Di nuovo salva
«Adesso tutti a Ivrea a prenderci la salvezza», commenta rapido un tifoso su un forum on line. Sudata, partecipata, voluta, alla fine la mancata retrocessione a tavolino fa respirare la città più di quanto raccontino il disinteresse e gli spalti costantemente vuoti.
La Torres rimane tra i professionisti e non sa se accendere un cero o imprecare contro gli errori della società, accusata di inadempienze e di aver presentato all'iscrizione al campionato una dichiarazione mendace. Per questo era stata punita dalla Disciplinare, ma la penalizzazione di otto punti (e inibizione di 6 mesi a Mascia) non era bastata alla Procura Federale, che aveva presentato ricorso: respinto, così come tutti gli altri ricorsi eccetto quello del Pescara, che rivede così i due punti e la zona playoff. In Via Po, Roma, alle 15 l'aria è tesa quanto quella che si respirava una settimana fa. Eduardo Chiacchio, il legale scelto dal presidente Antonio Mascia dietro suggerimento del direttore operativo Fabio Albieri, era a Roma coi collaboratori Monica Fiorillo e Michele Cozzone da 24 ore, perché la matassa era intricata e le sue squadre (Lanciano, Catanzaro e Pescara oltre i rossoblù) tutte coinvolte. Il rappresentante del club, Albieri, arriva con l'ultimo aereo utile ritardando il turno della Torres, e la cosa sembra un segno del destino. Le udienze scorrono come atteso, con la Procura federale, rappresentata ancora dall'agguerrito Spagnoletti, convinta nel chiedere la retrocessione per Sassari e Lanciano, come 18 società avevano scongiurato Stefano Palazzi di fare. E poi compare il Martina, il feroce oppositore delle “miracolate”, a surriscaldare un clima già torrido e far imbestialire il Lanciano; la Torres, invece, va su tutte le furie quando l'Olbia prende i rossoblù come termine di paragone per chiedere l'attenuazione della pena. Alle 19 la sentenza emessa dal giudice Sandulli acquieta l'atmosfera: respinti i ricorsi di Procura, Torres, Olbia, Lanciano, Castelnuovo, Catanzaro, accolto quello del Pescara. L'avvocato e il dirigente si abbracciano, manco avessero vinto il campionato, lo stesso Chiacchio spiega perché: «È stata difficile, il clima era ostile e le dichiarazioni del legale dell'Olbia di una gravità inaudita. Non si marcia sulle sventure altrui. Comunque sono felice che il professionismo rimanga a Sassari, e dò merito al presidente Mascia di aver capito la situazione e posto rimedio. Il fatto che la società sia sana ha inciso, ora la squadra deve vincere». E in attesa di vederlo in carne e ossa, il legale, in una conferenza stampa insieme ai vertici rossoblù, il commento del club è affidato ad Albieri: «Sono soddisfatto, ma ritengo vergognoso quanto esposto dai legali dell’Olbia che hanno cercato di limitare i danni a discapito di una corregionale. Se il ricorso richiesto dalle 18 società che hanno firmato un documento ci era parso un atto quantomeno inopportuno, quello compiuto dagli avvocati dell'Olbia è stato, a mio giudizio, un atto di grande scorrettezza».
Squadra gasata per Ivrea
Anche ieri pomeriggio, come ormai di consueto, i rossoblu escono alla spicciolata dal tunnel degli spogliatoi e pallone alla mano prendono possesso dell’erba del Vanni Sanna. Ancora nessuno conosce l’esito dell’appello, ma il clima è comunque disteso, comincia il riscaldamento e tutto fila come se nulla, in apparenza, fosse. Manca ancora Sebastiano Pinna, la cui presenza a Ivrea è avvolta nell'incertezza a causa del polpaccio dolorante, Cristian Lizzori lavora a parte in palestra mentre gli altri rispondono presente all’appello. Il gruppo si divide in due parti e mentre i probabili titolari (si va verso la conferma dell’undici di domenica scorsa) provano con Luciano Foschi sul campo, gli altri lavorano sulla parte atletica, con i ruoli che successivamente si invertono prima della conviviale chiusura dell’allenamento. Provati soprattutto, fino alla nausea, gli schemi d'attacco, in Piemonte più che mai necessari. Come la vittoria.
Renzo Sanna e Giovanni Dessole - Il Nord Sardegna