Clandestini rispediti al mittente - Finalmente un accordo con la Libia
E' successo quello che civiltà vuole: i clandestini sui barconi fermi al largo di Lampedusa sono stati inviati al mittente. E tanti saluti. Anziché litigarseli con Malta, l'Italia li ha rispediti a Tripoli, accompagnati da tre motovedette italiane, due della Guardia Costiera e una della Guardia di Finanza. I 227 clandestini, tra cui 40 donne, soccorsi ieri su tre barconi nel Canale di Sicilia, sono ora in Libia.
Gli immigrati avevano lanciato ieri l'Sos mentre si trovavano a Sud di Lampedusa, in acque internazionali di competenza maltese per quanto riguarda le operazioni di ricerca e soccorso. Dopo un nuovo scontro diplomatico con Malta, da Lampedusa erano salpate le tre motovedette che hanno poi raccolto i 227 extracomunitari. Le trattative tra l'Italia e la Libia hanno poi portato in serata alla decisione di rimpatriare immediatamente i clandestini che erano partiti dalle coste nordafricane. Una decisione che ha incontrato il plauso anche del governo maltese. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha definito l'accordo con le autorità di Tripoli "una svolta nel contrasto all'immigrazione clandestina", ricordando che il 15 maggio partirà anche il pattugliamento congiunto Italia-Libia.
Quello che sta succedendo in queste ore "può rappresentare una svolta nel contrasto all'immigrazione clandestina", ha detto Maroni. "In questi momenti - ha spiegato - le nostre motovedette stanno restituendo alla Libia migranti partiti da quelle coste. E' un risultato storico a cui abbiamo lavorato per un anno e nei prossimi giorni partirà anche il pattugliamento congiunto tra Italia e Libia". Se l'operazione fatta oggi, ha aggiunto, "continuerà, il problema del contrasto tra Italia e Malta sull'accoglimento dei clandestini sarà risolto perché in qualunque acqua si trovino i barconi saranno rispediti in Libia da dove sono partiti". Quanto a Malta, ha concluso, "noi siamo andati oltre 600 volte a recuperare migranti in acque maltesi. Ho deciso che da ora in avanti ciò che è compito nostro lo faremo e ciò che non lo è non lo faremo". Amen.
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