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Outis
Dure polemiche dopo le affermazioni del giornalista su Rai 3
Di Pietro: "Ha fatto il suo dovere, non si cancella il passato con un colpo di spugna"
Fazio chiede scusa in Tv a Schifani
"Nessuna congiura o complotto"
La dura condanna del direttore generale della Rai
Critica anche Finocchiaro: "Attacchi senza contradditorio"
Renato Schifani
ROMA - Scatenano un putiferio politico gli attacchi di Marco Travaglio al presidente del Senato, Renato Schifani. Ieri sera il giornalista, intervistato da Fabio Fazio durante "Che tempo che fa", aveva citato un brano di un proprio libro in cui si diceva che Schifani aveva avuto rapporti con persone condannate per mafia. Una frase che ha provocato una bufera. "Si tratta di fatti inconsistenti o manipolati che non hanno nemmeno la dignità per generare sospetto", ha replicato oggi in serata Schifani, intervistato dal Tg2. Forti critiche sia da parte del Pdl, che chiede anche un intervento sanzionatorio da parte della Rai, che da qualche esponente del Pd, mentre Di Pietro si schiera con Travaglio. Venendo per questo a propria volta attaccato da diversi esponenti della destra.
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Anche per il direttore generale della Rai, Claudio Cappon il comportamento di Travaglio è "inescusabile". Lo ha ribadito in apertura di trasmissione stasera Fabio Fazio, che si è scusato anche a titolo personale con Schifani. Fazio ha letto una nota ufficiale della direzione generale di viale Mazzini, che esprime "profondo rincrescimento" per l'accaduto e sottolinea che la libertà di espressione non può essere una scusa per offendere o insultare qualcuno senza che questi abbia opportunità di contraddittorio. Della vicenda si potrebbe inoltre occupare il prossimo Cda di viale Mazzini.
E poi, a titolo personale, ha aggiunto: "Che tempo che fa ha sempre cercato di rispettare due principi. Il primo: consentire la totale libertà di espressione a tutti i propri ospiti. Il secondo è quello di non offendere nessuno. Tanto più se assente e dunque impossibilitato a difendersi. L'offesa non mi appartiene. Quindi, quando ciò accade, non posso che scusarmi. A maggior ragione in questo caso per il rispetto che è dovuto alla istituzione che il presidente Schifani rappresenta". Fazio ha però fermamente respinto le accuse secondo le quali ci sarebbe stato "una congiura" o "un complotto", e ha rivendicato il proprio diritto di "correre dei rischi" nel proprio ruolo di conduttore televisivo.
"L'attacco di ieri sera, utilizzando senza contraddittorio il mezzo televisivo pubblico, è una vergognosa imboscata. Mi auguro che vi si possa porre riparo evitando almeno che episodi del genere si possano ripetere", ha detto senza mezzi termini il ministro delle Infrastrutture e Trasporti,
Altero Matteoli.
Ma anche
Anna Finocchiaro del Pd ha criticato la condotta di Travaglio: "Trovo inaccettabile che possano essere lanciate accuse così gravi, come quella di collusione mafiosa, nei confronti del presidente del Senato, in diretta tv su una rete pubblica, senza possibilità di contraddittorio". Al contrario
Mario Adinolfi, membro del coordinamento nazionale del Pd, ha criticato invece la presa di posizione di Anna Finocchiaro: "Alla senatrice Finocchiaro dico che non è proprio necessario correre in soccorso della maggioranza in ogni occasione. Noi difendiamo il diritto anche di Travaglio, per il quale non provo un'istintiva simpatia, a far ascoltare le proprie riflessioni attorno ad un figura delle istituzioni".
Di diverso avviso rispetto ad Anna Finocchiaro anche
Antonio Di Pietro che ha rilanciato le frasi di Travaglio, pubblicando sul suo sito la "carta d'identità" di Schifani tratta dal libro del giornalista "Se li conosci li eviti". "Travaglio ha fatto semplicemente il suo dovere raccontando quel che sono i fatti - ha detto l'ex pm - Non si cancella con un colpo di spugna la sua storia ed il suo passato". E l'accusa di mancato contraddittorio? "Non ha senso. Vorrebbe dire che ogni qualvolta si scrive di una rapina, si dovrebbe ascoltare anche la versione del rapinatore".
Ma non la pensano così diversi esponenti del Pdl: "Di Pietro difende Travaglio e dice a sua volta parole in libertà perché non gradisce che fra le forze politiche di maggioranza e di opposizione si è stabilito un clima normale, nel quale ci si confronta e anche si dissente senza insulti e senza demonizzazioni", ha dichiarato
Fabrizio Cicchitto, presidente del gruppo del Pdl alla Camera.
Nel frattempo il capogruppo del Pdl al Senato
Maurizio Gasparri ha invocato "conseguenze politiche", e parla addirittura di 'mandanti': "Travaglio, in un momento di sereno avvio di una nuova fase politica per il paese, getta benzina sul fuoco delle polemiche. Verrebbe voglia di sapere se per spinta di qualcuno". Mentre
Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, portato in Parlamento dall'Idv di Di Pietro, da una parte ha chiesto che a Schifani sia concesso "il diritto di replica", dall'altro ha attaccato chi "si scaglia contro le solite trasmissioni e le solite reti crocifiggendo i soliti giornalisti mentre si legittimano i peggiori prodotti della tv spazzatura".
(
11 maggio 2008)
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