IN ITALIA C'E' LA CERTEZZA DELL'IMPUNITA'!
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SIAMO IL PARADISO DELLA DELINQUENZA E LA CLOACA MAXIMA DELLE GALERE DI 5 CONTINENTI
La Procura non chiede né il rinvio a giudizio né la proroga delle indagini e così quattro kosovari accusati di aver compiuto delle rapine in villa vengono scarcerati per decorrenza dei termini. E uno di loro fa perdere le sue tracce subito dopo. E' accaduto a Brescia, dove i presunti membri di una banda sono di nuovo in libertà da alcuni giorni. Mentre il procuratore capo parla di un episodio "inammissible", le vittime sono furibonde e attaccano: "E' una cosa schifosa".
Le quattro persone scarcerate erano ritenute responsabili di una serie di colpi messi a segno nelle province di Brescia e Bergamo tra il 25 e il 30 aprile 2007. Ad arrestarli erano stati i carabinieri della compagnia di Chiari dopo una rapina in villa a Lonato, nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio. In carcere finirono prima due dei kosovari e un romeno e poi gli altri due kosovari. L'uomo di nazionalità romena ha patteggiato, gli altri attendevano invece dal carcere le mosse della Procura, che avrebbe potuto chiedere il rinvio a giudizio o una proroga delle indagini.
Decisioni che, a quanto pare, non sono però mai arrivate. Gli indagati sono stati quindi rilasciati per decorrenza dei termini. I quattro sono stati sottoposti ad obbligo di dimora e di firma, ma uno di loro si sarebbe già reso irreperibile.
Indignate e spaventate le vittime della banda. "E' una cosa schifosa, ci sentiamo presi in giro", dice Fausto Brunelli. "Mia moglie rimase per 40 minuti in un prato a cento metri da casa nostra con i rapinatori che la tenevano in ostaggio minacciandola con un coltello alla gola. Nel frattempo io, sotto la minaccia di una pistola, in casa ho dovuto consegnare a loro denaro e gioielli". "Viene da augurare a un magistrato - aggiunge - che sua moglie provi quello che è successo alla mia per capire in che stato d'animo ci troviamo in questo momento. Mia moglie, dopo quella vicenda, ebbe prima un infarto e poi una ricaduta. Ora che sono usciti dal carcere viviamo nel terrore".
Per il procuratore capo di Brescia, Giancarlo Tarquini, "quello che è successo è inammissibile". "C'è stato un anno di tempo - dice - i processi a carico di detenuti vanno celebrati nel più breve tempo possibile". Tarquini, che afferma di non essere mai stato informato della situazione, aggiunge anche che questa mattina ha inoltrato "immediatamente una nota al pm competente e alla Procura generale al fine di avere chiarimenti".
SE QUESTA E' LA GIUSTIZIA, NON CI RESTANO CHE LE RONDE PER DIFENDERCI
VOGLIAMO CHE I CRIMINALI STRANIERI SI PRENDANO ANCORA GIOCO DEGLI ITALIANI ONESTI? NO!
MARONI, ESPELLI SUBITO I CLANDESTINI! - MARCELLO PERA, CACCIA TUTTI I MAGISTRATI ROSSI!