RIFONDAZIONE?

di Nando Ventra - www.lamartinella.splinder.com

Da poche ore si è conclusa quella ridicola pagliacciata presentata come "Assemblea Nazionale di AN".
Naturalmente senza una vera votazione conclusiva ma con lo spettacolo penoso di quel povero rincoglionito di Franco Servello ( a proposito ricordo ancora e confesso uno dei miei errori giovanili. Quando con mio padre, dato che era nipote del direttore e fondatore del "Meridiano d'Italia", ci adoperammo per far accettare la sua domanda di iscrizione al MSI, dato che la federazione milanese non voleva saperne a causa di un suo non chiaro comportamento tenuto durante la RSI, cosa intollerabile per il segretario provinciale, il mitico generale Marchesi) che invitava a votare per alzata di mano a favore di La Russa come coordinatore del partito.
Chi non ha spiegato ancora a questi nuovi "democratici d'accatto" che non è corretta una cosa del genere e che è obbligatorio il voto segreto quando si tratta di un giudizio su una persona.Chi avrebbe potuto dissentire sotto lo sguardo minaccioso di Fini e dei quattro cialtroni al banco della presidenza senza temere una ritorsione di bassa lega?
Tutto questo mi avrebbe fatto solo sorridere,invece la malinconia piu' profonda si è impadronita del mio animo quando è stato chiaramente detto, come anche riportato nei titoli della stampa più importante che ci si accingeva a "spegnere per sempre LA FIAMMA".
Certo sarò un vecchio nostalgico forse rincoglionito come l'ex camerata servello, ma quando è stato manifestato il proposito di "spegnere la fiamma" non vi nascondo che mi sono venute le lacrime agli occhi.
Come in un film girato a velocità vertiginosa ho rivissuto le immagini di tutti i sacrifici fatti negli anni della giovinezza in cui per quella fiamma avevo sacrificato gli anni più belli e spensierati rinunciando allo sport, ai divertimenti, agli amori propri di tutti gli adolescenti,alla continuità negli studi, rischiando molte volte la pelle e andando a volte in galera.
Ma queste immagini hanno presto lasciato il posto a quelle in cui ho rivisto mio padre, il mitico comandante Ventra, prima a Roma e poi Torino comandante della GNR durante tutta la RSI. E lo ho rivisto pieno di Fede ed entusiasmo come un ragazzino, appena liberato, senza aspettare l'amnistia, ma con una condanna a morte sulle spalle, correre a Firenze per incontrare Romualdi e poi a Roma per accendere,anche con mille sacrifici personali, quel simbolo della Fiamma, che nei nostri cuori rappresentava la continuità con il simbolo vietato per legge del Fascio e nascondeva, come ancora oggi nasconde il motto " Mussolini sarà immortale".( Almirante era tra noi, Fascista fra i fascisti e ieri Finin ha avuto il coraggio di ricordarlo con la stessa faccia tosta con cui ha ringraziato Bossi dopo che aveva giurato che con lui non avrebbe mai più preso nemmeno un caffè).
Anche queste immagini sono subito sbiadite per lasciare il posto a quelle dei più sfortunati fra noi cui l'amore per la Fiamma era costata la salute o addirittura la vita. Ho rivisto le immagini del giovane Ferri, ucciso a calci sulle scale della "Normale" di Pisa, e la faccia di Guido Spagnesi quando a Firenze, il pugnale che mi aveva strappato la giacca e ferito leggermente il braccio era finito nel suo polmone riducendolo in fin di vita.E poi tutte le altre immagini dei tempi più recenti: da quelle dei giovani fratelli Viggiano con il cranio fracassato dai colpi delle chiavi inglesi, per loro fortuna sopravvissuti con il cranio mezzo d'argento,a quelle di Marco Ramella che invece le stesse chiavi hanno ucciso vigliaccamente.
Di fronte a tanto sangue innocente io,per essere stato segretario nazionale giovanile del MSI sento un rimorso e un dolore profondo calmati solo dalla certezza che, se con il mio esempio ho indotto qualcuno ad una battaglia che gli è costata la vita,li ho tuttavia spinti a battersi per una causa giusta per cui valeva anche la pena di morire.
Mi domando stasera cosa può esserci nel cuore di un mascalzone come il nuovo sindaco di Roma che ha il coraggio di portare al collo ( dicono ) una croce che gli ricorda un camerata ucciso senza avere il rimorso che almeno in parte , quanto anni prima lo ero stato io,di quella morte e di tante altre aveva il peso della responsabilità che non mi lascerebbe sopravvivere se avessi come lui la certezza, ma anche solo il dubbio di aver trascinato a morte dei giovani per una battaglia inutile e sbagliata condotta in nome del "male assoluto".

Mi sono messo a scrivere queste righe e ho smesso di piangere, anzi, la profonda malinconia ha lasciato il posto ad una feroce indignazione.
L'indignazione che mi ha pervaso guardandomi in giro, nel mio ambiente, di cui ormai spesso mi vergogno e mi domando quale maledizione ci perseguiti per averci fatto scadere addirittura nel ridicolo e nell'umiliante indifferenza degli avversari.
Nel mio partito, di cui anche se semplice iscritto sono ormai l'unico "socio fondatore " iscritto dal 1946, ho chiesto invano da molti mesi una riunione per esaminare quale medicina poter proporre per un malato ormai in coma farmacologico senza una conseguente iniziativa. Persino dei giovani, sicuramente in buona fede e di cui approfittano alcuni sciagurati in cerca di vanagloria personale mi hanno risposto che forse questo non è il momento perche' siamo in periodo elettorale.
Lo eravamo prima delle politiche, lo siamo ancora per le amministrative, finite le quali e dopo i prevedibili due o tre mesi di pausa estiva, lo saremo di nuovo essendo alla vigilia delle Europee.Io mi chiedo come è possibile che giovani certamente intelligenti e in grandissima buona fede non si accorgano di essere strumentalizzati per far rincorrere a qualche furbetto del partitino chimere che non potranno mai appagare nemmeno le loro piccole vanità e che nella situazione attuale, per un Partito come il nostro, l'unica cosa seria è dimenticare i turni elettorali, fonte per noi ormai solo di magre figure, per concentrarci su cosa si possa e si debba fare per salvare almeno la faccia.

Io, tempo fa, ho lanciato l'idea con alcuni camerati di formare un gruppo di studio, una corrente se volete, per fare un esame serio della situazione di partito.Ho proposto di elaborare con tutti il progetto per una "RIFONDAZIONE DEL MSI".
Devo ringraziare tutti coloro che hanno aderito, molti più di quanto temessi ma molti meno di quanti sperassi, specie fra i miei coetanei che evidentemente hanno desistito frustrati dalla vecchiaia e dalle delusioni anche se ho fatto loro un appello particolare richiamandoli ai doveri derivanti dalle grandi responsabilità e sooddisfazioni che hanno avuto nel passato.
Sarò sincero fino all'autolesionismo in queste righe che potrebbero essere le ultime della mia attività politica.
Avevo fino a ieri una grande speranza, l'avevo riposta in tanti giovani che mi hanno sempre stimato, dalla calabria alla Puglia alla Toscana e in particolare in quei meravigliosi ragazzi che sotto la guida di Luca Iannone hanno realizzato le uniche cose di cui essere orgogliosi nella nostra attuale squallida realtà.
Poi, proprio in questi giorni mi ha ferito la notizia che anche fra loro qualcosa non funziona, ci sono dei problemi che nel clima di grande tensione ideale non dovrebbero esistere.
Mi ero augurato fossero fra i primi a raccogliere l'invito per la "RIFONDAZIONE" mentre vedo che hanno preso una strada senza futuro e spero un giorno essere in tempo a parlarne con la massima sincerità con loro.
Come ho fatto sinceramente con il caro camerata Nicola Cospito al quale mi sono unito fin quando propose di tentare di unificare l'area neo-fascista e da cui con franchezza ho dissentito quando vidi che stava per fare un ulteriore partitino.
A tutto questo si deve aggiungere che, in un momento così delicato per tutta la politica italiana in movimento, mentre da destra a sinistra fervono riunioni, dibattiti, congressi e congressini e assemblee, solo il nostro segretario nazionale continua a brillare per il suo silenzio e per la sua assenza.
In Sicilia siamo arrivati alla vergogna di vedere che il Partito si presenta alle prossime amministrative a Catania alleato di Foza Nuova e in polemica durissima con "la destra". A Palermo invece i nostri giovani corrono per "la destra" in polemica con forza nuova e di fronte a tutto questo il Segretario nazionale tace, come sempre.

Penso che queste righe siano le ultime che scrivo come politico militante.
L'idifferenza di troppi a volte mi fa pensare che possa avere ragione Fini e penso che potrei essere io, oggi, l'ultimo combattente giapponese che continuava a battersi nella jungla perchè non aveva saputo che la guerra era finita....Purtroppo non e' così, solo per Fini il dopoguerra è finito e lui non e' più "figlio di un Dio minore".
Io credo di avere il diritto-dovere di abbandonare sperando che il testimone sia raccolto da qualcuno capace di tenere accesa quella Fiamma che sta proprio per spegnersi dafinitivamente.
Lo invoco a nome di tutti quelli che, come me, per quella fiamma hanno sacrificato tutto nella vita, anteponendola sempre al proprio interesse personale, alla famiglia, al proprio lavoro, sempre servendola e mai servendosene.
Un cameratesco augurio di buon lavoro, assicurando chi vorrà portare avanti la battaglia ideale senza guardare ai propri interessi, che se avrà bisogno del mio consiglio disinteressato potrà ancora contarci come consulenza gratuita.
Lo spero. Anche se è tale in questo momento la mia rabbia, la mia amarezza e la mia delusione che sono tentato, guardandomi intorno, di dare le dimissioni da....camerata.

Nando Ventra