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    Predefinito Rif: PDL / Dopo scontro televisivo Bocchino-Lupi finiani agli sgoccioli

    Un partito di Fini? Tra il 2,5 e il 5%. Ruba voti (pochi) a tutti, anche al Pd

    Martedí 20.04.2010 109


    Il presidente della Camera sembra proprio che abbia deciso di sotterrare l'ascia di guerra. Salvo colpi di scena, l'ipotesi di costituire gruppi separati alla Camera e al Senato dei finiani doc è tramontata. Forse anche perché le prospettive di un partito autonomo guidato dall'ex leader di Alleanza Nazionale non sono delle migliori. Lo confermano ad Affaritaliani.it quattro tra i sondaggisti più famosi d'Italia.

    Secondo Nicola Piepoli una formazione del numero uno di Montecitorio "non andrebbe oltre il 4 per cento, rubando voti un po' di qua e un po' di là. Ma non solo al Popolo della Libertà". Un po' più ottimista è Renato Mannheimer, presidente dell'Ispo, per il quale "un partito di Fini si attesterebbe tra il 5 e il 6% sottraendo consensi a tutti. Un metà al Pdl e il resto verrebbe 'pescato' tra gli ex astenuti, gli indecisi e anche a sinistra". Maurizio Pessato, amministratore delegato dell'Swg, parla "di un 5% circa". Anche se sottolinea che "non ha molto senso in quanto non è questa la prospettiva del presidente della Camera".

    Più articolata l'analisi di Alessandro Amadori, direttore di Coesis Research: "Da tempi non sospetti ritengo che Fini abbia un alto livello di fiducia come leader ma poco consenso elettorale. Un po' come il motto 'piazze piene, urne vuote'. E' questo il segno distintivo dell'ex presidente di An, da molti anni è apprezzato ma ha una cronica difficoltà a trasformare il consenso in voto. Insomma, l'opposto di Berlusconi. Quindi un suo partito si collocherebbe tra il 2,5 e l'ottimistico 5%. Una nicchia elettorale, anche perché chi scinde non viene quasi mai premiato dagli elettori, paga pegno. In Italia ricordiamo molti esempi negativi di scissione a destra. Democrazia Nazionale, scissione a sinistra dell'Msi negli anni '70, prese l'1% circa. L'Elefantino con Mario Segni fu una delusione. La Destra di Francesco Storace non va oltre il 2%".

    SONDAGGIO CRESPI RICERCHE: LO SCONTRO BERLUSCONI/FINI SCUOTE GLI ELETTORI DEL PDL

    Lo scontro tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini è arrivato a conoscenza di otto italiani su dieci che diventano nove tra gli elettori del PDL e non poteva essere altrimenti vista la rilevanza mediatica avuta da questa vicenda. Questo rende il sondaggio certamente più solido. Sulle cause che hanno determinato lo scontro, le opinioni sono abbastanza diversificate: circa il 22,0% (omogeneo tra elettori PDL e totale campione) attribuisce la causa dello scontro alla perdita di voti alle ultime elezioni regionali, il 23,0% degli italiani lo attribuisce all’eccesso di protagonismo di Berlusconi, dato questo che naturalmente diminuisce a poco meno dell’8% tra gli elettori PDL.

    Quasi un quarto degli elettori PDL sostiene che il problema tra i due leader sta nella politica del governo troppo condizionata dalla Lega, tale dato scende al 13,3% del totale campione. Lo scontro di personalità guadagna un 25,1% del totale campione e il 17,6% tra gli elettori PDL che invece per il 24% attribuiscono la causa dello scontro ad una lotta di potere e di poltrone che scende al 10% sul totale Italia. La responsabilità dello scontro tra gli elettori del PDL viene omogeneamente distribuita: infatti quattro elettori su dieci dicono che la responsabilità è di Berlusconi e altri quattro di Fini, dato che sale quasi al 50% a sfavore di Berlusconi sul campione Italia.

    Il 37,8% degli italiani in questo momento si sente più vicino a Fini, mentre il 30% a Berlusconi, dato che subisce un’inversione tra gli elettori del PDL che per 68,7% si sentono vicini al capo del Governo, mentre per il 25,3% più vicini al Presidente della Camera.

    E’ leggera la prevalenza degli italiani che prevedono la separazione tra Fini e Berlusconi, mentre tra gli elettori del PDL il 61,2% ritiene la separazione inevitabile.

    Né tra gli italiani (70,2%), né tra gli elettori del PDL (76,8%), l’ipotesi di elezioni anticipate nel caso di divorzio dei due leader è una ipotesi percorribile.

    Il tentativo di misurare il peso elettorale di Fini in questa fase è quantomeno velleitario se non inutile. Possiamo dire che alla domanda diretta se si votasse per l’elezione del Presidente della Repubblica, il 30,8% voterebbe Fini mentre il 54,9% Berlusconi che a livello nazionale corrisponde ad un 26,6% e 24,3%, sostanziato anche dal profilo di immagine dove Berlusconi stravince su Fini in simpatia (59,8% su 35,3%), innovazione (72,8 su 23,9%) e concretezza (73,2 su 25,3%), mentre sostanzialmente pari è il confronto sulla credibilità (48,6 su 50,2%), mentre sull’onestà Fini capitalizza un 49,3 contro un 29,6% di Berlusconi.

    Fini gode di un profilo abbastanza rigido ma rigoroso e appare più freddo, ma dopo Napolitano e con Berlusconi è uno degli uomini politici che ispira maggiore fiducia. Le sue tesi sui diritti civili hanno sempre destato grande attenzione e curiosità ed il rischio che corre in questa fase è che questa operazione sia vissuta come una questione di potere e di poltrone che sta determinando un grande sgomento negli elettori del PDL che sta portando grande vantaggio alla Lega.

    E’ anche evidente che dare un peso polifonico al PDL non potrebbe che determinare vantaggi. E’ anche chiaro a tutti che questa è una fase nella quale il Presidente della Camera si gioca la credibilità del suo futuro politico.

    Un partito di Fini? Tra il 2,5 e il 5%. Ruba voti (pochi) a tutti, anche al Pd - Affaritaliani.it


    carlomartello

  2. #12
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    Predefinito Rif: PDL / Dopo scontro televisivo Bocchino-Lupi finiani agli sgoccioli

    Oggi, a non ricordo più quale tigggi, si parlava della possibilità che Fini potesse entrare in un futuro partito creato da Montezemolo.

  3. #13
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    Predefinito Rif: PDL / Dopo scontro televisivo Bocchino-Lupi finiani agli sgoccioli

    Verso un’alleanza a destra Montezemolo-Fini?


    La coincidenza è sorprendente, anche se casuale: mentre Fini ufficializza la fronda a Berlusconi nel Pdl, Luca Cordero di Montezemoli lascia la presidenza della Fiat e diventa un uomo libero di esplorare nuovi orizzonti professionali.

    Montezemolo continua a negare di voler scendere in politica e a breve con ogni probabilità non mente. Ma a lungo? Pochi mesi fa ha lanciato una nuova fondazione, Italia futura, e quando una personalità pubblica decide iniziative del genere raramente è per spirito di servizio. La fondazione è il viatico a iniziative più importanti e alla costruzione di una rete di contatti.

    E’ lo stesso percorso seguito da Fini con FareFuturo, un think tank molto dinamico e a tratti polemico.

    I rapporti tra FareFuturo e Italia Futura sono eccellenti; come quelli tra Gianfranco Fini e Luca Cordero di Montezemolo. E in futuro potrebbero diventare ancora più stretti. La mia impressione, infatti, è che entrambi lavorino sul mediolungo periodo ovvero che non intendano sfidare Berlusconi adesso (anche perché perderebbero), ma posizionarsi per controllare il centrodestra dopo il Cavaliere, emarginando alla Lega e recuperando il rapporto con l’Udc di Casini.

    Fini il politico esperto e sempre più trasversale; Montezemolo l’uomo immagine gradito a destra e a sinista. Entrambi legati all’establishment italiano e, quel che più conta, europeo. Con uno scopo condiviso: rendere più moderato, istituzionale, e politicamente corretto il centrodestra.

    La mia è solo un’intuizione, sia chiaro, ma un’allenza tra i due mi sembra perlomeno credibile. O no?

    Il Blog di Marcello Foa » Blog Archive » Verso un'alleanza a destra Montezemolo-Fini?


    carlomartello

  4. #14
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    Predefinito Rif: PDL / Dopo scontro televisivo Bocchino-Lupi finiani agli sgoccioli

    Citazione Originariamente Scritto da carlomartello Visualizza Messaggio
    Si parlava di purga...

    carlomartello
    Si.

    Avevo solo fatto notare che ai finiani manca la dignità delle SA :sofico:

  5. #15
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    Predefinito Rif: PDL / Dopo scontro televisivo Bocchino-Lupi finiani agli sgoccioli



    Lealtà, Lega e giustizia: le spine di Fini E Berlusconi: "Se fai politica, dimettiti"

    All’auditorium della Conciliazione la direzione del Pdl. Berlusconi tende la mano: "Entro l'anno il congresso". Fini: "Criticare non è tradire". Poi accusa il Pdl di appiattirsi sulla Lega. Immediata la replica di Berlusconi: "Rilievi di poca importanza. Ma se fai politica lascia la Camera". E Schifani: "Maggioranza litigiosa mette a rischio il governo"



    Roma - "Berlusconi, te lo dico in faccia, raramente il tradimento è in chi parla apertamente", dice Gianfranco Fini. "Non dire a me cose che non ho mai detto", alza la voce Silvio Berlusconi che lo interrompe dal palco. E' la resa dei conti fra il leader del partito Silvio Berlusconi e il dissenziente Gianfranco Fini. Ad aprire la direzione del Pdl è proprio il presidente del Consiglio che rilancia la struttura democratica del Pdl: "Convocheremo il congresso entro l'anno". Senza mettere "in discussione la leadership", Fini chiede di fare chiarezza su più punti: l'identità del partito, l'appiattimento sulle tesi della Lega Nord, il caos liste nel Lazio, la legalità e l'attuazione del federalismo. Immediata la replica di Berlusconi: "Mi sembra di sognare. Se fai politica lascia la Camera". Ed è bagarre.

    Il congresso del partito I numeri parlano chiaro. "Il presidente del Consiglio ha il 63,33%: un consenso bulgaro", ha rivelato Berlusconi aggiungendo che, secondo sondaggi da lui commissionati, "il governo ha il 48%, risultato straordinario in un momento di crisi, ed il Pdl il 38,8%". Dalle urne, quindi, la volontà dell'elettorato a confermare la fiducia nel partito. Ora, secondo Berlusconi, bisogna darsi da fare e mettersi al lavoro. "Non ritengo si possa dire che il nostro non sia e non sia stato un partito democratico - ha aggiunto il premier - sono stati gli elettori a volere questo partito. E noi abbiamo realizzato un movimento che è democratico. La democrazia è fondamentale per il nostro partito. Fino ad ora questa democrazia ci ha consentito di lavorare bene insieme e di vincere tutte le elezioni nei due anni di vita del partito".

    Berlusconi rilancia il partito del fare Una riunione decisa nel periodo delle Regionali, per analizzare i risultati del voto. Berlusconi ha inquadrato così la convocazione della direzione nazionale che sostiene essere "la terza dell’anno". "Abbiamo deciso la convocazione di questa nostra Direzione nazionale che è la terza dell’anno, prima delle elezioni regionali. Eravamo al centro di una campagna feroce contro di noi e in particolare contro di me. Una campagna di odio, i cui i tempi erano dettati dalla magistratura: avevo deciso di non scendere in campo ma l’ho dovuto fare e l’esito ci ha premiato". E, dunque, "avevamo deciso questa riunione per analizzare questi risultati eccezionali, unici in Europa dove tutti i partiti al Governo hanno pagato il prezzo della crisi". Ora però il governo deve guardare avanti: "Tre anni sono un tempo sufficiente a lasciare un segnale del nostro passaggio nella storia della Repubblica con un’opera di ammodernamento del Paese".

    Fini chiede chiarezza Secondo il presidente della Camera, "questa riunione è necessaria a fare chiarezza per il doveroso rispetto che ognuno deve a sè stesso e tutti insieme dobbiamo agli italiani". "Francamente anche nella regia dell’avvio dei lavori c’è un atteggiamento un po' puerile di chi vuole nascondere la polvere sotto il tappeto", ha continuato Fini secondo il quale "avere opinioni diverse rispetto a quelle del presidente del consiglio, la cui leadership non è stata messa in discussione". Il presidente della Camera ha voluto sottolineare la propria lealtà e che le critiche non rappresentano "un tradimento". Insomma, non ha messo "in discussione la leadership, chiedo se è lecito che ci siano opinioni diverse e organizzare dentro il partito un’area politico-culturale che si ritrova in esse". "Non mi sento in difficoltà - ha aggiunto Fini - per chi mi ricorda che ho detto che le correnti sono una metastasi".

    L'identità del partito "Il Pdl su alcune questioni sta perdendo quella che era la sua identità primaria e ragione di essere", ha continuato Fini. "Quando è nato, facendo ognuno un sacrificio e rinunciando a qualcosa - ha spiegato il presidente delal Camera - era certamente un grande partito nazionale ispirato ai valori del Partito Popolare Europeo, garante della questione sociale dell’interno Paese, capace di dare risposte, difensore dello Stato, garante dei diritti". Secondo Fini, il Pdl nel nord ha perso consensi, perchè "c’è stato uno squilibrio tra noi e il nostro alleato, la Lega". Questo, secondo l'ex An, perché "il Nord siamo diventati la fotocopia della Lega", un certo appiattimento sulle posizioni del Carroccio "è pericoloso". Il Carroccio, ha aggiunto, è un "soggetto politico di primaria importanza: il problema è che io ho cercato di fondare il Pdl, non di dar vita ad una associaizone, perché alleati non vuol dire essere una fotocopia, soprattutto su certi principi".

    Il dibattito sulla giustizia "Non possiamo dare l’impressione che la riforma della giustizia possa apparire come impunità". A queste parole del presidente della Camera, la platea dei membri della direzione nazionale ha fischiato e ha lanciato un fortissimo "Buhhh" all’indirizzo del palco. Lo stesso Berlusconi ha dimostrato una netta contrarietà e si è sentito chiaramente al microfono mentre rivolgendosi a Fini è sbottato. "Gianfranco...", ha detto il premier disapprovando apertamente.

    Il nodo liste nel Lazio Fini non ha mancato di lanciare una stilettata al premier sulla vicenda che ha coinvolto la lista Pdl della provincia di Roma alla fine esclusa dalla competizione elettorale. Fini si è rivolto direttamente a Berlusconi, e dopo aver sottolineato la vittoria a Roma soprattutto per merito della discesa in campo del premier, ha osservato che tutta la vicenda "meriterebbe di essere approfondita". Perchè dopo la vittoria "si può ancora dire che è stato tutto un complotto dei magistrati di sinistra?". Berlusconi ha subito preso la parola, interrompendo Fini: "E' esattamente così". Fini gelido ha replicato: "Farai le tue conclusioni alla fine".

    Berlusconi: "Mi pare di sognare" "Mi rimetto alle decisioni di Berlusconi che è il presidente del mio partito, faccia quello che vuole", ha concluso Fini. E la replica non ha tardato ad arrivare. "Mi sembrava di sognare. Non mi sono mai giunte queste richieste - ha sbottato il presidente del Consiglio - mi hai detto davanti a Letta che ti eri pentito di aver dato vita al popolo della Libertà e che avevi intenzione di fondare un gruppo autonomo". Fini, in prima fila, è subito scattato in piedi per contestarlo. Berlusconi ha, quindi, ribattuto tutte le richieste del presidente di An: "La Lega ha fatto proprie le posizioni di An sull’immigrazione. Non tanto noi siamo fotocopia della Lega ma la Lega è stata una fotocopia delle posizioni di An". Berlusconi ha poi invitato Fini a lasciare la carica istituzionale: "Dichiarazioni di contenuto politico non si convengono a chi presiede una istituzione super partes. Un presidente della Camera non deve fare dichiarazioni politiche. Se le vuoi fare devi lasciare la carica, ti accoglieremo a braccia aperte". Quindi ha fatto il classico gesto della mano di andar via. Fini si è alzato ed è andato verso il palco: dal labiale si capisce la risposta: "Così non lo fai a nessuno".

    Lo scontro sui media "Per aver posto delle questioni nei mesi sono stato oggetto di un attacco mediatico da colleghi altamente pagati" da giornali di proprietà di "stretti parenti, sappiamo tutti quali sono le proprietà dei giornali e che sono gli editori che pagano i direttori". Questo l'attacco del presidente della Camera. Un attacco che non proprio piaciuto a Berlusconi. Anzichè il Giornale, "mi sembra che critico verso di te sia Libero, che appartiene ad Angelucci ex An e tuo amico personale". Berlusconi ha, quindi, ribadito di essersi "distinto" dalle posizioni del Giornale e di averne chiesto al fratello Paolo la vendita della testata.

    Lealtà, Lega e giustizia: le spine di Fini E Berlusconi: "Se fai politica, dimettiti" - Interni - ilGiornale.it del 22-04-2010


    carlomartello

  6. #16
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    carlomartello

  7. #17
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    Insomma: quando lo tirano lo sciacquone? :sofico:


    carlomartello

  8. #18
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    Come ho detto in Destra Radicale, il discorso sulle aree metropolitane è interessante - se non erro in Germania le provincie si dividono in rurali e urbane.

  9. #19
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    Bossi: "Fini andava cacciato subito."


    carlomartello
    Ultima modifica di carlomartello; 23-04-10 alle 17:20

  10. #20
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    attendiamo tutti la purga...


 

 
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