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    Predefinito Altro che Mutuo Sociale

    le case ci sono ma non valgono un kaiser, occorre un salasso finanziario:
    http://miaeconomia.leonardo.it/econo...50_mld_di_euro
    Risanamento case popolari, un affare da 350 mld di euro


    La 16ma conferenza dei ministri dell'Ue responsabili della politica abitativa, che si svolge regolarmente dal 1989 in varie città europee e che per la prima volta è stata ospitata da uno dei Paesi di nuova adesione, si è conclusa sottolineando il bisogno di ridare dignità abitativa ai giganteschi complessi di case popolari spesso fatiscenti alla periferia delle grandi città di tutta l'Unione europea: un’operazione che richiederebbe un investimento di 350 miliardi di euro, dei quali il 30% nei nuovi paesi membri dell'ex Europa comunista.

    La conferenza si è basata su una analisi complessiva, elaborata dagli olandesi, sugli insediamenti di case popolari in tutti i 25 Paesi dell'Unione europea, con una descrizione dettagliata dei problemi. Sulla base dei dati statistici del 2004 risulta per esempio che in Europa ci sono oltre 95 milioni di palazzi per abitazioni, dei quali il 65% è stato costruito negli anni dal 1945 al 1990. Un terzo di questi edifici sono costruzioni con più di 4 piani.

    Sybilla Dekker, ministro olandese responsabile della politica abitativa e una delle organizzatrici della conferenza a Praga, ha dichiarato che nei 25 paesi dell'Unione europea il 70% degli abitanti delle grandi città abita in grossi complessi di case popolari. Nell'Ue a 15 (cioè prima dell'allargamento del 2004) nei complessi di case popolari realizzate con prefabbricati in cemento vive il 40% degli abitanti, nei Paesi membri della nuova Europa si arriva a punte dell'80%.

    Mentre nell'Europa dei 15 si cerca di risolvere il problema della struttura sociale, dell'aumento della criminalità e del vandalismo nei complessi abitativi popolari, il problema comune per i 10 nuovi membri dell'Ue non è per ora la struttura degli insediamenti, comprendente tutti i ceti sociali, ma le condizioni degli edifici costruiti per durare circa 50 anni. Il problema principale è rappresentato dalla tecnologia usata per la produzione dei prefabbricati in cemento armato, difettosa sin dall'inizio dell'edilizia di massa nell'immediato dopoguerra.

    Tra i maggiori difetti tecnici degli edifici costruiti con prefabbricati in cemento armato rientrano il rivestimento esterno insufficiente, che crea grandi perdite energetiche e non ostacola la diffusione dell'umidità, i difetti alle strutture portanti in cemento armato, i balconi con supporti danneggiati o logorati.
    I tentativi di risolvere questo tipo di problemi sono spesso identici nei diversi Paesi dell'Europa centrale e orientale: si procede sulla base di progetti urbanistici miranti alla riqualificazione della zona, al risanamento degli insediamenti e alla soluzione di tanti altri problemi parziali di carattere vario, ma poi la realizzazione dei progetti viene spesso sospesa per mancanza di mezzi finanziari.

  2. #2
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    Predefinito

    http://www.iacp.napoli.it/portale/mo...rticle&sid=188
    Il Parlamento Europeo, nel mese di maggio 2007, con una votazione su una risoluzione sulle case popolari,, con 469 voti favorevoli, 38 contrari e 46 astensioni, chiede di rendere effettivo il diritto a un alloggio adeguato, di buona qualità e a prezzo abbordabile. Insiste quindi sulla necessità di rafforzare il diritto ai sussidi per gli alloggi e chiede aiuti per l'acquisto della prima casa. Invita poi gli Stati membri a utilizzare pienamente i fondi UE per gli alloggi al fine di aiutare le persone più svantaggiate e di procedere ad una riqualificazione delle case popolari.
    Si evidenzia, nel documento, la necessità di incentivi finanziari a favore delle zone rurali e delle città minori e si evidenzia la necessità che l'UE adotti una dichiarazione europea sugli alloggi sulla base della Carta adottata dall'Intergruppo Urban-Logement del Parlamento.

    Il Parlamento ha riconosciuto con la risoluzione in parola, che i problemi legati agli alloggi, in quanto questione a carattere nazionale, dovrebbero essere affrontati principalmente a livello locale ma, in tale prospettiva, ritiene che i Comuni dovrebbero essere dotati di adeguati strumenti operativi.

    La Commissione Europea, d'altra parte, è stata invitata a preparare uno studio che illustri la ripartizione delle competenze tra i livelli nazionale e locale e che esamini l'attuale quadro giuridico in materia di alloggi in tutti gli Stati membri, consentendo l'assunzione di decisioni informate onde individuare azioni dell'UE che assicurino “un autentico valore aggiunto alle misure comunitarie”.
    Il programma europeo, dovrebbe essere integrato da uno studio in merito al costo e alla domanda di alloggi e al mercato immobiliare in generale, tenendo conto dell'eterogeneità dell'occupazione delle abitazioni, dei cambiamenti nelle strutture familiari tradizionali e delle circostanze specifiche dei giovani nonché dell'invecchiamento della popolazione.

    Agli Stati membri è riconosciuto il compito di associare le città alla programmazione e alla gestione dei finanziamenti strutturali destinati al cofinanziamento delle azioni urbane ammissibili nell'ambito dei programmi operativi e delegare l'attuazione alle stesse agli organismi competenti.

    Il Parlamento invita pertanto gli Stati membri interessati a utilizzare pienamente i fondi comunitari nel settore degli alloggi, assicurando soprattutto la complementarità delle azioni sostenute dal FESR, dagli strumenti finanziari JESSICA e JEREMIE, dal Settimo programma quadro per le attività di ricerca e dalle altre misure comunitarie, nazionali, regionali e locali in materia di alloggi e di rinnovo urbano. Una particolare attenzione deve essere assicurata all'ammodernamento e al rinnovo degli edifici residenziali nei quartieri storici delle città. Mentre la Commissione dovrebbe garantire che abitazioni adeguate siano messe a disposizione dei ceti svantaggiati della popolazione.

    Al riguardo, notando che la maggior parte delle case popolari non è situata in ambienti salubri e che la loro qualità non garantisce condizioni di vita sane, i deputati ritengono che le misure di sviluppo finanziate dal Fondo europeo di sviluppo regionale non dovrebbero essere utilizzate solo per promuovere la politica degli alloggi, ma anche per migliorare globalmente la qualità di vita degli occupanti gli alloggi sociali,migliorando gli standard ambientali. In questo senso, si auspica che, nel quadro della revisione dei regolamenti sulla politica di coesione prevista per il 2009, si riapra il dibattito volto ad estendere a tutti gli Stati membri l'accesso ai fondi comunitari per il rinnovo delle case popolari ai fini del risparmio energetico e della tutela dell'ambiente, oggi previsto solo per alcuni Paesi.

    Tuttavia, la ristrutturazione delle abitazioni a fini sociali e di efficienza energetica non è una questione meramente urbana. Il Parlamento pertanto sottolinea la necessità di tener conto dei problemi specifici degli alloggi nell’ambiente rurale al fine di favorire una politica equilibrata di pianificazione del territorio che impedisca la segregazione e lo spopolamento delle zone rurali, «soprattutto alla luce dei molteplici svantaggi di tali zone, quali bassi redditi, abitazioni sparse e fatiscenti nonché mancanza di alloggi in affitto, sociali o di altro genere». Nelle zone rurali è anche indispensabile proporre incentivi per l'acquisto, la riabilitazione e la ristrutturazione di vecchi edifici.


    Di qui, l'ulteriore compito in capo alla Pubblica Amministrazione, la quale avrebbe il compito di fornire consulenza e orientamento ai privati ed ai professionisti che operano nel settore degli alloggi sociali, “migliorando in tal modo l'offerta di alloggi sociali pubblici e privati, nuovi e rinnovati”.

    Vincenzo Acampora – Presidente dell’Istituto Autonomo Case Popolari della Provincia di Napoli e Gianni Cimmino - Ricercatore Specializzato in Diritto e Economia della UE.

  3. #3
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    Predefinito

    sul mutuo sociale che è una lodevole inizativa io voglio dire che conosco strettamente uno dei dirigenti della direzione tecnica sulle case popolari (non so ene la dizione dell'ufficio) della provincia di napoli e mi dice semrpe che le case popolari ci sono i nabbondanza almeno qui.

    il problema è che più del 40% delle persone che le occupano lo fanno illeggitimmametne e non ne hanno diritto. se fossero occupate solo da chi ne ha veramnte diritto (bisogno) almeno qua a napoli non ci sarebbe il problema.

 

 

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