C’era una volta l’impero coloniale italiano: dalle Alpi a Sicilia, passando per l’Albania e le isole del mare Egeo, dalla Libia fino alla Somalia.
Sarà anche stato un impero di cartone, durato poco e per niente fruttuoso (se avessimo saputo che in Libia c’era il petrolio 2 metri sotto i piedi!), che ci ha tolto più di quello che ci ha dato; ma era pur sempre un impero, rincorrendo la moda delle grandi potenze.
Poco più di 60 anni e la storia ci travolge, stravolge tutto, e così il figlio del leader libico Gheddafi si può permettere di minacciare "ripercussioni catastrofiche" contro l'Italia se Roberto Calderoli verrà scelto come ministro. Come cambiano i tempi.
La vicenda si riferisce alla scriteriata quanto offensiva iniziativa dell'esponente della Lega, che da intelligente uomo qual è, nel 2006 se ne andò a spasso con una maglietta contenente vignette satiriche anti-Islam; in Libia ci fu una specie di rivolta contro l’ambasciata italiana, e negli scontri con la polizia ci furono 11 morti. Il cui “vero assassino” per Gheddafi è proprio Calderoli.
In verità questa è solo l’ultima accusa-pretesa che Gheddafi e figli ci muovono in ordine di tempo; da decenni infatti, il contenzioso post-coloniale tra Libia e Italia prosegue con numerosi ossequi da parte della nostra repubblichetta. Un pò di ricordi quindi non guastano.

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