Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
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    Predefinito E adesso il PD fa i conti con Di Pietro,Grillo e Travaglio

    E' ora che Walter faccia i conti con Tonino

    Era il 13 febbraio, appena due mesi fa, dopo meno di un’ora di incontro a porte chiuse, Walter Veltroni e Antonio Di Pietro annunciarono alla stampa assiepata fuori dal loft l’accordo di apparentamento elettorale.

    Veltroni aveva da poco sconvolto amici e nemici con la decisione di andare al voto da solo, aveva chiuso la porta in faccia a socialisti e radicali e cancellato con un tratto di penna ogni accordo con la sinistra arcobaleno. Di Pietro era dunque l’unico a meritare il titolo di alleato.

    All’uscita dall’incontro Di Pietro disse tra l’altro (fonte La Repubblica): “L'Idv correrà con il suo simbolo alle elezioni del 13-14 aprile in apparentamento con il Pd; darà vita, sempre con i democratici, a un unico gruppo parlamentare e, dopo il voto, comincerà un percorso che avrà come obiettivo fondere i due partiti in un'unica grande forza". Poi aggiunse: “Il nostro vuole essere un impegno politico per una legislatura e soprattutto non vogliamo che sia contro qualcuno, ma per costruire qualcosa".

    Sono passati due mesi e il gruppo unico con il Pd è saltato per aria, l’idea di costruire una “unica grande forza” fa ridere, quanto all’impegno di non essere “contro nessuno”, l’intervento di Di Pietro alla Camera l’ha cancellato da ogni possibile agenda.

    Si spiega a fatica come il paladino della legalità, della giustizia e dell’onestà, consideri invece la lealtà verso gli elettori una quisquilia da sacrificare con un’alzata di spalle. Il risultato elettorale di Di Pietro (4,3 per cento alla Camera e al Senato) è ovviamente legato all’apparentamento con il Pd e agli impegni comuni sottoscritti in quel programma e in quel percorso di alleanza. Al Senato poi, dei 14 eletti dell’Idv, solo uno, quello molisano, sarebbe entrato a palazzo Madama, gli altri 13 sono un regalo dell’apparentamento con Veltroni.

    Adesso Di Pietro fa il rodomonte, promette sfracelli e contro ogni patto di coalizione arriva a delegittimare pesantemente il governo Berlusconi. Ai tempi dell’accordo, vestiva i panni dell’agnello, prometteva moderazione e concordia. Gli elettori sapranno ricompensarlo per questo mascheramento a tempo debito, ma intanto dovrebbe essere Veltroni a denunciare quell’accordo. Se davvero crede alla possibilità del dialogo con la maggioranza, se vuole proporsi con l’interlocutore privilegiato di questa possibile fase costituente, dica che con Di Pietro ha sbagliato e che con l’Idv ha chiuso ogni possibilità di collaborazione. Non lascia spazi di ambiguità e di manovra al giustiziere di Montenero di Bisaccia e al suo codazzo di grilli e travagli.

    http://www.loccidentale.it/articolo/...nti+con+tonino

  2. #2
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    Il ciclone Tonino attacca tutti e difende solo Prodi

    Il giorno dopo, Tonino Di Pietro è ancora più battagliero. Se la prende con tutti, Fini, Veltroni e sopratutto con Berlusconi, perché “noi dell’Italia dei valori non intendiamo cadere nella tela del ragno che lei, ancora una volta, sta tentando di costruire con pacche sulle spalle, come ha detto lei: ‘Volemose bene, va’ che ce la famo’. Lo dica agli altri, non lo dica a noi dell’Italia dei valori! Infatti, noi dell’Italia dei valori abbiamo memoria e soprattutto non intendiamo perdere la memoria”. Queste le parole dell’ex pm durante il dibattito alla Camera per la fiducia al governo. “Noi conosciamo la sua storia personale e politica – ha rincarato la dose Di Pietro - e conosciamo bene anche la sua storia. E soprattutto conosciamo bene la sua storia personale e giudiziaria e quella dei tanti. Conosciamo bene la tela sul controllo dell’informazione e sul sistema di disinformazione che ha messo in piedi. Soprattutto conosciamo la disinformazione che ha posto e ha fatto porre in essere per far credere che la colpa dei mali dell’Italia non sarebbe di chi li ha commessi ma di chi li ha scoperti. Lei ha mentito a ripetizione nel corso della sua carriera politica e da ultimo ha fatto credere agli italiani di aver lasciato l’ultima volta il governo con i conti in ordine, mentre invece ha truccato le carte fin quando l’Unione europea non l’ha scoperto e sanzionato, e quel povero Prodi si è dovuto far carico di far quadrare i conti e ne ha pagato le conseguenze”.

    http://www.opinione.it/pages.php?dir...t=3878&aa=2008

  3. #3
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    Il leader Idv Di Pietro al videoforum di Repubblica tv
    "Sfidiamo il Pd sul caso Retequattro. C'è una sentenza Ue"
    "Il dialogo? E' solo ipocrisia.Ma l'opposizione sarà una sola"

    di EDOARDO BUFFONI

    ROMA - Il dialogo Berlusconi-Veltroni? "Solo ipocrisia". No a inciuci, maggioranza-opposizione, a cominciare dalla Rai. Il riconoscimento anche formale dell'opposizione? Va benissimo, ma allora Berlusconi deve riconoscere anche noi. Il leader Idv Antonio Di Pietro è più grintoso che mai, il giorno dopo il dibattito alla Camera sulla fiducia al governo Berlusconi. Dibattito che lo ha visto protagonista assoluto della linea dura contro il governo. E durante il videoforum con Repubblica Tv molti lettori lo incoraggiano a continuare così. Non tutti però: c'è anche chi lo critica per aver rotto il patto con il Pd, o per voler a tutti costi andare contro le decisioni del governo. In studio anche Massimo Giannini.

    Dialogo con il governo.


    Lei si sente davvero l'unica vera opposizione? Chiede un ascoltatore. "Sia da parte di Veltroni che di Berlusconi c'è ipocrisia. Veltroni e il Pd dovranno fare l'opposizione quando di qui a breve si vedrà che sul conflitto interessi, sulla Rai e sulle comunicazioni, sulla giustizia, sulla redistribuzione delle risorse, ci sono due politiche diverse da portare avanti".

    "Berlusconi - aggiunge Di Pietro - "lo abbiamo conosciuto: l'altra volta ha detto 'faremo una giustizia utile', ed è stata utile a lui. E ancora 'faremo un'informazione necessaria, ed è stata necessaria a lui. Se permettete, io voglio adottare la tecnica di San Tommaso: prima vedo, poi giudico. L'altra volta si sono seduti insieme e tra una crostata e l'altra è successo un finimondo".

    Veltroni, Rete 4 e la Rai.

    Antonio Di Pietro sfida il Pd sul caso Rete 4. "Oggi l'Italia dei Valori presenterà un emendamento in cui diciamo che si deve applicare anche la sentenza della Corte di giustizia europea su Rete 4. Il Pd voterà a favore o no? Se non lo fa e dice 'si ma anche', sotto c'è una fregatura. Nella scorsa legislatura su questo tema il centrosinistra si è calato le braghe con un atteggiamento 'ci-cip e ci-ciop' con il centrodestra. Non l'hanno approvato con la scusante che qualcuno avrebbe detto che il Pd ce l'aveva con Berlusconì. Ma che ragionamento è? Se uno viene e ti dà una botta in testa la colpa di chi è: di chi prende la botta o di chi la dà?".

    Durante il videoforum arriva l'annuncio di Berlusconi di un incontro per domani con Veltroni. Di Pietro commenta: "La Rai non sia al centro di quell'incontro. Se due persone parlano dentro un caminetto e si mettono d'accordo e dicono 'un direttore a te e due vice a me fanno la cosa peggiore, una lottizzazione del controllo dell'informazione. Se invece il dialogo sulla rifoma della Rai si fa in Parlamento, in pubblico, in modo trasparente, allora sì. E se non vogliono andare in Parlamento almeno vadano a Porta a Porta". E poi: "Berlusconi vuole fare uno statuto dell'opposizione? Benissimo, ma si ricordi che non c'è solo Veltroni, ci siamo anche noi. Non può scegliersi lui l'opposizione che preferisce".


    La "cavolata" di Fini

    Sull'episodio di ieri alla Camera, e la frase del presidente Fini sui fischi, Di Pietro commenta: "Fini ha tenuto un comportamento oggettivamente censurabile, sbagliato, pericoloso. Ma è cosi pacchiano l'errore che una seconda chance gliela vorrei dare. Se l'avesse fatto apposta, non lo diceva e lo faceva in un altro modo. Io no ho viste tante, non ho bisogno di nascondermi dietro una scivolata, una cavolata...".

    Meno loft e più tost

    Ancora Di Pietro contro la linea del Pd: "Noi non abbiamo loft ma mercati e piazze. Mi auguro meno loft e più tost. Voglio spezzare una lancia a favore di Veltroni. Al di là di queste prime battute, alla fine l'opposizione che andremo a fare sarà una sola e non potra essere che una. Solo che lui la fa all'inglese, con il governo ombra e il bon ton. Io alla latina, con trasporto, passione, senza politichese. Ma dico anche assolutamente no a chi sostiene che noi vogliamo rompere l'allenza con il Pd. Solo in squadra si possono offrire alternative. Anche quella del gruppo parlamentare è stata una soluzione condivisa per poter far sentire a la propria voce, all'inglese e alla latina, su un programma condiviso".

    (15 maggio 2008)

    http://www.repubblica.it/2008/05/sez...di-pietro.html

    Meno loft più tost è bellissima!!!

  4. #4
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    Fuori dal governo ombra, l'ultima carta dell'ex pm
    Di Pietro, il reduce solitario dell'antiberlusconismo
    Si parla molto di clima nuovo tra la maggioranza di centro destra e l'opposizione del partito democratico. Si tratta di un fatto nuovo.

    Indubbiamente il merito dell'apertura di una fase nuova è di Berlusconi e di Fini, ma anche - o soprattutto - di Walter Veltroni che, con la sua scelta di presentare da solo (o quasi) il Pd ha creato la premessa per eliminare dalla scena parlamentare tanti partitini, a cominciare da quelli massimalisti e comunisti. Non tutti, per la verità, perché un errore Veltroni lo ha fatto, di cui si è già pentito: quello di avere aggregato la rumorosa lista di Antonio Di Pietro. L'ex pm, con un curriculum di magistrato e di politico molto discusso, ora cerca di occupare lo spazio lasciato libero dalla sinistra radicale, puntando sull'unica carta che ha sempre pagato politicamente: l'antiberlusconismo. Con questo "programma" il ruvido molisano cerca di conquistare nuovi proseliti. Ma l'ossessione anticavaliere gli impedisce di guardare con serenità i problemi del paese: il rilancio dello sviluppo economico e sociale, la sicurezza, la lotta alla criminalità, la riduzione del peso fiscale, l'aumento medio dei salari, l'immigrazione e l'integrazione dei nuovi arrivati, il rilancio di ricerca e formazione mettendo in campo tutte le risorse per una inversione dei processi di declino riprendendo la strada del riformismo. Il paladino "senza macchia e senza paura" prosegue la sua marcia, sguainando la spada e rifiutando ogni dialogo, pure col "governo ombra" da cui è stato escluso. Il leader del Pd, infatti, ripensando all'errore elettorale, non ha voluto inserire Di Pietro in un organismo che intende confrontarsi in un clima sereno col governo Berlusconi. Il leader di Italia dei valori avrebbe subito invelenito il clima. Il suo ruolo arrogante non facilita certamente la distensione fra i due schieramenti, appellandosi a quell'antiberlusconismo viscerale, di altri tempi, che adotta l'offesa e il pregiudizio al posto delle proposte e del confronto di posizioni responsabili e ragionate sui problemi reali del paese. Eppure la recente (e fallimentare) esperienza del governo Prodi dovrebbe avere insegnato che non basta il collante dell'antiberlusconismo per tenere in piedi una coalizione di governo. Ma Di Pietro ha un altro demerito: ha promosso, intenzionalmente o meno, tanti paladini che nei siti web, nelle tv e sui giornali hanno scelto la strada della contestazione permanente, in nome della giustizia e della difesa del cittadino. Peccato che, per fare questo scelgono la strada delle calunnie, talvolta delle bugie spesso della disinformazione. E soprattutto questi "riformatori" non accettano mai contradditori, semplicemente perché sono privi di proposte realmente riformatrici.
    Leonardo Sciascia condannava con asprezza "i professionisti dell'antimafia", ma che ne facciamo dei parolai "professionisti dell'antiberlusconismo", dentro e fuori il parlamento?

    http://www.iltempo.it/2008/05/15/879...sconismo.shtml

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Mantide Visualizza Messaggio
    Fuori dal governo ombra, l'ultima carta dell'ex pm
    Di Pietro, il reduce solitario dell'antiberlusconismo
    Si parla molto di clima nuovo tra la maggioranza di centro destra e l'opposizione del partito democratico. Si tratta di un fatto nuovo.

    Indubbiamente il merito dell'apertura di una fase nuova è di Berlusconi e di Fini, ma anche - o soprattutto - di Walter Veltroni che, con la sua scelta di presentare da solo (o quasi) il Pd ha creato la premessa per eliminare dalla scena parlamentare tanti partitini, a cominciare da quelli massimalisti e comunisti. Non tutti, per la verità, perché un errore Veltroni lo ha fatto, di cui si è già pentito: quello di avere aggregato la rumorosa lista di Antonio Di Pietro. L'ex pm, con un curriculum di magistrato e di politico molto discusso, ora cerca di occupare lo spazio lasciato libero dalla sinistra radicale, puntando sull'unica carta che ha sempre pagato politicamente: l'antiberlusconismo. Con questo "programma" il ruvido molisano cerca di conquistare nuovi proseliti. Ma l'ossessione anticavaliere gli impedisce di guardare con serenità i problemi del paese: il rilancio dello sviluppo economico e sociale, la sicurezza, la lotta alla criminalità, la riduzione del peso fiscale, l'aumento medio dei salari, l'immigrazione e l'integrazione dei nuovi arrivati, il rilancio di ricerca e formazione mettendo in campo tutte le risorse per una inversione dei processi di declino riprendendo la strada del riformismo. Il paladino "senza macchia e senza paura" prosegue la sua marcia, sguainando la spada e rifiutando ogni dialogo, pure col "governo ombra" da cui è stato escluso. Il leader del Pd, infatti, ripensando all'errore elettorale, non ha voluto inserire Di Pietro in un organismo che intende confrontarsi in un clima sereno col governo Berlusconi. Il leader di Italia dei valori avrebbe subito invelenito il clima. Il suo ruolo arrogante non facilita certamente la distensione fra i due schieramenti, appellandosi a quell'antiberlusconismo viscerale, di altri tempi, che adotta l'offesa e il pregiudizio al posto delle proposte e del confronto di posizioni responsabili e ragionate sui problemi reali del paese. Eppure la recente (e fallimentare) esperienza del governo Prodi dovrebbe avere insegnato che non basta il collante dell'antiberlusconismo per tenere in piedi una coalizione di governo. Ma Di Pietro ha un altro demerito: ha promosso, intenzionalmente o meno, tanti paladini che nei siti web, nelle tv e sui giornali hanno scelto la strada della contestazione permanente, in nome della giustizia e della difesa del cittadino. Peccato che, per fare questo scelgono la strada delle calunnie, talvolta delle bugie spesso della disinformazione. E soprattutto questi "riformatori" non accettano mai contradditori, semplicemente perché sono privi di proposte realmente riformatrici.
    Leonardo Sciascia condannava con asprezza "i professionisti dell'antimafia", ma che ne facciamo dei parolai "professionisti dell'antiberlusconismo", dentro e fuori il parlamento?

    http://www.iltempo.it/2008/05/15/879...sconismo.shtml
    condivido financo le virgole di questo articolo.
    questa gente è pronta a buttare un'occasione irripetibile per l'Italia pur di prendersi una rivincita che non arriverà mai.
    e se berlusconi farà bene saranno spazzati via.

 

 

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