Economia presentato alla Camera il rapporto 2007«Italiani in difficoltà, rilanciare i consumi»
ROMA - Nel 2007 l'economia italiana ha mostrato segnali di rallentamento. Sempre più famiglie, quasi il 15%, complice il caro-mutuo, hanno avuto difficoltà ad arrivare a fine mese. E grazie alla presenza degli stranieri il nostro Paese si è confermato sede di un vero e proprio puzzle etnico e culturale che non ha precedenti nella recente storia europea. È questa a grandi linee la fotografia dell'Italia che si evince dal Rapporto annuale 2007 dell'Istat presentato mercoledì alla Camera
PIL - Secondo il Rapporto il 2007 è stato per l'Italia l'anno del rallentamento economico («il Pil l'anno scorso ha registrato una crescita, in termini reali, dell'1,5% in decelerazione rispetto all'anno precedente quando si era attestato a +1,8%»). E la ripresa deve necessariamente passare per «interventi energici» su consumi e investimenti. Ma per il futuro c’è «prudente ottimismo», fa sapere il presidente dell’Istat, Luigi Biggeri.
REDDITI E FAMIGLIE - In sei anni il reddito per abitante degli italiani è crollato del 13% rispetto alla media europea: se nel 2000 era del 4% più alto della media dell’Unione, nel 2006 è crollato a oltre 8 punti sotto la media. In base ai dati forniti dall'Istituto di statistica, il 14,6% delle famiglie italiane arriva «con molta difficoltà alla fine del mese», il 28,4% non riesce a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro e il 66,1% dichiara di non riuscire a mettere da parte risparmi. Nel Rapporto sono evidenziati anche altri segnali di «disagio» e «deprivazione»: la metà dei nuclei ha guadagnato meno di 1.900 euro al mese, il 6,2% ritiene di non potersi permettere un'alimentazione adeguata, il 10,4% un sufficiente riscaldamento per l'abitazione e il 38,7% una settimana di vacanza all'anno.
MUTUI - Sui bilanci delle famiglie italiane pesano sempre di più le rate per i mutui sulla casa. Nel 2006 il 13% ha sostenuto gli oneri di un mutuo per l'abitazione di proprietà (erano il 12% nel 2004) e ha pagato una rata (comprensiva degli interessi e della quota di rimborso del capitale) di 559 euro al mese. Nel 2004 la rata media era di 469 euro al mese con un’incidenza sul reddito salita dal 16,5% al 19,2%.
SICUREZZA - Un capitolo a parte è dedicato alla questione sicurezza. Nel rapporto si sottolinea che a fronte del calano dei furti d'auto e in appartamento e degli omicidi, rapine e borseggi non erano mai stati così numerosi da 50 anni a questa parte. Le famiglie italiane, spiega l'Istat, hanno più paura. «Nell'opinione pubblica è diffusa la percezione di un aumento del senso di insicurezza». «Più che dalla gravità dei reati - assicura l'istituto di statistica - questo dipende dalla loro diffusione e visibilità».
IMMIGRATI - L'Italia si conferma meta di stranieri. Gli immigrati nel nostro Paese sono 3,5 milioni (il 5,8% del totale dei residenti), secondo le stime riferite al primo gennaio 2008. Lo evidenzia l'Istat nel Rapporto annuale. Nel 2007 si è assistito ad un loro consistente incremento, grazie ad un saldo migratorio con l'estero stimato in oltre 454 mila unità, il valore più alto finora registrato nel nostro Paese. E sempre nel 2007 è cresciuto «il contributo degli stranieri a fenomeni di devianza», fenomeno da «ascriversi soprattutto alla componente irregolare, molto elavata per reati come furto, rapina, contrabbando».
«INTERVENTI ENERGICI»- Secondo l'Istat il 2007 è stato per l'Italia l'anno del rallentamento economico. E la ripresa deve necessariamente passare per «interventi energici» su consumi e investimenti. Ma per il futuro c’è «prudente ottimismo», fa sapere il presidente dell’Istat, Luigi Biggeri.
IL POPOLO DEGLI «INATTIVI» - Riguardo alla disoccupazione, prosegue il calo iniziato nel 1999. Ma sono sempre di più gli "inattivi", ossia coloro che non cercano più un lavoro perché sono scoraggiati, sanno di non trovarlo: nel 2007, sono arrivati a quota 3 milioni. È questa la diagnosi dell'Istat. nel 2007, in Italia, i disoccupati sono poco più di un milione e mezzo, vale a dire circa un milione in meno rispetto a dieci anni prima. Ma c'è da dire che dal 2003 la diminuzione della disoccupazione non si accompagna ad un aumento significativo del tasso di occupazione, bensì ad un allargamento dell'inattività dovuto soprattutto alla rinuncia a cercare attivamente un lavoro.
http://www.corriere.it/economia/08_m...4f02aabc.shtml