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    Meno male che Silvio c'è
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    Predefinito gli autonomi minacciano casini e Grillo scappa

    Vietato l’ingresso al Napolitano. Così, come si leggeva sui cartelli nei bar cittadini degli anni Cinquanta, la Torino antagonista si appresta ad accogliere il presidente della Repubblica. A dieci giorni dagli attacchi rivolti da Beppe Grillo alla massima carica dello Stato proprio da piazza San Carlo, Giorgio Napolitano subisce nuove intimidazioni. Stavolta per bocca degli «intellettuali» filo-palestinesi che boicottano la Fiera del libro, quest’anno dedicata al 60° anniversario della fondazione di Israele.
    È Tariq Ramadan, scrittore svizzero-francofono musulmano, a scagliarsi contro il presidente: «Venendo alla Fiera del libro, Napolitano commette un duplice errore - ha spiegato a margine del seminario “Le democrazie occidentali e la pulizia etnica in Palestina” in corso all’università di Torino -: il primo perché la sua presenza certifica che si tratta di un evento politico e non solo culturale; il secondo perché è pericoloso tacciare di antisemitismo chi critica lo Stato di Israele».
    Un affondo che precede la visita del capo dello Stato all’inaugurazione ufficiale della XXI edizione del salone, giovedì mattina al Lingotto. Nonostante Napolitano abbia in programma solo un incontro pubblico nella Sala dei 500 e una visita privata tra i padiglioni, il movimento «Free Palestine» ha accolto polemicamente la presenza istituzionale.

    «Boicottare è giusto - ha concluso Ramadan -, perché invitare ufficialmente lo Stato di Israele è un atto estremamente politico. Non esiste dibattito. Qui c’è spazio solo per posizioni filo-israeliane». Dal Quirinale giunge una nota di replica a queste «falsità»: «Si tratta di una partecipazione in linea con altri eventi culturali in Italia. È inammissibile negare la legittimità dello Stato di Israele».

    Insomma, la tensione sale dopo il tam-tam mediatico con cui i movimenti internazionalisti si stanno mobilitando. L’ultima polemica verte sul percorso della manifestazione prevista per il 10 maggio, quando alle 14 i gruppi antagonisti si riuniranno in corso Marconi. Gli organizzatori del corteo hanno parlato di «zona rossa», dopo che il questore Stefano Berrettoni aveva vietato ogni presidio nei pressi della Fiera per il periodo del Salone.

    «Non vogliamo esacerbare gli animi - minacciano -, ma rileviamo che il questore, sotto pressione della lobby israeliana, ha blindato il Lingotto, vietando perfino il volantinaggio». Intanto la questura ha preparato un servizio d’ordine imponente, con circa 400 uomini tra carabinieri, poliziotti, unità antisabotaggio e unità cinofile.

    Così, mentre le delegazioni palestinese, cubana e venezuelana declinano l’invito, a livello politico si levano le condanne. Il presidente del Senato Renato Schifani ha commentato le iniziative come espressione «di settori politici che vivono in un clima di scontro di piazza», mentre Gianfranco Fini ha definito le loro «posizioni spalleggiate da una parte della sinistra radicale». Duro anche il senatore del Pd Roberto Della Seta, che si è scagliato contro Marco Rizzo e Gianni Vattimo, «che offrono sponda all’antisemitismo».
    Sotto i riflettori del mondo, ma anche al centro di polemiche, per aver invitato Israele come Paese ospite d’onore, Librolandia quest’anno sarà inaugurata dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano tra imponenti misure di sicurezza, giovedì alle 10. Da quel momento, per ordine del questore, saranno vietati banchetti e presidi di fronte alla Fiera.
    In vigore fino a lunedì, quando la manifestazione chiuderà i battenti, il veto arroventa gli animi di molti. «Non lo accetteremo», dicono in coro i gruppi dell’assemblea Free Palestine, che comprende centri sociali, sindacati di base (Cobas e Cub), associazioni di immigrati di lingua araba, Torino Social Forum, Ism (International solidariety mouvement) e sigle di ultrasinistra, dai Comunisti italiani al Partito comunista dei lavoratori, alla Sinistra critica di Turigliatto.

    L’assemblea evoca gli spettri del G8: «Intendono creare intorno al Lingotto una zona rossa. In quell’area vietano anche di distribuire volantini: vogliono impedire la manifestazione del pensiero e spegnere ogni espressione di dissenso. Queste misure alzano la tensione intorno a un evento che mostra il suo vero volto politico, oppressivo e discriminatorio». Quelli dell’assemblea avrebbero voluto distribuire volantini e bandiere palestinesi all’esterno del Lingotto: «Non intendevamo alzare il tiro né creare disordini. Ma sono loro ad elevare la tensione, blindando la Fiera. Non accettiamo limitazioni alla libertà di parola: ci prenderemo i nostri spazi».

    L’ennesima polemica piomba su una Fiera quantomai ambita e corteggiata, con una calca di ospiti mai vista. I relatori sono 2000 e non si registrano forfait, salvo quello di Beppe Grillo, che ieri ha protestato contro la «censura preventiva»: Librolandia gli aveva chiesto di parlare di libri, evitando comizi. E lui ha mandato il suo ennesimo, pur indiretto «vaffa»: «Rinuncio a partecipare. Parlerò da casa, dal mio blog. Se mi tolgono i comizi, le invettive e, soprattutto, i concetti poco edificanti, cosa mi rimane da dire?».

    La Fiera quest’anno sarà più che mai attenta alla sicurezza, e non solo perché taglierà il nastro il Capo dello Stato. Secondo ambienti dell’antiterrorismo, la preoccupazione maggiore riguarda il corteo nazionale organizzato da Free Palestine per sabato 10: il tam-tam via web fa ritenere che la partecipazione sarà ampia e agguerrita, ed è allo studio una circolare a prefetti e questori, invitati a monitorare i movimenti di persone sospette in partenza per Torino

    E’ previsto un rinforzo del personale di polizia nel capoluogo piemontese, mentre continuano a cadere nel vuoto gli appelli dalla direzione della Fiera al dialogo. Dopo aver invitato a più riprese gli scrittori di lingua araba a esprimere il loro punto di vista al Lingotto, il presidente Rolando Picchioni ieri ha nuovamente fatto un’apertura, offrendo uno stand alla rete di Free Palestine. Gli è stato risposto picche: «Aderiamo al boicottaggio. E chi ha creato la zona rossa se ne assuma le responsabilità».

    Secondo FreePalestine aderiscono al boicottaggio anche gli scrittori venezuelani e cubani, mentre secondo la Fiera non verranno per problemi tecnici. Sull’invito a Israele s’è intanto nuovamente pronunciata la presidente della Regione, Mercedes Bresso: «La Fiera non tifa né ha compiti di politica estera. Il suo obiettivo è indagare la realtà, per comprenderla meglio attraverso le espressioni della cultura. Non siamo pentiti di avere invitato Israele: la scelta contribuirà a una maggiore comprensione di quella realtà. Le polemiche sono pretestuose, ed è significativo che il Presidente della Repubblica sia presente all’inaugurazione, per segnalare la sua disapprovazione a critiche e minacce».


    Dagospia 06 Maggio 2008

    http://dagospia.excite.it/esclusivo.html

  2. #2
    1 comunista rimasto : Silvio
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    Mica se la fa sotto Napolitano, per ste 4 cazzate..

 

 

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