Originariamente Scritto da
karasumi
La società attuale ci ha messo in condizione di procacciarci il benessere da soli, , non per goderne i frutti creati dagli altri senza contribuire.
o che non si senta abile al lavoro per ragioni ignote alla medicina ufficiale,
Un caso raro direi, ci rientrano, per caso, quei giovani che ad esempio hanno scelto un indirizzo umanistico, in attesa di conseguire il pezzo di carta e posto fisso e solo relativo al proprio studio, che stanno fino a 40 anni a fare concorsi assieme a milioni di altri individui? Questo è il frutto di un disagio sociale e mentale che la medicina non riesce a diagnosticare o il frutto di scelte errate, probabilmente consigliate da genitori sprovveduti?
Come le è stato detto, si tratterebbe del resto di un'assicurazione sulla vita di tutti, anche di coloro che in un dato momento della loro esistenza sono baciati dalla fortuna e in un altro soffrono le conseguenze della malasorte.
L' assicurazione è meglio farsela volontaria, trattenendosi le somme che a quello scopo vengono ' redistribuite dallo stato che le ha prelevate forzosamente in maniera non proprio equa, la maniera corretta è quella in cui ognuno si assicura per quello che ha e che ha seminato.
Ma è altrettanto chiaro che chi, nemmeno una volta, nomina la responsabilità individuale come prima causa della propria condizione ma le addossa a fortuna, sfortuna, malattie che la scienza non è in grado di diagnosticare, non può che sperare in un ‘entità superiore che gli tolga gli impicci, giacchè ammette che il proprio destino è manipolato da un miriade di cause esterne in cui lui non ha nessuna responsabilità. Fortunatamente gli eventi economici mondiali stanno ampiamente dimostrando che questa entità non esiste più, e dove esiste non è più in grado, conti alla mano, di soddisfare le aspettative di chi vive la propria esistenza alla completa mercè del prossimo, per scelta.