FERROVIA BOLZANO-MERANO-MALLES

UN ESEMPIO CONCRETO DI EFFICIENZA DELL’AUTONOMIA

“In Val Venosta, nel vicino Alto Adige, solo fino ad un decennio fa si riteneva che la ferrovia Bolzano- Merano-Malles fosse superata e dovesse essere soppressa.
Venne infatti chiusa e sul sedime cominciavano a crescere arbusti sempre più robusti ed invasivi. Ma nel 2001 "re" Durnwalder, sulla spinta del forte ambientalismo locale, decise di reinventare questa tratta ferroviaria e di ricostruirla. Affidò ad una ditta locale, controllata dalla Provincia Autonoma, (STA, Strutture Trasporto Alto Adige) la progettazione della ferrovia, avviò un confronto serrato con i sindaci scettici e con una popolazione stanca dei disservizi della vecchia tratta e impose tempi brevi sia per la progettazione che per la consegna dell’opera: solo quattro anni.
Praticamente nei tempi previsti (c’è stato un lievissimo ritardo), la società ha consegnato alla Provincia l’opera realizzata. Sono state ridisegnate le linee, addolcite le curve, sostituita la massicciata, eliminati ben 54 passaggi a livello e abbattute tutte le barriere architettoniche: dalle banchine passeggeri si sale sulla carrozza senza alcuno scalino, è l’unica ferrovia europea priva di barriere architettoniche. Ma c’è di più: "Mai il ritardo supera il minuto, - dice Helmuth Moroder tanto che qui la gente regola l’orologio sul passaggio del treno".
Si prevedeva l’obiettivo di un milione di passeggeri l’anno, ma il 2007 si è concluso con un incredibile successo: i passeggeri sono stati oltre due milioni.
Il treno della Valle Venosta oggi è una attrazione turistica, dove si sale con le bicicletta e si ridiscende pedalando lungo le attrezzate ciclabili, sempre esterne al traffico, immerse nella natura, fino a Bolzano. Grazie al treno si rifrequentano i masi in quota, si trascorrono i fine settimana con le famiglie unite alla riscoperta del territorio. Ora gli otto treni sono insufficienti, è necessario acquistarne altri quattro.
Con questa ferrovia in un solo anno si sono risparmiati almeno quattro milioni di chilometri in automobile e mille tonnellate di anidride carbonica non sono state gettate nell’aria.
E dopo questo passo, sempre con l’efficienza dimostrata fino ad oggi, il treno aspira a diventare internazionale; si collegherà infatti alla rete ferroviaria svizzera nell’Engadina e a breve anche con Landeck, in Austria. Se si fosse fatto un referendum fra la popolazione, con l’esperienza del treno fino ad allora vissuta, la scelta di reinvestire nella ricostruzione sarebbe stata bocciata.
Il costo dei 60 chilometri ricostruiti? 115 milioni di euro, quanto costano i due chilometri della circonvallazione stradale di Moena, o della circonvallazione di Naturno in Val Venosta.
Per percorrere la tratta intera si impiegano 82 minuti, con fermate in 17 stazioni, il costo del biglietto è di quattro euro.
Il treno della Val Venosta ha incuriosito altre località altoatesine ed oggi si discute di riproporre la vecchia ferrovia fra Caldaro e Bolzano e ricostruire quella della Val Pusteria.”

Mariangelo Foggiato 23.05.2008
Progetto Nordest