Originariamente Scritto da
Filippo Strozzi
La sconfitta di Veltroni, crediamo non cambierà il futuro della “Gioiosa Macchina da Guerra” del Partito Democratico, tutt’altro. Avremo tra qualche anno una coalizione Liberal all’americana, non sappiamo se vi saranno dentro, anche tendenze caotiche come i “cowboy democratici”, ma diciamo che l’azzeramento parlamentare della Sinistra Radicale, può indicare comunque qualcosa.
Per adesso, il Pd si allea con l’Italia dei Valori, del super-sbirro Di Pietro (sembra quasi rivedere quell’alleanza economica-giudiziaria che anticipò Mani Pulite… Prodi-Iri-Nomisma-Goldman Sachs da una parte, insomma la finanza e l’industrialismo catto/sionista e, dall’altra, Di Pietro-Magistratura politicizzata-Pds), che ebbe un successo discreto. Ma quello che scricchiola tra le rovine elettorali della Sinistra l’Arcobaleno, può indicare una futura scissione verso quel Pd oggi combattuto.
Pensiamo ai Verdi, che sembrano sempre più deragliare verso i Neogreen yankees (Nuovi Verdi), rappresentati da cittadini non impegnati in prima persona nelle strade, di ceto medio-alto, che rivendicando l’acquisto “verde”, mettono mano al portafoglio per acquistare “beni ecologici” (pannelli solari, centrali eoliche, macchine ibride/idrogeno, abiti confezionati con fibre ecologiche).
Pensiamo agli stessi Radicali Transnazionali (Bonino-Pannella) che possono esser tranquillamente rifarsi alla signora Nancy Pelosi, in prima linea contro l’amministrazione Bush, vera anima di quella che molti chiamano “l’assalto democratico alla Casa Bianca”, cerniera tra i movimenti di lesbiche e gay, e l’intransigente condanna del “terrorismo arabo”. Un aneddoto curioso, è l’incontro con Bashar Assad a Damasco, dove Nancy (Pelosi in onore al marito multimilionario) rimprovera la Siria dei finanziamenti ad Hamas, Hezbollah e resistenza irachena. Altra cerniera importante nel PD italico, è il rapporto stretto contratto dai pannelliani con George Soros, consolidato punto di riferimento negli Usa, a livello economico per la galassia Liberal, gravitante intorno al partito dell’ asino a stelle e strisce. Questo sionista di origine ungherese (già conosciuto dagli italiani per aver speculato sulla lira provocando una feroce svalutazione e la susseguente mega-stangata di Amato… che gli dei lo stramaledicano!), è diventato il tesoriere del partito democratico americano, il 6 agosto 2004, in una riunione semi-clandestina ad Aspen, tenuta insieme ad altri 4 ricconi (Peter Lewis, John Sperling e i fratelli Sandler). La “fortuna” di questo spregevole luminare della speculazione finanziaria è valutata in 7,2 miliardi di dollari. Tramite i suoi legami culturali ed etnici, a New York ha fondato il famigerato Open Society Institute vera associazione/lobby mondialista. Come l’ecumenico Veltroni che negli anni di sindaco a Roma ha trasformato la capitale, in passerella di attori e attrici americani, ma più sontuosamente, ha fatto diventare la sua villa El Mirador a Long Island, il crocevia di un via vai di attori, intellettuali, star alla Bono, economisti dal volto umano tipo J. Stiglitz, e tanti altri soloni ipocriti dell’umanitarismo.
Insomma, nel Pd di Veltroni le dritte vie al denaro, sono già presenti e ben delineate (con un Pannella che potrebbe far da garante). Anche le prime reazioni del Ds (ora Sd) il post-compagno Fabio Mussi, fanno adombrare il suo rientro tardivo nella formazione Pd, rientro che porterebbe con sé parti dei moderati rossi, che sicuramente rifiuteranno di confluire in un Partito Comunista Italiano resuscitato da Diliberto (peraltro i voti della “sinistra Ds”, sono mancati totalmente alla formazione rosso-arcobaleno) che, quantomeno, ha il merito di essere conseguente alla sua linea politica.
Una corrente Sinistra Democratica Arcobaleno, in futuro si formerà dalle viscere del Pd veltroniano, sul modello dato per vincente alle prossime elezioni presidenziali Usa.
Un democraticismo yenkee che va dai liberal pro-diritti civili, dai militanti ambientalisti come Al Gore, dagli attivisti anti-Bush e anti-guerra, vicini al mondo no-global, ad intellettuali tipo Chomsky, a registi tipo Moore, a politici potenti quali il mefistofelico finanziatore dei Talibani e di al Qaida Brzezinski, alla criminale Madeleine Albright, alla coppia Clinton, ad Obama fino a quei Democratici del Sud che credono in politiche anti-abortiste (si pensi da noi alla Binetti) e che sono stati ingaggiati per contendere il voto moderato (conservatorismo democratico) ai repubblicani in zone difficili tipo il Texas.
Quindi, se il riferimento ideale storico non soltanto di Veltroni, ma di tutta la dirigenza neo-democratica, è il Partito Democratico Usa, anche quello italiano può aspirare ad diventare quel laboratorio (curioso! E’ un termine abusato dal Pd nella campagna elettorale) liberal-progressista finanziato da banche, grande capitale e massonerie varie.
Questa analisi politica potrà esser smentita tra pochi mesi, ma è un fatto che oggi il panorama politico italiano liberal-progressista sia su questo cammino.
La Sinistra Arcobaleno, se vorrà vegetare, dovrà integrarsi nel Partito Democratico (e chi sa se tale risultato elettorale non è stato “creato” a tavolino, per giungere a queste premesse…), e ne diverrà una parte minoritaria ma importante.
Escono dalla porta, per rientrare dalla finestra.
Davide D' Amario, 20 aprile 2008
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