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Discussione: Il tempo è denaro

  1. #21
    never care for what they do
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    Citazione Originariamente Scritto da MrBojangles Visualizza Messaggio
    Nemmeno, Indy.
    We are in a black well ...
    dobbiamo fare di tutto allora, affinchè le pareti diventino ruvide per aggrapparci e piano piano risalire.
    io per esempio.. mi manca l'aria.

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da Indemoniata Visualizza Messaggio
    dobbiamo fare di tutto allora, affinchè le pareti diventino ruvide per aggrapparci e piano piano risalire.
    io per esempio.. mi manca l'aria.
    Posso capirti.
    Ma, mi sono consumato le "unghie" nel tentativo di risalire da questo pozzo: e il mio Paese, con l'ultimo voto, m'ha detto (in pratica) che sono uno stronzo.
    "Non capisco ma mi adeguo".

  3. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da MrBojangles Visualizza Messaggio
    Fece la manovra correttiva (sui disastri bananas) da 4 mld, il Mortazza.
    Che, ahinoi, le priorità erano quelle; e lo sono tutt'oggi, grazie agli affossatori del precedente governo.

    Non date sempre informazioni parziali e deformate, ci credete pure !
    http://www.loccidentale.it/node/16755
    La vera eredità di Prodi e Tps è fatta di conti pubblici fallati

    di Piercamillo Falasca
    Parola di Romano Prodi: "I conti che lascio sono ottimi, abbiamo risanato il bilancio dello Stato. Questo sarà ricordato dalla storia. I tempi sono duri perché abbiamo punti interrogativi sulla congiuntura internazionale. Non sappiamo ancora se sia crisi o recessione dura".
    Al di là dei toni trionfali (la storia registra altre cose, non certo i dati sul deficit pubblico), a sentire il premier uscente il prossimo governo Berlusconi troverebbe in eredità un paese in difficoltà economica, a causa di variabili internazionali non governabili, ma con il bilancio pubblico risanato.
    Evidente la prima cosa, falsa la seconda. Vediamo perché.
    La “vulgata” degli ultimi due anni, ribadita in questa campagna elettorale, narra che il centrodestra avrebbe lasciato le finanze pubbliche allo sbando e che Prodi, con Visco e Padoa Schioppa, le abbia risanate. I sostenitori di questa versione dei fatti argomentano la cosa con numeri (per loro) incontrovertibili: il rapporto deficit-Pil passato dal 4,1 per cento del 2006 all’1,9 per cento del 2007, con l’obiettivo per il 2008 fissato dalla Finanziaria al 2,2; il debito pubblico del 2007 pari al 104 per cento del prodotto interno, in calo rispetto al 106,5 dell’anno precedente. Se l’economia fosse pura ragioneria non ci sarebbe discussione. Ma non è così.
    Nel 2006 il valore effettivo del deficit era del 2,4 per cento del Pil, si arrivò al 4,1 perché il governo decise di “caricare” contabilmente su quell’anno i costi della sentenza della Corte Ue sull’IVA relativa alle auto aziendali, per “scaricare” solo sul governo Berlusconi (autore della Finanziaria per il 2006) le responsabilità dello sforamento dei parametri di Maastricht.
    Il “risanamento” è avvenuto, di fatto, solo sul fronte delle entrate. La pressione fiscale ha raggiunto il 43,3 per cento del Pil, il dato più alto degli ultimi dieci anni. Tra maggiori tasse, tesoretti inattesi (o, come da sempre sostiene Mario Baldassari, volutamente nascosti) e crescita economica più sostenuta, le entrate del 2007 sono aumentate di quasi cento miliardi rispetto a due anni prima. A questo straordinario afflusso di soldi nei forzieri dello Stato ha corrisposto, però, un altrettanto eccezionale deflusso: la spesa pubblica raggiunge ormai il 50 per cento del Pil, con una crescita reale della spesa corrente – al netto degli interessi - che lavoce.info ha stimato pari all’1,3 per cento, valore cui va aggiunto lo “slittamento” sul 2008 di alcune voci di spesa.
    Come se non bastasse, all’obiettivo del 2,2 per cento per il rapporto deficit-Pil del 2008 il Governo è arrivato non tagliando la spesa, ma aumentandola: per la prima volta da tempo immemore, la Finanziaria ha peggiorato il dato tendenziale. Se non si fosse fatta la manovra, per intenderci, il deficit si sarebbe ridotto all’1,8 per cento, anziché crescere di quattro decimali.
    Al di là di scaricamenti, tesoretti e slittamenti (che pongono purtroppo una pesante ombra sullo “stile” della gestione di TPS), il governo Prodi ha attuato in questi anni il più classico dei modelli “tax and spend”.
    Di quella timida ripresa economica del biennio 2006-2007, ragione principale degli extra-gettiti, il governo non ha saputo beneficiare: le maggiori entrate hanno finanziato i mille rivoli della maggiore spesa, anziché accompagnare – magari con una salutare riduzione delle imposte – un consolidamento della crescita.
    Oggi che le vacche sono magre - per la crisi dei subprime, il prezzo del petrolio e dei beni alimentari - i mercati finanziari hanno espresso, meglio di qualsiasi commentatore, il più pesante giudizio sulla politica economica di Prodi: l’aumento del differenziale tra titoli di stato italiani e bund tedeschi a livelli pre-euro. E’ questa la vera notizia sul debito, non la riduzione sperimentata nel 2007.
    Con una stima della crescita per quest’anno ormai prossima allo zero, quel deficit al 2,2 per cento fissato in Finanziaria è sempre più lontano, mentre si avvicina minaccioso il limite del 3 per cento: quanto avrebbe fatto comodo “restare” sul tendenziale all’1,8?
    Ha ragione Prodi a dire che ci aspettano tempi duri, stante l’attuale situazione internazionale. L’inflazione al 3,3%, ad esempio, è un dato allarmante. L’ex Presidente del Consiglio ci direbbe che il carovita è un problema europeo, determinato da fattori internazionali non imputabili alla politica economica italiana. Peccato che gli altri paesi europei, che pure con noi condividono l’aumento dei prezzi, continuino a crescere più dell’Italia, almeno un punto percentuale in più.
    L’inflazione è un dato europeo, è vero, ma la crescita zero resta un problema solo italiano: questa è la condanna definitiva del governo di centrosinistra. Insomma, nei numeri di finanza pubblica (e nel giudizio dei mercati), si legge tutta l’eredità di Prodi.

    28 Aprile 2008 |

  4. #24
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    il problema dell'informazione ci sarà quando almeno 30 milioni di italiani cominceranno a informarsi su internet.


    il successo di grillo ha favorito la presenza di un informazione più corretta.... al di là delle sue posizioni di questo bisogna dargliene atto, ma nonostante il suo successo la gente che si informa correttamente è ancora minoritaria

  5. #25
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    LA RELIGIONE E' CONSIDERATA VERA DALLA GENTE COMUNE, FALSA DAI SAGGI E UTILE DAI GOVERNANTI.
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    Citazione Originariamente Scritto da MrBojangles Visualizza Messaggio
    Il problema per il Cavalier Banana è il tempo.
    Ad appena due settimane dalla grande vittoria elettorale del Cavalier Cainano, la luna di miele tra il premier in pectore ed il Paese rischia già di stemperarsi.

    L'altro giorno il leader del Poppolo si è presentato con Gianni Letta al Quirinale per chiedere al presidente Giorgio Napolitano il permesso di aumentare il numero dei ministeri rispetto al massimo di 12 previsto dalla nuova legge.
    Il Banana sa benissimo che si tratta di un pessimo segnale per il suo elettorato che si attendeva da lui chiari provvedimenti anti-casta: ma i partiti che sostengono la sua maggioranza, anche se abilmente occultati e mascherati per un paio di mesi all'interno del calderone del Poppolo, stanno rialzando la testa: persino la nuova Dc di Kiwi Rotondi reclama poltrone e lo stesso fanno An (grazie alla neo-marcia su Roma) e l'Mpa di Raffaele Lombardo (vedi accise sulla benzina).

    Il Cavalier Chiagneffotte ha annunciato "misure impopolari"; e non può permettersi di non averli al 100 per cento dalla sua parte.
    Anche perché nelle prime settimane di vita, il governo oltre che mettere mano all'economia con tagli che si prospettano draconiani, affronterà la questione giustizia in modo da liberarsi definitivamente dai processi che tanto preoccupano l'Autoassolto e i suoi cari.
    E per farlo non basta controllare il ministero con un fedelissimo (Elio Vito e Marcello Pera sono considerati i più papabili), bisogna avere anche una maggioranza disposta a votare tutto senza fiatare.

    Ma è necessario operare in fretta: prima che il vento cambi.
    In Campania le strade sono ancora piene di rifiuti e tra un mese quella monnezza, da tutti considerata di Bassolino e del centrosinistra, diventerà la spazzatura di Berlusconi.
    Idem per Alitalia.
    Il fatto che il Cavaliere abbia chiesto a Prodi di concedere alla compagnia un prestito ponte di 300 milioni di euro, dimostra come nessuno sappia esattamente quale sarà il futuro degli aerei tricolori.
    Certo, in soccorso del nuovo-vecchio premier sono arrivati l'ex comunista Putin (Aerflot) il pregiudicato Salvatore Ligresti e Marco Tronchetti Provera, un imprenditore noto più per sfasciare le aziende che per salvarle (vedi Telecom).
    Con tutta probabilità saranno loro con (la disastrata) Airone e le banche a prendersi Alitalia: ma non è difficile preventivare che la storia della compagnia finirà come quella di Swissair: prima salvata da imprenditori nazionali e dopo due anni definitivamente fallita.
    Poco importa: l'essenziale per i futuri soci è baciare la pantofola del vincitore avendo qualcosa in cambio su altri tavoli (per Ligresti i lavori per l'Expo milanese).
    Mentre per il Cordaro è importate posporre il più possibile il problema.

    Quanto tempo avrà dunque il Cavalier Rifatto?
    Molto se i media, con in testa le tv, continueranno ad essere quelli di oggi, o peggio.
    Poco se grazie al V-day la questione informazione diventerà per una volta centrale per il Paese.
    La questione in fondo non è tanto il Cavalier Conflitto o la classe politica: la questione, in fondo, è sempre la stessa; quello che si sa di loro.


    " berlusconi sull'Alitalia e la famosa "cordata" riferendosi all' UE : Se mette ostacoli (l'UE) l'Alitalia, la compra .....lo stato". Ora una domandina semplice semplice ai leghisti: Siete favorevoli a spendere altri soldi di "Roma ladrona" per "comprare" una compagnia oramai allo sfascio completo? E se si, sara' lo stato e quindi i contribuenti che ancora pagano le tasse a pensarci ancora una volta? E gli imprenditori italiani che fine hanno fatto?

  6. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da MrBojangles Visualizza Messaggio
    Posso capirti.
    Ma, mi sono consumato le "unghie" nel tentativo di risalire da questo pozzo: e il mio Paese, con l'ultimo voto, m'ha detto (in pratica) che sono uno stronzo.
    "Non capisco ma mi adeguo".
    beh, se adeguarsi significa autovattarsi per non sentire i colpi, stringere i denti, spalancare gli occhi senza avere piu' un vero sguardo, allora anch'io.

  7. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da O'Rei Visualizza Messaggio
    sinceramente ho letto il titolo e il sottotitolo () ed ho immaginato che si parlasse dei tempi lunghi per la formazione del Governo e del fatto che per ora è in alto mare, poi boh
    o'rei, un opinionista nato

  8. #28
    Re del Fondoscala
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    Citazione Originariamente Scritto da DrugoLebowsky Visualizza Messaggio
    o'rei, un opinionista nato
    non è il ruolo quello, ci staresti meglio te ma non c'hai voglia di fare un cazz

  9. #29
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    Citazione Originariamente Scritto da Indemoniata Visualizza Messaggio
    beh, se adeguarsi significa autovattarsi per non sentire i colpi, stringere i denti, spalancare gli occhi senza avere piu' un vero sguardo, allora anch'io.
    Al contrario: ci si mette ancora di più sul "chi va la".
    Ma, sulla difensiva.
    Attaccare è inutile: la cozza bananas è attaccata allo scoglio(ne); e per sua natura si pappa qualsiasi porcheria.
    E non muore mai; diventa essa stessa "velenosa" (tòssica), però.

    Muore solo se le manca l'acqua.

  10. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da O'Rei Visualizza Messaggio
    non è il ruolo quello, ci staresti meglio te ma non c'hai voglia di fare un cazz
    Si, vabbe': ma, il topic?

 

 
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