San Cataldo, vescovo
Cataldo, vescovo e venerato come santo dalla Chiesa cattolica, nacque tra il 400 e il 405 in Irlanda, probabilmente in epoca contemporanea a quella di San Patrizio del quale fu discepolo, come ci tramanda lo storico irlandese Colgan.
I suoi genitori, Euco Sambiak ed Aclena Milar, abitavano un castello nella città nota presso i latini con il nome di Rachau e divennero ferventi cristiani grazie all'opera di missionari venuti dalla Gallia.
Da loro Cataldo ricevette l'educazione all'amore per la preghiera, all'ubbidienza, all'ordine, alla mortificazione, allo spirito di sacrificio.
Alla loro morte Cataldo decise di donare tutta la cospicua eredità ai poveri.
Quindi divenne discepolo di San Carthag abate di Rathan in Irlanda.
Ordinato prima sacerdote e poi vescovo da San Patrizio, decise di recarsi a visitare la Terra Santa in abito da pellegrino.
Secondo la leggenda, il santo sarebbe giunto a Taranto per volere divino: infatti si racconta che durante il soggiorno in Terra Santa, mentre era prostrato sul Santo Sepolcro, gli sarebbe apparso Gesù che gli avrebbe detto di andare a Taranto e di rievangelizzare la città ormai in mano al paganesimo.
San Cataldo allora, salpando con una nave greca diretta in Italia, intraprese un lungo viaggio che lo portò a sbarcare nel porto dell'attuale Marina di San Cataldo, località a 15 km da Lecce che ha il suo nome.
Sempre secondo la tradizione, il santo avrebbe lanciato un anello in mare per placare una tempesta e in quel punto del Mar Grande si sarebbe formato un citro, cioè una sorgente d'acqua dolce chiamata "Anello di San Cataldo".
A Taranto Cataldo compì la sua opera evangelizzatrice, facendo abbattere i templi pagani e soccorrendo i bisognosi.
In quel periodo egli si recò anche nei paesi limitrofi tra cui Corato in provincia di Bari dove per tradizione la liberò dalla peste e divenne quindi patrono della città stessa.
Morì a Taranto l'8 marzo tra il 475 e il 480 e fu sepolto nella chiesa di San Giovanni in Galilea, allora Duomo della città, e lì il suo corpo fu dimenticato per parecchi anni.
Nel 1071, mentre si scavavano le fondamenta per la riedificazione della Cattedrale della città, distrutta dai saraceni nel 927, venne ritrovato il corpo del santo.
Fu riconosciuto da una croce d'oro sulla quale era incisa la parola "CATALDUS".
Culto
Dal ritrovamento del corpo il culto di san Cataldo si sviluppa nella fede dei tarantini, che gli dedicano il luogo del ritrovamento e lo scelgono come Patrono della città.
La tradizione gli attribuisce numerosi miracoli compiuti a Taranto, tra i quali si rammentano i più importanti: avrebbe restituito la vista ad un fanciullo e fatto tornare in vita un muratore, avrebbe guarito un cieco ed una giovane pastorella muta.
Viene invocato contro le guerre, le epidemie e la morte improvvisa.
Fonte: wikipedia.org