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    Predefinito La macroregione Napolitania

    La macroregione Napolitania

    Tutto l’ex Regno delle Due Sicilie è afflitto dagli stessi problemi, i suoi popoli hanno le stesse preoccupazioni e le stesse aspirazioni per il futuro. Allo scopo di guidare lo storico ex Regno delle Due Sicilie: Sicilia ed ex Regno di Napoli, è necessaria un ampia autonomia dallo stato italiano centralinista, ed un'unica direzione per tutto l’ex Regno di Napoli e parallelamente per la Sicilia. E’ necessario perciò creare una macroregione a statuto speciale in cui dovranno fondersi le regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia in base all’articolo 132 comma 1 della costituzione “italiana”. In questa macroregione potrebbero far parte anche i territori laziali che erano parte integrante del Regno di Napoli che chiedessero in base all’articolo 132 comma 2 della costituzione “italiana” di cambiare regione. Questa macroregione in merito al Regno di Napoli esistito tra il 1302 e il 1815 si chiamerà Napolitania, ed avrà gli stessi confini continentali che ebbe il Regno di Sicilia tra il 1150 e il 1302, poi il Regno di Napoli tra il 1302 fino al 1815 ed infine il Regno delle Due Sicilie dal 1815 fino al 1861 quando il Regno di Sardegna si espanse fino alla Sicilia.

    L’autonomia dei siciliani verrebbe rispettata e la Sicilia per questo motivo non farebbe parte della macroregione. Avendo la Sicilia già il suo statuto con ampia autonomia, ai Siciliani sarebbe necessario solo una nuova classe dirigente con principi guida del duosicilianismo.

    Lo statuto della Napolitania dovrà prevedere nel suo testo articoli su: 1) Napoli capitale. 2) Autonomia legislativa. 3) Parlamento Napolitano. 4) Esecutivo eletto direttamente dal popolo. 5) Sezione Napolitana della Corte Costituzionale. 6) Criteri per le candidature alle cariche pubbliche Napolitane. 7) Devoluzione di alcuni poteri ad enti locali. 8) Province e loro confini. 9) Federalismo fiscale. 10) Banco centrale Macroregionale. 11) Doppia moneta. 12) I.V.A. differenziata. 13) Bandiera. 14) Bilinguismo. 15) Inno Macroregionale. 16) Proprietà del patrimonio architettonico, archeologico e naturalistico. 17) Scuola e formazione professionale. 18) Sicurezza del territorio. 19) Marina Mercantile. 20) Referendum per l'autodeterminazione.

    I punti programmatici degli articoli dello statuto saranno approfonditi in altri articoli che verranno pubblicati nei prossimi giorni.

    Questa idea-progetto di macroregione Napolitania spero venga considerata anche altri compatrioti con i quali potremmo cominciare ad abbozzare lo statuto che sarà uno dei documenti da presentare agli elettori per le campagne politiche degli anni a venire.

    Ognuno dovrebbe presentare la sua bozza di statuto e tutti insieme svilupperemo poi il documento definitivo.

    Siamo dispersi su un ampio territorio e come se non bastasse molti di noi sono anche emigrati. Lo sviluppo di internet e dei nuovi sistemi di comunicazione ad esso collegati possono ovviare alle distanze ed essere un valido strumento per collaborare a questa ed altre proposte.

    La Macroregione Napolitania vuole essere una proposta mediatrice tra le due anime del nostro movimento, quella indipendentista e quella riformista. Un simile assetto istituzionale riporterebbe il nostro popolo ad essere gestore del proprio futuro. Probabilmente sarebbe un passo intermedio verso l’obbiettivo finale ed anche un estremo tentativo per di risolvere i nostri problemi all’interno della repubblica italiana.

    Il mondo intorno a noi sta cambiando, nuovi sviluppi internazionali stanno aprendo altre possibilità storiche; è il momento di muoversi per non perdere queste opportunità che potrebbero non presentarsi in seguito.

    Napoli sarà il capoluogo della macroregione; qui avranno sede il parlamento, il governo, la sezione autonoma della Corte Costituzionale, la sede centrale della banca macroregionale, la direzione della polizia Napolitana, della guardia costiera macroregionale, la direzione della marina mercantile macroregionale e tutti gli altri organi direzionali ed enti che operano su tutto il territorio Napolitano.

    L’organo legislativo e quello esecutivo che sono organi collegiali, dovranno essere eletti dal popolo a suffragio universale ma in due momenti diversi. Alle elezioni dei componenti di queste istituzioni dovranno partecipare anche gli emigrati nel resto d’Italia e nel mondo ed una apposita legge regolerà il loro diritto di voto.

    L’autonomia legislativa si concretizzerà potendo legiferare su qualsiasi materia giuridica. Non solo il parlamento scriverà, approverà e promulgherà le leggi. Una legge dello stato italiano non avrà validità nel territorio della Napolitania se il parlamento Napolitano non vota favorevolmente convertendola in legge della macroregione. Lo stesso parlamento ha facoltà di modificarla per cui la legge poi approvata sarà simile ma non uguale a quella che il parlamento centrale italiano ha approvato. Questa forma di autonomia è una piccola rivoluzione dell’autonomismo non solo a livello italiano ma forse anche europeo.

    Il parlamento sarà formato da cento parlamentari. Avrà competenza su ogni materia di legge eccetto tre che rimarranno al parlamento di Roma: coniare moneta, provvedere alla difesa e la rappresentanza estera. Il numero di parlamentari sarà sicuramente inferiore alla somma dei consiglieri regionali delle sei regioni che si fonderanno nella Napolitania, un bel risparmio di danaro pubblico in stipendi per consiglieri. Un consesso che legifera per un grande territorio farà si che ci sarà una politica coerente per tutto il Sud Continentale.

    Il presidente della Napolitania si elegge a suffragio universale. La sua carica durerà quattro anni.
    Sarà eletto con elezioni diverse da quelle per il parlamento. Un sistema simile a quello degli Stati Uniti dove il presidente si elegge in un momento differente rispetto ai membri del congresso e del senato. Al presidente spetta il potere esecutivo, cioè é il capo del governo, ed é il principale responsabile degli atti politici dell’esecutivo. Egli così come il vicepresidente deve essere nato nel territorio della Napolitania. Ogni membro dell’esecutivo sarà responsabile di un assessorato. I principali saranno:Agricoltura e allevamento, Industria, Commercio e comunicazioni, Ambiente, Turismo spettacolo e sport, Cultura e scuola, Marina mercantile. Il presidente sceglie gli altri membri dell’esecutivo. Presidente, vicepresidente e tutti gli altri membri del governo non devono essere parlamentari o ricoprire altre cariche. La composizione della squadra di governo, per legge, dovrà essere resa nota dal candidato presidente all’inizio della campagna elettorale.

    La Macroregione Napolitania avrà la sua sezione separata della Corte Costituzionale così come già prevede ed è applicato secondo lo statuto della Sicilia.

    Per qualsiasi carica politica si partecipi, i candidati devono avere una serie di requisiti anche morali da cui non si deve prescindere. Ecco le caratteristiche: 1) I candidati non devono avere precedenti penali o carichi pendenti. 2) Devono avere minimo ventuno anni. Per alcune cariche anche un età minima diversa. Trentacinque anni per il presidente e il vice presidente delle Due Sicilie, trent’anni per i membri dell’esecutivo delle Due Sicilie. Venticinque anni per i parlamentari, i membri dei consigli provinciali, dei presidenti provinciali e per i sindaci. 3) Devono essere nati nel comune (se si tratta di comunali), nella provincia (se si tratta di provinciali), o nei comuni del collegio elettorale (se si tratta delle elezioni del parlamento Napolitano). Se manca questo requisito comunque è necessario risiedere nella zona interessata minimo da dieci anni.

    Il Parlamento della macroregione conferirà alcune competenze legislative alle province. Le materie da attribuire saranno trattate tra il consiglio provinciale ed il parlamento, periodicamente. In questo modo le materie potranno aumentare o diminuire. In alcune materie di legge la competenza rimarrà comunque al parlamento per le questioni che riguardano due o più province, mentre per problemi che riguardano una sola provincia, la competenza passerà alla stessa. Alcune materie però non saranno oggetto di contrattazione e rimarranno ad esclusiva competenza del parlamento: doppia moneta, gestione della banca centrale Napolitana, questioni ambientali di carattere interprovinciale, tutela e gestione del patrimonio artistico ed architettonico, sicurezza, marina mercantile.

    Lo statuto dovrà effettuare la divisione in province prevedendo il ripristino delle province continentali del Regno delle Due Sicilie tra il 1815 ed il 1860. Queste dove sarà possibile dovranno avere anche gli stessi confini.

    Il parlamento della Napolitania deciderà quali e quante tasse mettere, facendo in modo che tutto il ricavato resti nella Macroregione. Tutti i forestieri che avranno una o più succursali delle aziende nel territorio Napolitano pagheranno le tasse sugli utili alla macroregione Napolitania. Il tetto massimo d’imposta sui proventi di attività o sugli stipendi non deve superare il 5% compreso i forestieri che risiedono da almeno cinque anni nel territorio. I forestieri non residenti titolari o soci d’imprese con sedi o succursali in Napoliania pagheranno il 10% dei ricavi.

    Si dovrà creare una banca pubblica di cui tutti i Napolitani ne saranno comproprietari, il "Banco della Napolitania” con sede a Napoli e con filiali e sportelli su tutto il territorio. Questo istituto finanzierà le attività dei soli imprenditori nati in Napolitania, oppure di aspiranti imprenditori che abbiano la stessa caratteristica. I tassi e le condizioni dei prestiti dovranno essere agevolati. Il banco avrà anche importanti funzioni come traino dell’economia.

    La macroregione tramite il “Banco della Napolitania” emetterà una moneta che avrà corso legale in Napolitania insieme all’euro. Essendo la banca centrale della macroregione di proprietà popolare ogni volta che emetterà moneta il suo valore complessivo in pratica sarà accreditato a tutti i Napolitani. La moneta emessa dal “Banco della Napolitania” potrebbe essere il Tornese ed il suo cambio con l’euro sarà fisso con la possibilità di variare il cambio ogni cinque anni.

    Per le merci circolanti in Napolitania si applicherà l’I.V.A. differenziata. Quelle prodotte in Napolitania da imprese con sede e proprietari nati tutti nel territorio della macroregione pagheranno l’I.V.A. del 2%, le mercanzie prodotte da ditte con sede centrale in Napolitania e vari imprenditori nati per lo più in Napolitania pagheranno un’I.V.A. del 5%; il 10% per tutte le altre merci.

    La bandiera dell’antico Regno delle Due Sicilie, ovvero quella usata dopo il 1740, sarà la bandiera della macroregione. Essa dovrà essere issata sui pennoni di tutti gli edifici pubblici, scuole e monumenti compresi, dovrà essere posta nei pubblici uffici nelle aule scolastiche ed universitarie. La bandiera potrà essere esposta da sola o affiancandola a quella italiana.

    In tutto il territorio della macroregione deve essere adottato il Napoletano come lingua ufficiale da affiancare all'italiano. Il Napoletano deve essere insegnato in tutte le scuole dagli asili alle università.

    La macroregione Napolitania avrà il suo inno. Questo potrebbe essere quello di Giovanni Paisiello che compose nel 1787 per le Due Sicilie su commissione di Ferdinando IV. Andrebbe però modificato il testo con parole più attuali rispetto a quelle che aveva nel XVIII secolo. L’inno della macroregione sarà usato in tutte le cerimonie ufficiali sostituendolo a quello di Mameli. Sarà invece affiancato a quello di Mameli solo in occasioni in cui saranno presenti autorità del governo centrale italiano.

    La Napolitania prenderà sotto il suo completo controllo tutti i parchi nazionali, regionali, riserve di protezione dello stato, che attualmente possiede e gestisce il governo italiano ed altre aree naturalistiche gestite da enti o da associazioni o da privati; comprando se necessario le aree non in possesso di enti pubblici. Con apposita legge il parlamento macroregionale disporrà la creazione di una rete di corridoi naturalistici per collegare le varie aree protette allo scopo di consentire la variabilità genetica delle popolazioni animali. Tutto questo patrimonio naturalistico verrà protetto, valorizzato e utilizzato in maniera compatibile alle esigenze di conservazione della natura per scopi turistici.
    La Napolitania valorizzerà, tutelerà, e restaurerà il patrimonio architettonico e archeologico. Questa opera ha due finalità: una morale e una economica. La conservazione delle antiche vestigia e la conoscenza della nostra storia a tutti i Napolitani, mostrando l’operosità e le qualità dei nostri avi e additarle come esempio per il futuro e come fattore d’orgoglio della grandezza delle Nazione Napoletana al cospetto delle altre popolazioni, questa è la finalità morale: la più importante e nobile. Il nostro patrimonio architettonico e monumentale è pari ad un terzo di quello di tutta la Terra ed è molto oneroso perseguire gli scopi su citati, “senza sorde nun se cantano messe”, è importante valorizzare ogni singolo monumento e usare i proventi ottenuti dalle visite guidate, per il loro restauro e manutenzione. I visitatori nati in Napolitania pagheranno sempre la metà di quello che pagherebbero i forestieri, questo allo scopo di favorire la conoscenza del nostro patrimonio architettonico e archeologico; è indispensabile conoscere quello che si possiede per poterlo tutelare.

    La scuola in Napolitania dipenderà economicamente dal parlamento di Napoli. La gestione didattica sarà appannaggio delle province. Le materie saranno uguali per tutto il territorio. I programmi avranno un nucleo fisso ed una parte che cambierà da provincia a provincia. La lingua e la letteratura Napoletana sarà una delle materie di studio. Ogni provincia introdurrà lo studio di opere minori e letterati della propria zona. La storia, avrà un programma diverso; il passato delle Due Sicilie, visto in una chiave non offensiva ed in modo che possa farci sentire orgogliosi delle nostre radici. Un'altra materia si occuperà delle tradizioni e del folklore Napolitani sia degli aspetti diffusi in tutto il territorio macroregionale sia delle tradizioni folkloristiche locali. Lo studio delle lingue straniere dovrà includere due idiomi a scelta tra: inglese, francese, spagnolo, russo ed arabo. Un particolare rilievo bisogna dare alla formazione professionale, tenendo conto sia delle esigenze di mercato sia all’avviamento dei giovani ai mestieri della nostra tradizione.
    La scuola sarà organizzata in due livelli: “studi inferiori” e “studi superiori”. I primi dureranno otto anni, sono riservati agli alunni dai sei ai quattordici anni. Gli studi professionali dureranno quattro anni divisi in due bienni. Il primo biennio avrà due indirizzi generali: umanistico e tecnico scientifico. Ci saranno materie basi uguali per tutti per accedere ai due anni successivi. Nel secondo biennio si avrà un’ulteriore specializzazione conseguenza del tipo d’indirizzo scelto nel primo biennio. Le materie di studio saranno finalizzate a dare una preparazione specifica in modo da aver la possibilità di lavorare nel settore degli studi prescelti. Ogni tipo di diploma sarà un titolo completo; l’iscrizione all’università deve essere fatta solo per una scelta fermamente motivata. Completano gli studi professionali le varie facoltà universitarie.
    Nella scuola Napolitana il ruolo degli insegnanti deve essere primario non solo per la didattica ma anche come educatori. A tale scopo i docenti devono vestire in maniera sobria ed avere una condotta morale irreprensibile oltre a non fumare. Il trucco delle insegnanti deve essere poco appariscente. Tutto questo serve per dare l’esempio ai discenti. Il fumo deve essere vietato in tutti i locali delle scuole, dal personale docente, non docente agli allievi e ad eventuali visitatori. Le province emetteranno i regolamenti sul comportamento dei docenti tenendo conto di una legge quadro macroregionale.

    La Napolitania si doterà di una sua polizia e di una sua guardia costiera. I poliziotti e gli addetti alla guardia costiera, nati nel territorio Napolitano e in servizio nello stesso, passeranno dai corpi così come sono nella repubblica italiana e quelli della Napolitania con la stessa anzianità, grado e retribuzione. Poliziotti e militari nati in Napolitania che lavorano fuori di essa potranno in seguito fare domanda di assunzione, questi non perderanno il grado e la retribuzione, ma la loro anzianità decorrerà dal momento dell’entrata in servizio nel corpi Napolitani. La Macroregione deciderà anche su come dovrà essere la divisa ed i gradi dei poliziotti e degli effettivi della guardia costiera.

    La Napolitania si doterà di una marina mercantile autonoma le cui navi batteranno la bandiera che è stata dell’antico Regno delle Due Sicilie. Ci sarà una bassissima pressione fiscale per ogni armatore non Napolitano che metterà una flotta non inferiore a cinquanta unità e un minimo tonnellaggio sotto questa bandiera; un altro obbligo è di avere la sede nel territorio della Napolitania. I Napoletani invece potranno costituire flotte senza limite minino di navi e tonnellaggio.

    La Macroregione Napolitania si avvarrà del referendum per l’autodeterminazione. Questo strumento sarà di due tipi: locale e macroregionale. Il referendum di autodeterminazione locale verrebbe richiesto dalla popolazione di un comune che da una deliberazione del governo macroregionale o dal parlamento macroregionale o del consiglio provinciale vedrebbe leso un suo diritto. Il referendum con esito positivo ribadirebbe il diritto della popolazione locale, per cui le istituzioni superiori dovrebbero rispettare l’esito del referendum. Il referendum di autodeterminazione macroregionale si indice per far valere un diritto leso dalla popolazione della Napolitania da una deliberazione del governo macroregionale, dal parlamento macroregionale, dal parlamento italiano e dal governo italiano. Modalità per richiedere i referendum ed eventuale quorum per la loro validità saranno stabiliti dallo statuto della macroregione.


    Joseph Epomeo

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    Citazione Originariamente Scritto da Joseph Epomeo Visualizza Messaggio
    La macroregione Napolitania

    Tutto l’ex Regno delle Due Sicilie è afflitto dagli stessi problemi, i suoi popoli hanno le stesse preoccupazioni e le stesse aspirazioni per il futuro. Allo scopo di guidare lo storico ex Regno delle Due Sicilie: Sicilia ed ex Regno di Napoli, è necessaria un ampia autonomia dallo stato italiano centralinista, ed un'unica direzione per tutto l’ex Regno di Napoli e parallelamente per la Sicilia. E’ necessario perciò creare una macroregione a statuto speciale in cui dovranno fondersi le regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia in base all’articolo 132 comma 1 della costituzione “italiana”. In questa macroregione potrebbero far parte anche i territori laziali che erano parte integrante del Regno di Napoli che chiedessero in base all’articolo 132 comma 2 della costituzione “italiana” di cambiare regione. Questa macroregione in merito al Regno di Napoli esistito tra il 1302 e il 1815 si chiamerà Napolitania, ed avrà gli stessi confini continentali che ebbe il Regno di Sicilia tra il 1150 e il 1302, poi il Regno di Napoli tra il 1302 fino al 1815 ed infine il Regno delle Due Sicilie dal 1815 fino al 1861 quando il Regno di Sardegna si espanse fino alla Sicilia.

    L’autonomia dei siciliani verrebbe rispettata e la Sicilia per questo motivo non farebbe parte della macroregione. Avendo la Sicilia già il suo statuto con ampia autonomia, ai Siciliani sarebbe necessario solo una nuova classe dirigente con principi guida del duosicilianismo.

    Lo statuto della Napolitania dovrà prevedere nel suo testo articoli su: 1) Napoli capitale. 2) Autonomia legislativa. 3) Parlamento Napolitano. 4) Esecutivo eletto direttamente dal popolo. 5) Sezione Napolitana della Corte Costituzionale. 6) Criteri per le candidature alle cariche pubbliche Napolitane. 7) Devoluzione di alcuni poteri ad enti locali. 8) Province e loro confini. 9) Federalismo fiscale. 10) Banco centrale Macroregionale. 11) Doppia moneta. 12) I.V.A. differenziata. 13) Bandiera. 14) Bilinguismo. 15) Inno Macroregionale. 16) Proprietà del patrimonio architettonico, archeologico e naturalistico. 17) Scuola e formazione professionale. 18) Sicurezza del territorio. 19) Marina Mercantile. 20) Referendum per l'autodeterminazione.

    I punti programmatici degli articoli dello statuto saranno approfonditi in altri articoli che verranno pubblicati nei prossimi giorni.

    Questa idea-progetto di macroregione Napolitania spero venga considerata anche altri compatrioti con i quali potremmo cominciare ad abbozzare lo statuto che sarà uno dei documenti da presentare agli elettori per le campagne politiche degli anni a venire.

    Ognuno dovrebbe presentare la sua bozza di statuto e tutti insieme svilupperemo poi il documento definitivo.

    Siamo dispersi su un ampio territorio e come se non bastasse molti di noi sono anche emigrati. Lo sviluppo di internet e dei nuovi sistemi di comunicazione ad esso collegati possono ovviare alle distanze ed essere un valido strumento per collaborare a questa ed altre proposte.

    La Macroregione Napolitania vuole essere una proposta mediatrice tra le due anime del nostro movimento, quella indipendentista e quella riformista. Un simile assetto istituzionale riporterebbe il nostro popolo ad essere gestore del proprio futuro. Probabilmente sarebbe un passo intermedio verso l’obbiettivo finale ed anche un estremo tentativo per di risolvere i nostri problemi all’interno della repubblica italiana.

    Il mondo intorno a noi sta cambiando, nuovi sviluppi internazionali stanno aprendo altre possibilità storiche; è il momento di muoversi per non perdere queste opportunità che potrebbero non presentarsi in seguito.

    Napoli sarà il capoluogo della macroregione; qui avranno sede il parlamento, il governo, la sezione autonoma della Corte Costituzionale, la sede centrale della banca macroregionale, la direzione della polizia Napolitana, della guardia costiera macroregionale, la direzione della marina mercantile macroregionale e tutti gli altri organi direzionali ed enti che operano su tutto il territorio Napolitano.

    L’organo legislativo e quello esecutivo che sono organi collegiali, dovranno essere eletti dal popolo a suffragio universale ma in due momenti diversi. Alle elezioni dei componenti di queste istituzioni dovranno partecipare anche gli emigrati nel resto d’Italia e nel mondo ed una apposita legge regolerà il loro diritto di voto.

    L’autonomia legislativa si concretizzerà potendo legiferare su qualsiasi materia giuridica. Non solo il parlamento scriverà, approverà e promulgherà le leggi. Una legge dello stato italiano non avrà validità nel territorio della Napolitania se il parlamento Napolitano non vota favorevolmente convertendola in legge della macroregione. Lo stesso parlamento ha facoltà di modificarla per cui la legge poi approvata sarà simile ma non uguale a quella che il parlamento centrale italiano ha approvato. Questa forma di autonomia è una piccola rivoluzione dell’autonomismo non solo a livello italiano ma forse anche europeo.

    Il parlamento sarà formato da cento parlamentari. Avrà competenza su ogni materia di legge eccetto tre che rimarranno al parlamento di Roma: coniare moneta, provvedere alla difesa e la rappresentanza estera. Il numero di parlamentari sarà sicuramente inferiore alla somma dei consiglieri regionali delle sei regioni che si fonderanno nella Napolitania, un bel risparmio di danaro pubblico in stipendi per consiglieri. Un consesso che legifera per un grande territorio farà si che ci sarà una politica coerente per tutto il Sud Continentale.

    Il presidente della Napolitania si elegge a suffragio universale. La sua carica durerà quattro anni.
    Sarà eletto con elezioni diverse da quelle per il parlamento. Un sistema simile a quello degli Stati Uniti dove il presidente si elegge in un momento differente rispetto ai membri del congresso e del senato. Al presidente spetta il potere esecutivo, cioè é il capo del governo, ed é il principale responsabile degli atti politici dell’esecutivo. Egli così come il vicepresidente deve essere nato nel territorio della Napolitania. Ogni membro dell’esecutivo sarà responsabile di un assessorato. I principali saranno:Agricoltura e allevamento, Industria, Commercio e comunicazioni, Ambiente, Turismo spettacolo e sport, Cultura e scuola, Marina mercantile. Il presidente sceglie gli altri membri dell’esecutivo. Presidente, vicepresidente e tutti gli altri membri del governo non devono essere parlamentari o ricoprire altre cariche. La composizione della squadra di governo, per legge, dovrà essere resa nota dal candidato presidente all’inizio della campagna elettorale.

    La Macroregione Napolitania avrà la sua sezione separata della Corte Costituzionale così come già prevede ed è applicato secondo lo statuto della Sicilia.

    Per qualsiasi carica politica si partecipi, i candidati devono avere una serie di requisiti anche morali da cui non si deve prescindere. Ecco le caratteristiche: 1) I candidati non devono avere precedenti penali o carichi pendenti. 2) Devono avere minimo ventuno anni. Per alcune cariche anche un età minima diversa. Trentacinque anni per il presidente e il vice presidente delle Due Sicilie, trent’anni per i membri dell’esecutivo delle Due Sicilie. Venticinque anni per i parlamentari, i membri dei consigli provinciali, dei presidenti provinciali e per i sindaci. 3) Devono essere nati nel comune (se si tratta di comunali), nella provincia (se si tratta di provinciali), o nei comuni del collegio elettorale (se si tratta delle elezioni del parlamento Napolitano). Se manca questo requisito comunque è necessario risiedere nella zona interessata minimo da dieci anni.

    Il Parlamento della macroregione conferirà alcune competenze legislative alle province. Le materie da attribuire saranno trattate tra il consiglio provinciale ed il parlamento, periodicamente. In questo modo le materie potranno aumentare o diminuire. In alcune materie di legge la competenza rimarrà comunque al parlamento per le questioni che riguardano due o più province, mentre per problemi che riguardano una sola provincia, la competenza passerà alla stessa. Alcune materie però non saranno oggetto di contrattazione e rimarranno ad esclusiva competenza del parlamento: doppia moneta, gestione della banca centrale Napolitana, questioni ambientali di carattere interprovinciale, tutela e gestione del patrimonio artistico ed architettonico, sicurezza, marina mercantile.

    Lo statuto dovrà effettuare la divisione in province prevedendo il ripristino delle province continentali del Regno delle Due Sicilie tra il 1815 ed il 1860. Queste dove sarà possibile dovranno avere anche gli stessi confini.

    Il parlamento della Napolitania deciderà quali e quante tasse mettere, facendo in modo che tutto il ricavato resti nella Macroregione. Tutti i forestieri che avranno una o più succursali delle aziende nel territorio Napolitano pagheranno le tasse sugli utili alla macroregione Napolitania. Il tetto massimo d’imposta sui proventi di attività o sugli stipendi non deve superare il 5% compreso i forestieri che risiedono da almeno cinque anni nel territorio. I forestieri non residenti titolari o soci d’imprese con sedi o succursali in Napoliania pagheranno il 10% dei ricavi.

    Si dovrà creare una banca pubblica di cui tutti i Napolitani ne saranno comproprietari, il "Banco della Napolitania” con sede a Napoli e con filiali e sportelli su tutto il territorio. Questo istituto finanzierà le attività dei soli imprenditori nati in Napolitania, oppure di aspiranti imprenditori che abbiano la stessa caratteristica. I tassi e le condizioni dei prestiti dovranno essere agevolati. Il banco avrà anche importanti funzioni come traino dell’economia.

    La macroregione tramite il “Banco della Napolitania” emetterà una moneta che avrà corso legale in Napolitania insieme all’euro. Essendo la banca centrale della macroregione di proprietà popolare ogni volta che emetterà moneta il suo valore complessivo in pratica sarà accreditato a tutti i Napolitani. La moneta emessa dal “Banco della Napolitania” potrebbe essere il Tornese ed il suo cambio con l’euro sarà fisso con la possibilità di variare il cambio ogni cinque anni.

    Per le merci circolanti in Napolitania si applicherà l’I.V.A. differenziata. Quelle prodotte in Napolitania da imprese con sede e proprietari nati tutti nel territorio della macroregione pagheranno l’I.V.A. del 2%, le mercanzie prodotte da ditte con sede centrale in Napolitania e vari imprenditori nati per lo più in Napolitania pagheranno un’I.V.A. del 5%; il 10% per tutte le altre merci.

    La bandiera dell’antico Regno delle Due Sicilie, ovvero quella usata dopo il 1740, sarà la bandiera della macroregione. Essa dovrà essere issata sui pennoni di tutti gli edifici pubblici, scuole e monumenti compresi, dovrà essere posta nei pubblici uffici nelle aule scolastiche ed universitarie. La bandiera potrà essere esposta da sola o affiancandola a quella italiana.

    In tutto il territorio della macroregione deve essere adottato il Napoletano come lingua ufficiale da affiancare all'italiano. Il Napoletano deve essere insegnato in tutte le scuole dagli asili alle università.

    La macroregione Napolitania avrà il suo inno. Questo potrebbe essere quello di Giovanni Paisiello che compose nel 1787 per le Due Sicilie su commissione di Ferdinando IV. Andrebbe però modificato il testo con parole più attuali rispetto a quelle che aveva nel XVIII secolo. L’inno della macroregione sarà usato in tutte le cerimonie ufficiali sostituendolo a quello di Mameli. Sarà invece affiancato a quello di Mameli solo in occasioni in cui saranno presenti autorità del governo centrale italiano.

    La Napolitania prenderà sotto il suo completo controllo tutti i parchi nazionali, regionali, riserve di protezione dello stato, che attualmente possiede e gestisce il governo italiano ed altre aree naturalistiche gestite da enti o da associazioni o da privati; comprando se necessario le aree non in possesso di enti pubblici. Con apposita legge il parlamento macroregionale disporrà la creazione di una rete di corridoi naturalistici per collegare le varie aree protette allo scopo di consentire la variabilità genetica delle popolazioni animali. Tutto questo patrimonio naturalistico verrà protetto, valorizzato e utilizzato in maniera compatibile alle esigenze di conservazione della natura per scopi turistici.
    La Napolitania valorizzerà, tutelerà, e restaurerà il patrimonio architettonico e archeologico. Questa opera ha due finalità: una morale e una economica. La conservazione delle antiche vestigia e la conoscenza della nostra storia a tutti i Napolitani, mostrando l’operosità e le qualità dei nostri avi e additarle come esempio per il futuro e come fattore d’orgoglio della grandezza delle Nazione Napoletana al cospetto delle altre popolazioni, questa è la finalità morale: la più importante e nobile. Il nostro patrimonio architettonico e monumentale è pari ad un terzo di quello di tutta la Terra ed è molto oneroso perseguire gli scopi su citati, “senza sorde nun se cantano messe”, è importante valorizzare ogni singolo monumento e usare i proventi ottenuti dalle visite guidate, per il loro restauro e manutenzione. I visitatori nati in Napolitania pagheranno sempre la metà di quello che pagherebbero i forestieri, questo allo scopo di favorire la conoscenza del nostro patrimonio architettonico e archeologico; è indispensabile conoscere quello che si possiede per poterlo tutelare.

    La scuola in Napolitania dipenderà economicamente dal parlamento di Napoli. La gestione didattica sarà appannaggio delle province. Le materie saranno uguali per tutto il territorio. I programmi avranno un nucleo fisso ed una parte che cambierà da provincia a provincia. La lingua e la letteratura Napoletana sarà una delle materie di studio. Ogni provincia introdurrà lo studio di opere minori e letterati della propria zona. La storia, avrà un programma diverso; il passato delle Due Sicilie, visto in una chiave non offensiva ed in modo che possa farci sentire orgogliosi delle nostre radici. Un'altra materia si occuperà delle tradizioni e del folklore Napolitani sia degli aspetti diffusi in tutto il territorio macroregionale sia delle tradizioni folkloristiche locali. Lo studio delle lingue straniere dovrà includere due idiomi a scelta tra: inglese, francese, spagnolo, russo ed arabo. Un particolare rilievo bisogna dare alla formazione professionale, tenendo conto sia delle esigenze di mercato sia all’avviamento dei giovani ai mestieri della nostra tradizione.
    La scuola sarà organizzata in due livelli: “studi inferiori” e “studi superiori”. I primi dureranno otto anni, sono riservati agli alunni dai sei ai quattordici anni. Gli studi professionali dureranno quattro anni divisi in due bienni. Il primo biennio avrà due indirizzi generali: umanistico e tecnico scientifico. Ci saranno materie basi uguali per tutti per accedere ai due anni successivi. Nel secondo biennio si avrà un’ulteriore specializzazione conseguenza del tipo d’indirizzo scelto nel primo biennio. Le materie di studio saranno finalizzate a dare una preparazione specifica in modo da aver la possibilità di lavorare nel settore degli studi prescelti. Ogni tipo di diploma sarà un titolo completo; l’iscrizione all’università deve essere fatta solo per una scelta fermamente motivata. Completano gli studi professionali le varie facoltà universitarie.
    Nella scuola Napolitana il ruolo degli insegnanti deve essere primario non solo per la didattica ma anche come educatori. A tale scopo i docenti devono vestire in maniera sobria ed avere una condotta morale irreprensibile oltre a non fumare. Il trucco delle insegnanti deve essere poco appariscente. Tutto questo serve per dare l’esempio ai discenti. Il fumo deve essere vietato in tutti i locali delle scuole, dal personale docente, non docente agli allievi e ad eventuali visitatori. Le province emetteranno i regolamenti sul comportamento dei docenti tenendo conto di una legge quadro macroregionale.

    La Napolitania si doterà di una sua polizia e di una sua guardia costiera. I poliziotti e gli addetti alla guardia costiera, nati nel territorio Napolitano e in servizio nello stesso, passeranno dai corpi così come sono nella repubblica italiana e quelli della Napolitania con la stessa anzianità, grado e retribuzione. Poliziotti e militari nati in Napolitania che lavorano fuori di essa potranno in seguito fare domanda di assunzione, questi non perderanno il grado e la retribuzione, ma la loro anzianità decorrerà dal momento dell’entrata in servizio nel corpi Napolitani. La Macroregione deciderà anche su come dovrà essere la divisa ed i gradi dei poliziotti e degli effettivi della guardia costiera.

    La Napolitania si doterà di una marina mercantile autonoma le cui navi batteranno la bandiera che è stata dell’antico Regno delle Due Sicilie. Ci sarà una bassissima pressione fiscale per ogni armatore non Napolitano che metterà una flotta non inferiore a cinquanta unità e un minimo tonnellaggio sotto questa bandiera; un altro obbligo è di avere la sede nel territorio della Napolitania. I Napoletani invece potranno costituire flotte senza limite minino di navi e tonnellaggio.

    La Macroregione Napolitania si avvarrà del referendum per l’autodeterminazione. Questo strumento sarà di due tipi: locale e macroregionale. Il referendum di autodeterminazione locale verrebbe richiesto dalla popolazione di un comune che da una deliberazione del governo macroregionale o dal parlamento macroregionale o del consiglio provinciale vedrebbe leso un suo diritto. Il referendum con esito positivo ribadirebbe il diritto della popolazione locale, per cui le istituzioni superiori dovrebbero rispettare l’esito del referendum. Il referendum di autodeterminazione macroregionale si indice per far valere un diritto leso dalla popolazione della Napolitania da una deliberazione del governo macroregionale, dal parlamento macroregionale, dal parlamento italiano e dal governo italiano. Modalità per richiedere i referendum ed eventuale quorum per la loro validità saranno stabiliti dallo statuto della macroregione.


    Joseph Epomeo

    Finalmente uno che parla chiaro anche se un po prolisso. Bravo condivido pienamente il discorso dell'autonomia Siciliana. Non hanno ancora capito che se si formasse uno stato del sud, la Sicilia verrebbe equiparata a tutti perdendo lo statuto speciale. Se invece vuole conservare la sua autonomia, ben venga ma che si crei un suo partito e si unisca in una confederazione elettorale. Ma perchè gli ideologi di questi benedetti partiti non capiscono un concetto così banale?

  3. #3
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    caro Joseph bhè tu parli di macroregione, di attuazione dell'art 132 della carta fondamentale etc etc etc, prevedendo poi un progetto completo ed esauriente, forse fin troppo..
    però consentimi una cosa ciò che esponi tu mi sembra un po' esagerato forse utopico a meno che, secondo i dettami del diritto internazionale, non effettuiamo una forte azione di autodeterminazione che in parole povere si chiama rivoluzione e separatismo.
    solo così si potrebbe cambiare tanto profondamente la forma di stato e di governo cioè applicare in maniera efficace e definitiva la teoria sistemica sì, ma per un sistema NUOVO!!!
    e perchè no??
    ciao

  4. #4
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