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  1. #1
    Meno male che Silvio c'è
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    Wink Pax Berlusconiana - La Strategia Perfetta Di Silvio

    PAX BERLUSCONIANA - LA STRATEGIA PERFETTA DI SILVIO COL DIALOGO-BLUFF: ANNIENTARE L’UDC, CONGELARE D’ALEMA, ISOLARE DI PIETRO. "E A GOVERNARE SIAMO NOI" - IL TORNACONTO PER WALTER? LA SOPRAVVIVENZA…



    Marco Galluzzo per “Il Corriere della Sera”

    Alla proposta di Veltroni sulla Rai, sul cambiamento delle regole di governance, il Cavaliere ha risposto con un semplice «vedremo...». Freddo, senza scendere nei dettagli, ascoltando più che rispondendo in modo reale. «Vedremo» può significare tutto e niente, la tentazione di una concessione ulteriore al leader del Pd (oltre all`istituzionalizzazione del ruolo dell`opposizione in Parlamento) come un modo diplomatico per non scontentare l`interlocutore.

    La stessa cosa può dirsi delle riforme istituzionali. Veltroni ha citato il testo di Luciano Violante, elaborato nella scorsa legislatura, e anche in questo caso il presidente dei Consiglio (lo raccontano nel Pd) ha pronunciato una frase equivoca, interpretabile in un modo come in un altro: «Certo, possiamo anche partire da lì...».

    Un`apertura? Mica tanto, visto che Fabrizio Cicchitto, poche ore più tardi, dichiarazioni autorizzate da Berlusconi, dirà che il testo Violante «va preso come base di discussione suscettibile in varie parti di significativi correttivi a partire dai poteri del premier e dell`esecutivo».

    Riempire di contenuti, al momento, il primo episodio di un dialogo che Berlusconi auspica «continuativo» e Veltroni dimostra di apprezza- re, con il dovuto distinguo di evitare «una melassa programmatica», è impresa che va forse al di là delle intenzioni dei due protagonisti. Inizia un percorso condiviso sulla legge elettorale europea, un confronto e non più una guerra sulla Rai, ma sono forse le utilità reciproche, parallele, e tutte politiche, che rafforzano e dettano le ragioni del dialogo. E forse anche la corposa pubblicità data allo stesso.

    Le utilità sono molteplici. E nei ragionamenti con Gianni Letta il neo presidente del Consiglio, nelle ultime ore, ne ha rintracciate almeno tre. La prima è il solco che il riconoscimento reciproco scava fra Pd e Di Pietro, un solco che può portare alla «rottura», eventualità che per Berlusconi è considerata come una sorta di manna.

    Così come il ridimensionamento, ulteriore, del ruolo che il centro di Pier Ferdinando Casini può giocare in questo momento: qui la parola chiave è un`altra ed è parente del concetto di «annientamento». Ultima ma non ultima fra le convenienze c`è l`indebolimento, o il «congelamento», del peso che Massimo D`Alema può giocare sul fronte opposto.
    Basta questo ventaglio di utilità per consentire a Berlusconi di sentirsi soddisfatto: «felice», anche se la parola in politica non ha grande cittadinanza, del percorso iniziato.



    Ovviamente anche Veltroni ha il suo tornaconto, che non esclude, come nel caso del Cavaliere, «l`interesse del Paese»: ovvero la propria stabilità politica, cosa difficilmente disprezzabile, soprattutto dopo una sconfitta elettorale. Se il gioco di convenienze reciproche porterà anche a delle reali concessioni reciproche, a cominciare dalla Rai e dal suo modello di gestione aziendale, è ancora da vedere.

    Ieri sera, in entrambi gli staff, la preoccupazione principale era quella di precisare la distanza, le differenze. Berlusconi rimarcando ufficialmente, con una nota, «la netta separazione dei ruoli tra maggioranza e opposizione».

    Veltroni ribadendo che «non possono essere date coperture sui singoli provvedimenti» dell`azione del governo. Come ha riassunto Fabrizio Cicchitto: «Non è stato un incontro per formare un governo comune, ma un incontro tra maggioranza e opposizione».

    Concludeva ieri sera, con i suoi, il Cavaliere, forse anche per rassicurare un pizzico di disorientamento interno a Forza Italia: «Su moltissimi temi abbiamo e continueremo ad avere posizioni diverse. Se qualcuno ha frainteso il senso del confronto io rassicuro: a governare siamo noi».
    http://dagospia.excite.it/articolo_index_40491.html

  2. #2
    1 comunista rimasto : Silvio
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    La strategia di Silvio è nota, poi vediamo se i polli ci cascano..

 

 

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