapevolmente, la ritengo invece l'espressione politica del pensiero "debole" postmoderno che ha messo in crisi la civiltà occidentale, ragione per cui ne penso tutto il male possibile.
    A tal proposito ho proposto le riflessioni di Unabomber, un anarchico assai discutibile che si è però dimostrato assolutamente lucido nel cogliere in fallo la psicologia malata dei nuovi "mandarini".

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da florian Visualizza Messaggio
    La sinistra mi è indigesta per svariati motivi, ma ce n'è uno in particolare che me la fa odiare: la supponenza.
    L'uomo di sinistra pretende infatti di essere sempre un passo avanti a te: loro sono i più buoni, i più onesti e i più fighi. Sono sempre "in", mentre tu ovviamente sei "out", la pecora nera, l'escluso della compagnia.
    E' il lascito questo dell'antenato giacobino. Un tempo l'avversario si passava sotto la ghigliottina, ora ti costringono gentilmente ad una gogna mediatica. Oggi come ieri però, se non la pensi come loro non hai scampo. Non c'è dialogo che tenga, non può esservi per chi si ritiene di principio antropologicamente superiore.
    La sinistra incarna il desiderio smodato della ragione, la Dea Ragione, di dominare e sottomettere ogni cosa le sia estraneo. E' prepotenza, usurpazione, violenza verso ciò che vi è di più autentico nell'uomo: il suo spirito naturale, la sua "anima". La sinistra ritiene di doversi impossessare dell'anima umana, di doverla educare, malleare, solleticare ai propri fini. E' il Mefistofile del Faust. Come Iago in Shakespeare. E' il "male".


    addirittura....



    p.s. il 90% dei promotori del pensiero debole postmoderno - ormai sul calar della china - dai campus universitari degli anni sessanta, negli anni 80 si sono passati a destra.

  6. #6
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