Calabria, l'agguato a Lamezia e l'allarme della politica
L’agguato a Lamezia Terme, in cui stamane è rimasto ucciso Gino Benincasa, imprenditore ed ex assessore comunale nel mirino delle forze dell’ordine per connivenza con la ‘Ndrangheta, è solo l’ultimo episodio di una lunga scia di omicidi e violenze che continuano a registrarsi in Calabria. La domanda di sicurezza è in cima alle priorità in tutto il paese, in particolare nella regione amministrata da Agazio Loiero. Allarmata la classe politica che da Roma segue con preoccupazione il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza. Per Angela Napoli, rieletta a Montecitorio nelle liste del Pdl e membro uscente della commissione Antimafia, “non c’è punto della Calabria che non abbia necessità di un controllo adeguato e di un servizio di prevenzione”. Interpellata dal VELINO, la parlamentare punta il dito contro quella che si profila come “una minaccia per l’ordine pubblico”, in cui “il cittadino si trova implicato in atti di violenze”. Il quadro che ne emerge è a tinte fosche. “Gli imprenditori non hanno garanzie e la disoccupazione in crescita diventa manovalanza per la criminalità organizzata”, osserva la Napoli, per la quale è prioritario “un intervento esclusivo per la Calabria, che punti al ripristino della legalità e della sicurezza”.
Da qui l’impegno del nuovo governo, “come assicurato in campagna elettorale, soprattutto il largo suffragio elettorale che il Pdl ha avuto nella regione”. Certo, aggiunge, “bisognerà dare al governo il tempo di insediarsi, ma l’intervento è assolutamente necessario e prioritario, anche considerando il ritrovamento di microspie nella procura di Reggio Calabria, altro aspetto inquietante”. Franco Laratta, deputato del Pd, si spinge oltre, ravvisando “il rischio di una libanizzazione della Calabria”. Una sorta di guerra civile permanente che rischia di soffocare la regione. “Ormai siamo sulla scia della libanizzazione della nostra terra – mette in guardia l’esponente del Partito democratico -. Qualcosa di terribile è accaduto all’interno della nostra regione, sono saltati tutti i limiti e non ci sono più freni all’impazzare della criminalità organizzata. Si tratta di segnali devastanti che non lasciano intendere nulla di buono – prosegue Laratta -, a questo punto bisogna pensare a segnali molto forti dalla politica e dalle istituzioni”. Per il parlamentare, “l’ordinario non basta più, e nemmeno le solite litanie del giorno dopo. C’è bisogno di risposte straordinarie ad un momento drammatico per la Calabria”.
30 apr 2008
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