Nel 2009 le elezioni Europee si risolvono in una leggera vittoria per il centrosinistra, merito soprattutto della politica economica del governo Prodi, che ha conseguito il risanamento dei conti pubblici e il rilancio della crescita. Nonostante ciò, il neonato Partito Democratico raggiunge solo il 32% dei voti, e al suo interno vengono penalizzati soprattutto i candidati di area ex-diessina.
Questa vittoria di Pirro comporta come risultato l'immediato scioglimento del Partito, che si ridivide in DS e Margherita. Nel contempo, Mastella abbandona la coalizione per fare un'alleanza al centro con Casini, ma il governo Prodi riottiene la fiducia al Senato per un solo voto.
Il centrodestra vive anch'esso in uno stato di perenne agitazione, con Alleanza Nazionale che vive una profonda crisi al proprio interno.
La Lega abbandona la coalizione di centrodestra.
Dopo alcuni mesi, però, si apre una resa dei conti all'interno dei due principali partiti dell'Unione, Prodi ne prende atto e rimette il suo mandato nelle mani di Napolitano.
Il Presidente della Repubblica, vista la situazione, scioglie le Camere e indice nuove elezioni per il mese di Aprile del 2010, in concomitanza con le elezoni Regionali.
Gli schieramenti e i Partiti si riorganizzano in nuove formazioni, anche a causa della nuova legge elettorale che assegna metà dei seggi con il sistema proporzionale alla tedesca con soglia di sbarramento al 5% per i partiti, e l'altra metà con il maggioritario uninominale.
I Partiti che si presentano alle elezioni sono i seguenti:
La Sinistra Rosso-Verde: la sinistra radicale riesce a unirsi in un unico soggetto politico, che comprende Rifondazione, Comunisti Italiani, Verdi e parte del correntone DS. Il suo leader è il giovane Gennaro Migliore.
Partito Democratico e Socialista: questo nuovo movimento nasce dalla federazione tra i DS, la Rosa nel Pugno e i Repubblicani Europei. Si ispira ai principi del socialismo europeo e ha tra i suoi candidati molti membri della società civile. Il suo leader è Walter Veltroni.
Partito Riformista: è il partito che raccoglie i liberali e i prodiani della Margherita. Vi aderisce anche l'Italia dei Valori di Di Pietro. Il partito appoggia la candidatura di Veltroni.
I Moderati: l'obiettivo di questo nuovo partito è la nascita di un grande centro. Riunisce al suo interno l'UDC di Casini, l'Udeur di Mastella, rutelliani e teodem della Margherita e la nuova DC di Rotondi. Si dichiara al di fuori degli schieramenti. Il leader è De Gregorio.
Partito delle Libertà: è la nuova federazione del centrodestra, di cui fanno parte Forza Italia, gran parte di AN e i repubblicani italiani. Propone come candidato Gianfranco Fini, Berlusconi punta alla presidenza della Repubblica.
Partito delle Autonomie: la Lega cambia nome e fonda un nuovo movimento assieme agli indipendentisti meridionali. In alcune circoscrizioni appoggia i candidati del PdL, il suo leader è Calderoli.
Fronte Nazionale: riunisce l'estrema destra italiana, da Alternativa Sociale alla Fiamma Tricolore, più una gran parte della Destra Sociale di AN. Il candidato è Alessandra Mussolini.