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  1. #21
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    Se posso dire la mia anche io, Spartaco hai ragione quanto parli che a combattere è solo una minoranza però non ha torto nemmeno Ichthys quando dice che effettivamente la Cina aveva invaso e occupato il Tibet senza un motivo apparentemente, se non quello a mio parere di rifarsi dello smembramento che aveva subito nel primo Novecento da parte di tutte le potenze mondiali.
    Il fatto che il Tibet sia la regione con lo sviluppo più veloce da la risposta a tutto: è molto più appetibile cercare l'indipendenza ora che si ha una condizione sociale migliore della media cinese; e poi non dimentichiamoci che il Tibet è uno zona strategica in termini militari, e non fa piacere a nessuno che rimanga in mano cinese.

  2. #22
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    Ichthys si è inventato una storia del tibet tutta sua. L'avrà presa a pezzi da wikipedia sezione Italia, dove alla voce "storia del Tibet" peraltro si dice che il Tibet sarebbe uno stato fondatore dell'Onu, cosa che non si è mai sentita da nessun altra parte.
    A chi può interessare posto una breve storia del Tibet di uno studioso di cui non so molto, sinceramente. Tuttavia mi pare un po' più esaustiva dell'estratto riportato da I.

    In essa, si afferma che dopo essersi combattuti per alcuni secoli, Tang e tibetani, e in seguito alla conquista mongola dei Sung e all'instaurazione della dinastia mongola in Cina, già a partire dal tredicesimo secolo il Tibet fosse governato dalla dinastia mongola degli yuan, una dinastia regionale che si occupava dei territori cinesi conquistati dai mongoli. Addirittura lo stesso quinto dalai lama credette di essersi arreso all'esercito Tang(precedente dinastia cinese)invece che ai mongoli!

    Le divisioni amministrative del Tibet(gansu, qinghai e tibet meridionale)vennero stabilite dai mongoli e la successiva dinastia Ming le mantenne, insieme ai sistemi di stazioni di posta(stabiliti dai mongoli e che pare abbiano una certa importanza documentale per stabilire l'effettivo controllo del territorio da parte dei mongoli prima e dei cinesi poi).
    Tali divisioni amministrative sono mantenute ancor oggi e danno il nome alle omonime province della Rpc!

    Durante la dinastia Ming il Tibet continuava ad inviare tributi alla corte centrale tanto che quest'ultima si lamentò della loro eccessiva frequenza.

    Per tutte queste ragioni pare incomprensibile la teoria per cui dalla caduta degli Yuan fino alla riconquista del 1720 in cui l'esercito imperiale respinse una nuova invasione di mongoli(della mongolia propriamente detta)il Tibet si sarebbe trovato in uno stato di indipendenza. Pare che invece il Dalai Lama fosse un autorità religiosa-temporale in Tibet, ma che in cambio di protezione da parte dell'autorità imperiale le varie dinastie di lama rispondessero al governo centrale e gestissero il potere per conto di Pechino.

    Anche perché è il caso di ricordare che in una fase molto precedente alla formazione del moderno diritto delle nazioni, per assenza di regole chiare e di un sistema di controllo del territorio paragonabile a quello attuale, è evidente che la sovranità effettiva di certi territori possa essere ricostruita solo in questo modo, tenendo conto dei sistemi di controllo dei corrieri, delle dichiarazioni e della corrispondenza tra i vari dalai lama e gli imperatori, dai matrimoni dinastici con la nobiltà tibetana, ecc..
    .
    Il rapporto era evidentemente osmotico, ma la preponderanza imperiale pare dunque stabilirsi proprio a partire dalla dinastia mongola che sconfisse la Cina e che la governò , come dicono i cinesi, "dovendo scendere dal cavallo"(e dunque sinizzandosi culturalmente, pur vietando i matrimoni misti), dopo aver usato proprio il cavallo come mezzo di conquista della Cina.

    Sotto i Ming la storia non cambia, sotto i Qing men che meno(anzi al dalai lama si affianca un funzionario imperiale).

    Gli unici ad aver messo seriamente in discussione la sovranità cinese sul Tibet nei fatti, più che a parole, furono gli inglesi che con un primo intervento nel 1898 e con un secondo nel 1904 invasero il Tibet, uccidendo mille soldati dell'esercito tibetano che avevano tentato di opporsi all'invasione. In Cina sono stati prodotti alcuni film a riguardo di quel tentativo di resistenza, ricordo di averne visto uno anni orsono.

    In seguito delegazioni tibetane-fantoccio stipularono un accordo con la mongolia non appena proclamata la repubblica nel 1911, che mise la Cina in uno stato di caos e ridette indipendenza alla mongolia stessa, fin a quel momento anch'essa provincia Qing. Alla conferenza di Simla del 1912 tale delegazione preconfezionata dagli inglesi proclamò l'indipendenza, che però non venne mai riconosciuta dal governo centrale, né da nessun altro governo al mondo. E questo proprio dopo un tentativo imperiale di riprendere il Tibet, invaso dagli inglesi, conclusosi con un insuccesso.

    Da quella conferenza l'attuale bandiera che espongono i fautori della causa tibetana. Evidentemente espressione, all'epoca, della monarchia lamaista sottoposta al controllo inglese...
    il quale peraltro(governo inglese)non riconobbe mai un Tibet indipendente, anche perché evidentemente il disegno era quello di incorporarlo nell'India britannica e dunque l'indipendenza era solo vista come indipendenza da pechino e come un passaggio di sovranità dalla Cina all'Impero britannico.

    Tuttavia la cosa non venne affermata ufficialmente, dato che le condizioni internazionali per un passaggio del genere non si erano nel frattempo verificate.
    Questo spiega perché fino al 1945 gli inglesi, utilizzando il corridoio tibetano per gli aiuti alla resistenza cinese contro gli invasori giapponesi (che non facevano mistero di dichiarare la potenza britannica e l'India come l'obiettivo numero due della loro politica espansionistica dopo il consolidamento del dominio nel Pacifico occidentale), chiedessero il permesso di attraversamento al governo nazionalista cinese di Chang Kai Shek.

    E d'altronde quel passaggio di sovranità, dalla autorità formale cinese a quella britannica, nei fatti non si verificò.

    Nessun paese al mondo, compresa la Gran Bretagna, riconobbe mai uno stato tibetano indipendente, così come dimostrano tutte le mappe dell'epoca.

    Di seguito la prima pagina dello scritto con i link(ancore) a quelle successive.

    Spero che il contributo sia stato utile.


    A SHORT HISTORY OF TIBET

    T.T.Moh*

    You are advised to use `netscape'. The press setting in some `mosaic' is NOT right.

    1. Introduction 2. Records of early Han history



    3. Dynasty (1)

    4. Dynasty (2)

    5. Dynasty (3)

    6. Dynasty (4)

    7. Feudal period

    8. Ching (Qing) Dynasty

    9. Recent history

    10. Comments and My Personal Observations

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  3. #23
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    Berlusconi?

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da zarath Visualizza Messaggio
    Berlusconi?

  5. #25
    decolonizzare l'immaginario
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    Citazione Originariamente Scritto da pietro936 Visualizza Messaggio
    Mi domando chi fornisce di armi i tutt'altro che pacifici monaci
    tibetani! Uno di loro ha ucciso un poliziotto prima di essere
    abbattuto.
    La grande spiritualità del buddismo a quanto pare non disdegna le
    pallottole ed i fucili!

    Vogliamo scommettere che sappiamo chi dà le armi?
    Chi le dà fa benissimo.
    I tibetani per pareggiare il conto con i cinesi dovrebbero arrivare a quota DUE MILIONI.
    Se un monaco decide di diventare resistente contro un nemico armato e dopo SESSANTA ANNI di violenze di ogni genere subite, NE HA TUTTI I DIRITTI e se ne assume tutte le responsabilità religiose e civili.

    VIVA LA RESISTENZA TIBETANA.

  6. #26
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    La comunità cinese di Via Paolo Sarpi non parla della questione tibetana e delle Olimpiadi, i vili comunisti italiani anch'essi mantengono una vergognosa omertà. Solo una giovane cinese ha il coraggio di raccontare come stanno davvero le cose in Tibet; per il resto i miserabili tentativi e le falsità divulgate per tentare di giustificare l'invasione e la brutale sottomissione di un paese ad una dittatura sanguinaria mi interessano ben poco.

    http://tv.repubblica.it/home_page.ph...&cont_id=19095

    行凶的中国

    IL TIBET CHIUSO ALLA STAMPA STRANIERA: COSA NASCONDE LA CINA?

    Comunicato stampa di Reporter Senza Frontiere - 23 Aprile 2008

    Impedendo alla stampa estera l’ingresso in Tibet, cosa sta nascondendo il governo cinese? Reporter Senza Frontiere ha chiesto oggi che ai giornalisti stranieri sia immediatamente consentito l’ingresso in Tibet e nelle province abitate da popolazione di etnia tibetana, chiuse alla stampa e oggetto, nelle ultime sei settimane, di una massiccia campagna propagandistica.

    L’organizzazione francese per la libertà di stampa chiede: “Cosa sta nascondendo la Cina dietro le porte chiuse del Tibet”? “La situazione è ben lungi dall’essere tornata alla normalità, come vorrebbero far credere le autorità locali. Gli scarni resoconti che riescono ad arrivarci dipingono una situazione ben diversa, una situazione caratterizzata da arresti e da un clima di paura sia nelle città sia nelle vicinanze dei monasteri”.

    Reporter Senza Frontiere così prosegue: “L’assenza di notizie favorisce il lavoro della macchina propagandistica. Chiediamo all’Unione Europea e alle Nazioni Unite di adoperarsi perché il governo cinese consenta la libera circolazione dei giornalisti in Tibet e nelle aree circostanti.”

    “Ieri, gli organizzatori dei Giochi Olimpici hanno annunciato che il viaggio dei giornalisti incaricati di seguire la salita della fiaccola sulla vetta dell’Everest è stato rinviato a tempo indeterminato. I rappresentanti della stampa avrebbero dovuto fare sosta a Lhasa, per abituarsi all’altitudine, ma le autorità hanno annunciato che anche questa parte del viaggio è stata a sua volta annullata per “problemi meteorologici”.

    Dal 14 marzo, a nessun giornalista è stato permesso di muoversi liberamente all’interno del Tibet. Le autorità di Lhasa hanno organizzato due visite guidate di giornalisti, una nella capitale e una a Labrang, nella provincia del Gansu. Ai turisti è stato impedito l’accesso alla regione himalayana fino a nuovo ordine. Dalla metà del mese di marzo, Reporter Senza Frontiere ha registrato almeno cinquanta casi di violazione dei diritti della stampa estera.

    “Le autorità cinesi dipingono i tibetani come “rivoltosi” e “terroristi”. L’agenzia di stato Xinhua parla in primo luogo di ritorno alla normalità ma fa sapere che sono state trovate armi da fuoco, dinamite e parabole satellitari all’interni di undici monasteri buddisti nel Gansu.

    Alle stazioni televisive nazionali e locali è stato chiesto di trasmettere le immagini della violenza dei tibetani a Lhasa e nella città di Aba, nella provincia del Sichuan, dove i tibetani hanno assalito alcuni edifici pubblici.

    Allo scopo di evitare che i tibetani possano avere accesso a notizie non sottoposte preventivamente al controllo della censura, le autorità cinesi hanno disturbato con interferenze le trasmissioni delle stazioni radio internazionali che trasmettono in lingua tibetana, quali Voice of Tibet e Radio Free Asia. “Le interferenze nei programmi sono iniziate il 16 marzo”, ha dichiarato il direttore di Voice of Tibet – “soprattutto nelle città in cui il governo ha investito decine di milioni di dollari nell’installazione di antenne destinate a far sì che i tibetani non ci possano ascoltare”.

    “Le edizioni straniere dei giornali cinesi dedicano ampio spazio alla campagna di propaganda contro la “cricca del Dalai Lama”. La televisione di stato mostra solo le violenze dei tibetani e mai le repressioni. Un giornale cinese pubblicato in Francia (News of Europe) ha dedicato un’intera pagina alla posizione del governo di Pechino. I siti Internet di molte organizzazioni pro Tibet e quello dello stesso governo tibetano in esilio, sono stati attaccati dagli hacker cinesi.

    Le autorità cinesi hanno ordinato alla stampa di riportare che il numero dei civili innocenti morti per mano dei “rivoltosi” ammonta a tredici persone. Trecento i feriti. Secondo le stime del governo tibetano in esilio, i tibetani uccisi sono almeno cento e centinaia gli arrestati. Secondo alcuni gruppi si sostegno, migliaia di tibetani sono detenuti in campi di concentramento e sottoposti a tortura.

    Reporter Senza Frontiere condanna inoltre le continue critiche rivolte dal governo cinese ai giornali stranieri che danno notizia della situazione in Tibet”.
    2010:

  7. #27
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    Appello di Vattimo e Losurdo, prese di posizioni da varie parti, insofferenza per la vergognosa propaganda occidentale. Eccome se i comunisti in Italia hanno preso posizione, mi permetto di notare.
    A favore della Cina e dell'unità delle sue 56 etnie.
    E ad alta voce e con orgoglio!

    L'unico diritto che conta è quello di chi quei bastardi assassini li ha condannati alla galera, e alcuni a vita, per fortuna.

    Lodate la rivolta violenta?

    E allora sappiate che il nazionalismo cinese sarà sempre più forte di qualunque tentativo di fomentare le etnie locali contro lo stato centrale.

    Li aspetta solo la galera, e a braccia aperte.

  8. #28
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    Predefinito "Mao, la storia sconosciuta" di J.Chang e J.Halliday, ediz.TEA, 960 pagg.

    Citazione Originariamente Scritto da DENGHISTA 4EVER Visualizza Messaggio

    Lodate la rivolta violenta?

    E allora sappiate che il nazionalismo cinese sarà sempre più forte di qualunque tentativo di fomentare le etnie locali contro lo stato centrale.

    Li aspetta solo la galera, e a braccia aperte.
    Certo,certo...l'assassino genocida Mao è stato un capo-scuola...

  9. #29
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    Citazione Originariamente Scritto da Borel-II Visualizza Messaggio
    Certo,certo...l'assassino genocida Mao è stato un capo-scuola...
    E vabbene, dopo Mao "genocida"penso che le ho sentite tutte.
    A me risulta che Mao non abbia sterminato nessuna delle appunto 56 etnie cinesi. Che erano e sono rimaste 56 appunto prima e dopo i suoi anni(gli errori del balzo in avanti e della rivoluzione culturale con conseguente calo della produzione, caos e fame sono riconosciuti dalla stessa leadership del pcc ed evidenziati ad ogni occasione buona, ma, mettetela come vi pare, cmq se Mao intendeva per cuo capriccio o diletto sterminarne qualcuna a quanto pare non v'è riuscito...).
    Per cui geocida non credo sia la parola adatta...
    Nonostante gli errori, ripeto, e nonostante gli eccessi della rivoluzione culturale, la popolazione del Tibet è cresciuta costantemente.
    Il genocidio semmai c'è stato nei secoli precedenti, quando il Tibet aveva dieci milioni di abitanti.
    Quando i comunisti hanno aperto le galere dei monaci hanno trovato la risposta.
    Per cui se qualcuno ha provato a sterminare i tibetani non riuscendovi è stato il malgoverno della casta monacale, non vedo cosa c'entrino i comunisti...
    Ma fate un po' come vi pare, tanto ormai alcuni sono nel mondo della fantapolitica più sfrenata.
    Scommetto che un giorno qualcuno darà la colpa a sun yat sen dell'invasione giapponese.
    Per ora siamo 50 ad uno, io me la rischio.

  10. #30
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