Originariamente Scritto da
compagna
l'Unità 26.4.08 (per leggere l'articolo dal sito si deve essere registrati)
Spranghe, celtiche, assalti a gay e immigrati:
a Roma l’emergenza sicurezza sono i raid neofascisti
di Eduardo Di Blasi
La spedizione a Villa Ada
gli sfregi alla Resistenza
le «missioni» nelle
scuole e le molotov
contro i centri sociali
I dati sull’andamento della criminalità nella città di Roma ci dicono che dopo il Patto per la sicurezza siglato il 18 maggio del 2007 tra ministero degli Interni e Campidoglio sono diminuiti furti, estorsioni, incendi dolosi, omicidi volontari. E sono, di contro, aumentate le rapine in banca.
Quella che non è scemata, in questi ultimi mesi, è la violenza fascista, che, dall’assalto a Villa Ada della scorsa estate, al raid al circolo Mario Mieli della settimana appena chiusa, passando per la selvaggia notte della morte di Gabriele Sandri con le caserme del Flaminio date alle fiamme e il Coni assaltato, e l’assurda falange scagliata contro la bolla del Grande Fratello a Ponte Milvio, danno il polso di una situazione che non appare per nulla «sicura». A Roma c’è una destra che ha covato una mentalità squadrista. Che è entrata nelle scuole. E che è bene che la destra «democratica» tenga a giusta distanza, anche dal punto di vista che più parrebbe esserle a cuore: la sicurezza. Lo squadrismo è una violenza che nasce dall’ignoranza, certo. Giusto ieri la Lista Civica Rutelli citava un episodio accaduto al Liceo Scientifico Statale Nomentano di Montesacro. Una studentessa che interloquisce: «Gli esperimenti nazisti sugli ebrei non furono proprio orribili, perché portarono grandi progressi alla medicina mondiale». Quando poi dalle parole si passa ai fatti, può accadere quello che giusto ieri raccontava Vincenzo Vita: «A Vigna Clara è stata aggredita Daniela Poggi che stava facendo volantinaggio per il candidato del centrosinistra». Ma è a tenerle insieme, tutte queste cose, che si comprende come questa cappa di intolleranza sia un problema di sicurezza per tutti.
Mettendo in fila gli episodi, a volerne trovare un capo più prossimo a noi, si potrebbe iniziare dall’omicidio di Renato Biagetti. Fu ucciso il 27 agosto del 2006, a 26 anni, mentre usciva da un concerto organizzato da Rifondazione sulla spiaggia di Focene, poco fuori Roma. I due aggressori avevano tatuata sul corpo la propria adesione al fascismo. Oppure si potrebbe partire dalla «bravata» dell’ultimo dell’anno 2006. Quando, nell’aprirsi al 2007, viale Libia e viale Eritrea si ritrovarono coperte di scritte antisemite. Su sette saracinesche le scritte erano vergate con vernice gialla, il colore della stella di David appuntata agli ebrei nei campi di sterminio. Il 26 gennaio 2007 al liceo Newton è un sedicenne, colpevole di aver protestato di fronte ad un volantinaggio fascista ad essere aggredito da alcuni neofascisti che non frequentavano la scuola. È il segnale di una violenza che ha iniziato a trovare nelle scuole un addentellato nella società. Nell’aprile 2007 quattro molotov vengono lanciate contro il Cantiere Sociale Tiburtino. A maggio 2007 all’uscita di una discoteca gay, quattro ragazzi tra i 18 e i 22 anni riempiono di botte un giovane. Il 28 giugno 2007 è il giorno dell’assalto a Villa Ada. Una squadraccia armata di bastoni e coltelli attende la fine del concerto della Banda Bassotti per aggredire coloro che tornano a casa. Ci sono le telecamere dei carabinieri. L’inchiesta parte subito, e quando, quasi un anno dopo, è portata a termine, i pm Saviotti e Ionta tirano i fili: in 91 pagine che motivano 16 ordinanze di custodia cautelare, c’è un mondo che tiene insieme ultras (laziali e romanisti) e militanti di Forza Nuova. Personaggi che si sono tra loro collegati in altri episodi oscuri: dall’assalto alle caserme e al Coni nella notte della morte di Sandri (11 novembre, quando un pezzo di città fu messo a ferro e fuoco), alla trasferta a Bergamo per Lazio-Atalanta, (22 settembre), con spranghe, coltelli e machete, all’incendio di una baracca di rom, il 9 ottobre seguente. L’11 luglio 2007 a Casalbertone, poco dopo l’assalto a Villa Ada, si fronteggiano con mazze, catene e coltelli, esponenti di destra e ragazzi di un’occupazione abitativa. Il video della guerriglia urbana finisce su YouTube: ci sono 6 feriti, uno accoltellato all’inguine. Due giorni dopo, il 13 luglio viene data alle fiamme la corona d’alloro sulla lapide di Porta San Paolo, ricordo della Resistenza. Il 20 settembre una quarantina di individui assalta un campo nomadi in via Tiburtina con molotov, bastoni e coltelli. Il 2 novembre tre ragazzi gay sono aggrediti alla stazione Termini. Nello stesso giorno, siamo a cavallo dell’omicidio della signora Giovanna Reggiani, una decina di italiani aggredisce con bastoni e coltelli tre romeni a Torre Angela, ferendoli gravemente.
E siamo al 2008. Il 17 febbraio a Vigne Nuove due esponenti del Blocco studentesco, aggrediscono all’uscita di casa un compagno di 19 anni. Con un tirapugni gli procurano una ferita che occorre di diversi punti di sutura. Il 23 febbraio al Mamiani compaiono scritte con offese a Franca Rame, assieme a svastiche e simboli di Fiamma Tricolore (altre ne compariranno ad aprile). Il 25 febbraio una ventina di neofascisti con spranghe e coltelli entra in un pub in via degli Etruschi devastandolo. Il 7 aprile i neofascisti distruggono un gazebo della Sinistra Arcobaleno. Il 17, infine, al grido di Duce Duce, un manipolo di idioti si accanisce con divani, estintori e tavoli del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. Ce ne sarebbe abbastanza per gridare all’allarme sicurezza. Certo poi sarebbe difficile chiedere a costoro il sostegno politico.
http://spogli.blogspot.com/#20080426Titolo6