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  1. #1
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    Predefinito declino globale degli stipendi

    http://www.repubblica.it/2008/05/sez...-stipendi.html

    La lotta di classe? C'è stata e l'hanno stravinta i capitalisti. In Italia e negli altri Paesi industrializzati, gli ultimi 25 anni hanno visto la quota dei profitti sulla ricchezza nazionale salire a razzo, amputando quella dei salari, e arrivare a livelli impensabili ("insoliti", preferiscono dire gli economisti). Secondo un recente studio pubblicato dalla Bri, la Banca dei regolamenti internazionali, nel 1983, all'apogeo della Prima Repubblica, la quota del prodotto interno lordo italiano, intascata alla voce profitti, era pari al 23,12 per cento.

    Di converso, quella destinata ai lavoratori superava i tre quarti. Più o meno, la stessa situazione del 1960, prima del "miracolo economico". L'allargamento della fetta del capitale comincia subito dopo, nel 1985. Ma per il vero salto bisogna aspettare la metà degli anni '90: i profitti mangiano il 29 per cento della torta nel 1994, oltre il 31 per cento nel 1995. E la fetta dei padroni, grandi e piccoli, non si restringe più: raggiunge un massimo del 32,7 per cento nel 2001 e, nel 2005 era al 31,34 per cento del Pil, quasi un terzo. Ai lavoratori, quell'anno, è rimasto in tasca poco più del 68 per cento della ricchezza nazionale.
    Otto punti in meno, rispetto al 76 per cento di vent'anni prima.

    Una cifra enorme, uno scivolamento tettonico. Per capirci, l'8 per cento del Pil di oggi è uguale a 120 miliardi di euro. Se i rapporti di forza fra capitale e lavoro fossero ancora quelli di vent'anni fa, quei soldi sarebbero nelle tasche dei lavoratori, invece che dei capitalisti. Per i 23 milioni di lavoratori italiani, vorrebbero dire 5 mila 200 euro, in più, in media, all'anno, se consideriamo anche gli autonomi (professionisti, commercianti, artigiani) che, in realtà, stanno un po' di qui, un po' di là. Se consideriamo solo i 17 milioni di dipendenti, vuol dire 7 mila euro tonde in più, in busta paga. Altro che il taglio delle aliquote Irpef.
    Non è, però, un caso Italia. Il fenomeno investe l'intero mondo sviluppato. In Francia, rileva sempre lo studio della Bri, la fetta dei profitti sulla ricchezza nazionale è passata dal 24 per cento del 1983 al 33 per cento del 2005. Quote identiche per il Giappone. In Spagna dal 27 al 38 per cento. Anche nei paesi anglosassoni, dove il capitale è sempre stato ben remunerato, la quota dei profitti è a record storici. Dice Olivier Blanchard, economista al Mit, che i lavoratori hanno, di fatto, perduto quanto avevano guadagnato nel dopoguerra.

    Forse, bisogna andare anche più indietro, al capitalismo selvaggio del primo '900: come allora, in fondo, succede poi che il capitalismo troppo grasso di un secolo dopo arriva agli eccessi esplosi con la crisi finanziaria di questi mesi. Ma gli effetti sono, forse, destinati ad essere più profondi. C'è infatti questo smottamento nella redistribuzione delle risorse in Occidente dietro i colpi che sta perdendo la globalizzazione e il risorgere di tendenze protezionistiche: da Barack Obama e Hillary Clinton, fino a Nicolas Sarkozy e Giulio Tremonti.

    Sostiene, infatti, Stephen Roach, ex capo economista di una grande banca d'investimenti come Morgan Stanley, che la globalizzazione si sta rivelando come un gioco in cui non è vero che vincono tutti. Secondo la teoria dei vantaggi comparati di Ricardo, la globalizzazione doveva avvantaggiare i paesi emergenti e i loro lavoratori, grazie al boom delle loro esportazioni.

    E quelli dei paesi industrializzati, grazie all'importazione di prodotti a basso costo e alla produzione di prodotti più sofisticati. "E' una grande teoria - dice Roach - ma non funziona come previsto".
    Ai lavoratori cinesi è andata bene, ma quelli americani ed europei non hanno mai guadagnato così poco, rispetto alla ricchezza nazionale. Sono i capitalisti dei paesi sviluppati che fanno profitti record: pesa l'ingresso nell'economia mondiale di un miliardo e mezzo di lavoratori dei paesi emergenti, che ha quadruplicato la forza lavoro a disposizione del capitalismo globale, multinazionali in testa, riducendo il potere contrattuale dei lavoratori dei paesi sviluppati.

    Quanto basta per dirottare verso le casse delle aziende i benefici dei cospicui aumenti di produttività, realizzati in questi anni, lasciandone ai lavoratori le briciole. Inevitabile, secondo Roach, che tutto questo comporti una spinta protezionistica nell'opinione pubblica, a cui i politici si mostrano sempre più sensibili.

    Ma il ribaltone nella distribuzione della ricchezza in Occidente è, allora, un effetto della globalizzazione? Non proprio, e non del tutto. Secondo gli economisti del Fmi, nonostante che il boom del commercio mondiale eserciti una influenza sulla nuova ripartizione del Pil, l'elemento motore è, piuttosto, il progresso tecnologico. Su questa scia, Luci Ellis e Kathryn Smith, le autrici dello studio della Bri, osservano che il balzo verso l'alto dei profitti inizia a metà degli anni '80, prima che le correnti della globalizzazione acquistino forza. Inoltre, l'aumento della forza lavoro disponibile a livello mondiale interessa anzitutto l'industria manifatturiera, ma, osservano, non è qui - e neanche nei servizi alle imprese, l'altro terreno privilegiato dell'offshoring - che si è verificato il maggior scarto dei profitti.

    Il meccanismo in funzione, secondo lo studio, è un altro: il progresso tecnologico accelera il ricambio di macchinari, tecniche, organizzazioni, che scavalca sempre più facilmente i lavoratori e le loro competenze, riducendone la forza contrattuale. E' qui, probabilmente, che la legge di Ricardo, a cui faceva riferimento Roach, si è inceppata. Il meccanismo, avvertono Ellis e Smith, è tutt'altro che esaurito e, probabilmente, continuerà ad allargare il divario fra profitti e salari in Occidente.

    Dunque, è la dura legge dell'economia a giustificare il sacrificio dei lavoratori, davanti alla necessità di consentire al capitale di inseguire un progresso tecnologico mozzafiato? Neanche per idea. La crescita dei profitti, sottolinea lo studio della Bri, "non è stato un passaggio necessario per finanziare investimenti extra". Anzi "gli investimenti sono stati, negli ultimi anni, relativamente scarsi, rispetto ai profitti, in parecchi paesi". In altre parole "l'aumento della quota dei profitti non è stata la ricompensa per un deprezzamento accelerato del capitale, ma una pura redistribuzione di rendite economiche". La lotta di classe, appunto.

  2. #2
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    La lotte di classe non esiste più e l'analisi marxiana delle classi sociali non ha senso, l'ha detto Veltroni.

  3. #3
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    7000 mila euro di media in meno per ogni dipendente.. ..
    grazie alla corruzione dei leaders sindacali e di sinistra..e all'avidità dei padroni...
    ma i bannas se ne fregano .. sono ricchi loro.. qui non ci vengono a protestare..
    si ribellano solo alla pubbliciità suille loro dichiarazione dei redditi..
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  4. #4
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    Sono 500 euro in meno al mese (includendo tredicesima e tfr).

    Considerando che ufficialmente i 'bananas' hanno governato 5 anni e mezzo, evidentemente nel Paese col partito comunista più forte al mondo e il sindacalismo più forte al mondo c'è stato un netto fallimento di questi due...

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da bianconero Visualizza Messaggio
    Sono 500 euro in meno al mese (includendo tredicesima e tfr).

    Considerando che ufficialmente i 'bananas' hanno governato 5 anni e mezzo, evidentemente nel Paese col partito comunista più forte al mondo e il sindacalismo più forte al mondo c'è stato un netto fallimento di questi due...
    L'allargamento della fetta del capitale comincia subito dopo, nel 1985... subito dopo c'è la perestroika e subito dopo ancora c'è il crollo dle muro di berlino..
    del 1989....
    la fine del vero comunismo in russia mette il padronato nelle condizioni di rifare la voce grossa, di riprendersi ciò che ci avevano prestato per paura del comunismo..
    tutto qui..
    è la prova che i vari socialismi e comunismi cosiddetti moderni e annacquati non servono a nulla... la prova che senza una rivoluzione permanente siamo nuovamente destinati a ridiventare die morti di fame alla mercè del capitalismo più selvaggio e rapace....
    e mentre ci dicono che non esistono più proletari diventa chiaro che siamo ridiventati tutti proletari.. con stipendi da fame.. anche se possediamo la macchina e il pc...
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da bianconero Visualizza Messaggio
    Sono 500 euro in meno al mese (includendo tredicesima e tfr).

    Considerando che ufficialmente i 'bananas' hanno governato 5 anni e mezzo, evidentemente nel Paese col partito comunista più forte al mondo e il sindacalismo più forte al mondo c'è stato un netto fallimento di questi due...


    astenersi prego.
    la tendenza è mondiale, comincia con il reaganismo, non facciamone un fatto di cortile è più grande dell'italia e della sua piccina politica.
    piuttosto c'è da chiedersi come è stato possibile accorgersi di una tendenza così epocale dopo venti anni.
    i lavoratori votano la politica dei ricchi ?
    sono scomparsi i partiti dei lavoratori?

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Arthur Visualizza Messaggio
    la tendenza è mondiale, comincia con il reaganismo
    in italia, è cominciato tutto con le anime generose che hanno abolito la scala mobile... e con quelle altrettanto generose che l'hanno consentito.

  8. #8
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    Con Reaganismo si intendono le concezioni politiche conservatrici di caratteristiche di Ronald Reagan, eletto presidente degli stati uniti dal 1981 al 1989. Può essere paragonato al Thatcherismo, la filosofia economica del Primo Ministro inglese Margaret Thatcher (1979–1990).
    Mikhail Gorbachev) (Privolnoe, 2 marzo 1931) è un politico russo.
    E' stato l'ultimo segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica (PCUS) dal 1985 al 1991, p
    Perestroika introdotte nell'Unione Sovietica da Mikhail Gorbačëv nell'estate 1987 allo scopo di ristrutturare l'economia nazionale.
    Muro di Berlino smantellamento avvenuto il 9 novembre 1989.
    Solidarność" (Sindacato Autonomo dei Lavoratori "Solidarietà") è un sindacato fondato in Polonia nel settembre 1980 e guidato inizialmente da Lech Wałęsa (successivamente presidente della repubblica negli anni 1990-1995 e premio Nobel per la pace nel 1983).
    Il 14 febbraio 1984 un decreto del Governo Craxi taglia 4 punti percentuale della Scala Mobile, convertendo un accordo delle associazioni imprenditoriali con Cisl e Uil. Al decreto farà seguito la conversione nella legge 219 del 12 giugno 1984.
    La scala mobile è stata definitivamente soppressa con la firma del protocollo triangolare di intesa tra il Governo Amato I e le parti sociali avvenuta il 31 luglio 1992. Con la scala mobile è stata abolita l'indennità di contingenza ed è stato introdotto per tutti i lavoratori dipendenti (dirigenti esclusi) l’Elemento Distinto della Retribuzione.
    ==========
    esaminiamole queste date... e ci accorgeremo che l'inizio delle rubreie padronali sono iniziate con la fine del comunismo rivoluzionario in russia.
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  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da cciappas Visualizza Messaggio
    Il 14 febbraio 1984 un decreto del Governo Craxi taglia 4 punti percentuale della Scala Mobile, convertendo un accordo delle associazioni imprenditoriali con Cisl e Uil. Al decreto farà seguito la conversione nella legge 219 del 12 giugno 1984.
    La scala mobile è stata definitivamente soppressa con la firma del protocollo triangolare di intesa tra il Governo Amato I e le parti sociali avvenuta il 31 luglio 1992. Con la scala mobile è stata abolita l'indennità di contingenza ed è stato introdotto per tutti i lavoratori dipendenti (dirigenti esclusi) l’Elemento Distinto della Retribuzione.
    da notare che questo è avvenuto nel paese con i più forti partito comunista e confederazione sindacale d'europa, nonchè con psi e psdi al governo.

  10. #10
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