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  1. #21
    Superpol
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    Citazione Originariamente Scritto da Nina^ Visualizza Messaggio
    certo! e durante il tempo libero tanti di loro fanno un lavoro in nero per non parlare di quelli che timbrano il cartellino e vanno al bar .... o al mercato...
    L'unico vero problema è riuscire a controllare chi di questi fà il proprio dovere e chi no!
    Citazione Originariamente Scritto da tenerino Visualizza Messaggio
    e quando vengono beccati i sindacati li difendono
    vi vedo molto, troppo ferrati sull'argomento...


  2. #22
    cervello de-bananizzato
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    Citazione Originariamente Scritto da Nina^ Visualizza Messaggio
    certo! e durante il tempo libero tanti di loro fanno un lavoro in nero per non parlare di quelli che timbrano il cartellino e vanno al bar .... o al mercato...
    L'unico vero problema è riuscire a controllare chi di questi fà il proprio dovere e chi no!
    quando avete finito di fare avanspettacolo poi intavoliamo una discussione...

    Sicuramente nella PA i "fannulloni" ci sono. Bisogna vedere innanzitutto quanti sono. Io non sono d'accordo nel gestire lo stato come un'azienda. Lo stato non è una azienda. Poi un ministro dovrebbe avere la compiacenza di non fare queste sparate, e se proprio deve citare qualcuno, potrebbe evitare di citare dei terroristi. Ecco, appunto, forse ha citato dei terroristi perchè voleva fare del terrorismo, o magari per attirarsi qualche titolo di giornale e qualche microfono in più...

  3. #23
    Nina^
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    Citazione Originariamente Scritto da Rossodisera Visualizza Messaggio
    quando avete finito di fare avanspettacolo poi intavoliamo una discussione...

    Sicuramente nella PA i "fannulloni" ci sono. Bisogna vedere innanzitutto quanti sono. Io non sono d'accordo nel gestire lo stato come un'azienda. Lo stato non è una azienda. Poi un ministro dovrebbe avere la compiacenza di non fare queste sparate, e se proprio deve citare qualcuno, potrebbe evitare di citare dei terroristi. Ecco, appunto, forse ha citato dei terroristi perchè voleva fare del terrorismo, o magari per attirarsi qualche titolo di giornale e qualche microfono in più...
    direi che l'articolo sotto riportato spiega bene secondo me quella che è la situazione nelle PA senza fare avanspettacolo:

    Motivare il personale, responsabilizzare i dirigenti, licenziare gli assenteisti

    Sono passati poco più di sei mesi da quando se n'era parlato per l'ultima volta.
    Adesso le dichiarazioni di Montezemolo all’inaugurazione dell’anno accademico della LUISS ripropongono ancora il dibattito sull’assenteismo degli statali.
    Segno che le polemiche passate non hanno portato a nessuna iniziativa concreta per risolverlo. L'unica conseguenza è un ulteriore logoramento dell’immagine del pubblico dipendente, come se l’aver vinto un concorso pubblico per merito (a volte, ve l’assicuro, può accadere) sia un disonore con cui convivere senza potersi riscattare.

    Probabilmente, per affrontare il problema è necessario un approccio diverso da quello degli ultimi tempi. Se non si è riuscito ad arginare l’assenteismo è perché, evidentemente, è mancata la volontà concreta di farlo. Infatti, come spesso accade, la realtà è ben diversa da come viene raccontata.
    Tanto per cominciare se l’assenteismo è una piaga, lo sono ancor di più coloro i quali, pur essendo regolarmente alle proprie scrivanie, non svolgono alcuna attività utile alla collettività.
    E non è detto che ciò avvenga per difetto della loro volontà.

    Nel pubblico impiego non esistono solo i fannulloni (tanti) e i fuoriclasse (pochi).
    Molto spesso dietro i nullafacenti ci sono tante persone oneste che vorrebbero lavorare per mettere a frutto le competenze acquisite dallo studio, essere motivate per farlo, orientate al risultato, valutate e ricompensate per i risultati raggiunti.
    Ci sono fannulloni "per indole" e fannulloni "coatti".
    Mi riferisco a tutti quei lavoratori (e sono tanti) che vengono collocati in strutture pletoriche, in uffici inutili e per giunta zeppi di personale senza mansioni degne di questo nome; sono uffici che potrebbero essere soppressi da un giorno all'altro destinando ad altre strutture, magari sotto-dimensionate, i fannulloni "coatti". Prendersela coi i nullafacenti in maniera generica è troppo semplice e scontato.

    Parliamo invece della funzione dirigenziale del pubblico impiego. Il prestigio di un dirigente pubblico nell’ambito dell’amministrazione si misura in base a quanti funzionari dipendono gerarchicamente da lui.
    Pertanto, se un manager è così coraggioso da ammettere di avere dei dipendenti in esubero, rischia una "diminutio" del proprio ruolo, anziché essere ricompensato per il coraggio dimostrato. L'esistenza di questa terribile logica spiega la permanenza in vita di migliaia di strutture inutili. Sono certo-e so quello che dico- che l’assenteismo è più alto proprio negli uffici inutili, perché l’impiegato valorizzato, apprezzato dai colleghi, si sente utile alla collettività, e per questo viene volentieri in ufficio; sembra un paradosso, ma è più portato ad restare a casa per dedicarsi ai propri hobby chi in ufficio si annoia perché riscalda la sedia.

    Se il funzionario non produce è spesso perché non viene motivato o, peggio, perché chi comanda non dà il buon esempio. Ci sono dirigenti che non si fanno vedere in ufficio prima delle 10.

    È vero anche che per poter motivare le risorse i dirigenti devono disporre dei necessari strumenti, che oggi non ci sono.
    Il premio produttività dei pubblici dipendenti viene attribuito in base alle presenze in ufficio e in minima parte in base al merito; le progressioni di carriera sono legate quasi esclusivamente all’anzianità di servizio; i bandi dei concorsi interni per promuovere alcuni funzionari a dirigenti sono confezionati su misura addosso ai futuri vincitori, i cui nomi sono conosciuti ancor prima che il bando sia reso pubblico, e spesso scelti senza reali criteri meritocratici.
    Tali meccanismi sono spesso imposti dai sindacati e, al tal proposito, ho letto oggi con gioia l’intervista di Angeletti a "Il Messaggero" titolata "Puntare sul merito anche per gli statali". In pratica nel pubblico lavorare non serve. Così, coloro che vorrebbero e potrebbero lavorare di più e bene non lo fanno perché pagati alla stessa maniera dei fannulloni "per indole". È un circolo vizioso.

    Dotiamo i dirigenti di poteri e strumenti che li equiparino seriamente a quelli delle aziende private. Dopo, licenziamo quelli che non riducono l’assenteismo perché non sanno motivare le risorse o perché non denunciano l'inutilità o la sovrabbondanza degli uffici che sovrintendono. E infine potenziamo, e drasticamente, le verifiche domiciliari sulle assenze per malattie punendo col licenziamento chi si assenta in maniera fraudolenta. Parola di dipendente pubblico.

    Maurizio Frugis
    www.myspace.com/mrmaurice82

    http://www.reportonline.it/article5591.html

  4. #24
    Nina^
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da Rossodisera Visualizza Messaggio
    quando avete finito di fare avanspettacolo poi intavoliamo una discussione...

    Sicuramente nella PA i "fannulloni" ci sono. Bisogna vedere innanzitutto quanti sono. Io non sono d'accordo nel gestire lo stato come un'azienda. Lo stato non è una azienda. Poi un ministro dovrebbe avere la compiacenza di non fare queste sparate, e se proprio deve citare qualcuno, potrebbe evitare di citare dei terroristi. Ecco, appunto, forse ha citato dei terroristi perchè voleva fare del terrorismo, o magari per attirarsi qualche titolo di giornale e qualche microfono in più...
    Savona. L’Istat ha reso noti i dati relativi all’assenteismo nel comparto della pubblica amministrazione esaminando la situazione di 108 comuni capoluoghi di provincia durante l’anno 2005. La materia è di attualità considerato il caso di Roma che nei giorni scorsi ha portato alla sostituzione del direttore dell’Anagrafe e di altri dirigenti. Savona si attesta a metà graduatoria, occupando il 50° posto per i giorni medi di malattia l’anno dei dipendenti (15,3) ed il 37° per le giornate medie di assenza (24,3).
    A livello nazionale il tasso di assenze nel comparto pubblico si attesta al 20,1%, il 54% in più rispetto alla media nelle grandi aziende (fermo al 13,1). Un rapporto di cinque a uno. La maglia nera va agli enti locali, comuni in testa. A Bolzano si assentano in media 38,9 giorni; a Firenze quasi un mese, ossia 29,8 giorni (di cui 16,6 solo per malattia); a Milano 27; a Genova 26, dove aumentano le richieste ex art.104 che dà diritto a tre giorni al mese per occuparsi di familiari anziani o malati, dato correlato all’anzianità della popolazione ligure che è la più vecchia d’Itali
    http://www.ilvostrogiornale.it/2007/...ta-classifica/
    .

 

 
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