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Discussione: Unione Sovietica

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    Predefinito Rif: Unione Sovietica

    Gli americani non hanno risparmiato la scuola di Gorla durante i bombardamenti in Italia nel 1943-45. Così come non si sono certo trattenuti dall'utilizzo dele cluster-bombs in Serbia e in Iraq. Tutte armi vietate dalle convenzioni internazionali, proprio perchè somigliano a giocattoli che i bambini potrebbero prendere in mano ancora inesplose.
    Ultima modifica di Stalinator; 14-05-11 alle 16:52

  2. #32
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    Predefinito Rif: Unione Sovietica

    Gulag



    L'attacco ai Gulag è l'attacco al socialismo realizzato

    In questo quadro hanno ritirato fuori la questione dei Gulag sovietici equiparandoli vigliaccamente ai campi di concentramento nazisti.
    Le origini del Gulag, abbreviazione di Glavnoje upravlenije lagerej (Amministrazione generale dei campi di lavoro correttivi), sono da ricondursi al 1919, quando un decreto del Commissariato del popolo per gli interni della Russia socialista stabilì le modalità di organizzazione dei "campi di lavoro'' nei quali dovevano essere convogliate persone arrestate e condannate dai tribunali. Essi nacquero come risposta socialista al problema delle carceri. Nell'Occidente capitalista la detenzione doveva avere, e l'ha tutt'oggi, un carattere punitivo. Nell'Urss di Lenin e Stalin rivestiva un carattere correttivo e rieducativo.
    I Gulag si ispiravano al principio sancito solennemente dalla prima Costituzione sovietica del 1918 che stabiliva che il lavoro era un dovere per tutti i cittadini della Repubblica dei soviet e proclamava la parola d'ordine: "Chi non lavora non mangia''. Come nella società dove tutti, anche i borghesi, dovevano lavorare per vivere, anche nei Gulag il lavoro per la collettività dava diritto all'esistenza. Solo affacciare un parallelo tra i Gulag e i lager nazisti, come fanno in maniera interessata Battista e Strada, è un falso storico a tutto tondo. Quelli hitleriani erano centri di sistematico sterminio, dove furono commessi i più efferati crimini contro l'umanità che la storia ricordi. Nell'Urss di Lenin e Stalin chi sbagliava pagava non con le camere a gas o i forni crematori ma provando, nella stragrande maggioranza dei casi, per la prima volta nella vita cosa volesse dire realmente lavorare.
    Nei Gulag venivano inviati i nemici del comunismo e della patria sovietica; speculatori, incettatori, sabotatori dell'economia, oziosi, kulaki (contadini ricchi antisovietici, trotzkist), parassiti borghesi privilegiati, ma anche terroristi, disertori, seguaci del vecchio regime zarista, collaborazionisti delle armate bianche durante la guerra civile e degli invasori nazisti nella seconda guerra mondiale, agenti della borghesia e dell'imperialismo occidentale infiltrati nel partito e nello Stato, fino ai delinquenti comuni. Insomma scandalizza che nei campi di rieducazione sovietici c'erano i ricchi e gli anticomunisti, mentre nelle carceri occidentali e dei paesi reazionari a languire sono stati, e sono in prevalenza i poveri, i comunisti e chiunqua si opponga al dominio di ferro del capitalismo e dell'imperialismo.

    Falsità e menzogne su numeri e condizioni di vita


    Un gran baccano velenoso è fatto artatamente sul numero dei detenuti nei Gulag, sposando la cifra di 40-50 milioni avanzata da controrivoluzionari e anticomunisti storici russi e non solo. In realtà nel 1921 erano 70 mila su una popolazione di oltre 135 milioni e nel momento della sua massima estensione, all'inizio degli anni '50, anche stime borghesi parlano all'incirca di 2 milioni e mezzo di detenuti su una popolazione di più di 200 milioni. Nulla toglie che siano stati commessi degli errori alle spalle e contro le indicazioni di Stalin. Fu Stalin in prima persona a rimuovere dal posto di Commissario del popolo per gli affari interni prima Jagoda (1936), smascheratosi in seguito come seguace del destro Bucharin e per le sue azioni controrivoluzionarie condannato e giustiziato, poi il "sinistro'' Ezov (destituito nel `38 e condannato e fucilato nel 1940) e a criticare pubblicamente più volte l'ambizioso Beria, denunciandone gli eccessi e ricordando loro scopi e natura dei campi di rieducazione e chi doveva realmente finirci.
    Altre falsificazioni riguardano le condizioni di vita e di lavoro nei Gulag. La borghesia e i suoi lacché parlano di malattie, morti per fame, bieco schiavismo, negazione dei più elementari diritti. Che infami! Tutt'oggi giudicano e definiscono come il regno della democrazia gli Usa, dove impera la pena di morte fascista, dove i penitenziari come Alcatraz hanno fatto la peggiore storia detentiva, mentre a Guantanamo i prigionieri islamici vengono trattati come bestie, torturati e annientati psicologicamente. E si può non pensare ai boia sionisti israeliani che schiacciano e sfruttano i palestinesi in enormi campi lager nei territori occupati? L'inferno di queste carceri davvero non ha nulla a che vedere con i campi di rieducazione dell'epoca di Lenin e Stalin. Certo che c'erano le malattie come il tifo e lo scorbuto, che infierivano anche nelle città durante l'aggressione imperialista occidentale e dei controrivoluzionari bianchi dopo il 1917. Certo che il cibo era scarso in questo periodo o durante la seconda guerra mondiale, ma questa era la difficile e inevitabile situazione di tutto il paese, di tutto il popolo sovietico, dove i prodotti alimentari erano giocoforza razionati.
    Eppure nonostante la costruzione del primo Stato socialista, iniziata da Lenin e proseguita da Stalin, sia avvenuta in circostanze durissime, in mezzo all'accerchiamento imperialista che tentava di strangolarlo economicamente e politicamente dall'esterno, e con gli assalti delle armate bianche e dei revisionisti di destra e di "sinistra'' dall'interno, anche l'esempio dato dai Gulag rappresenta un'esperienza storica inedita.
    All'inizio degli anni '30 con il contributo del lavoro dei rieducandi vennero creati grandi centri industriali negli Urali, nel Kuzbass e sul Volga; le città di Magnitogorsk e Komsomolsk sull'Amur sorsero su terre vergini. Nuove tecnologie furono portate nelle remote terre del Kazakhstan e del Caucaso. Fu costruita la gigantesca diga del Dnepr, che triplicò la produzione di energia elettrica. E poi ancora strade, ferrovie e idrovie, e altre importanti attività produttive dei campi di lavoro come l'estrazione dell'oro e di materiali non ferrosi, fino al taglio del legname.
    I detenuti non erano identificati con un numero come nei lager nazisti. Si sentivano comunque parte integrante della cittadinanza sovietica, tanto più dalla fine degli anni '30 in poi allorché venne applicato il principio secondo cui essi dovevano essere utilizzati in base alle loro particolari capacità e specializzazioni. Basti ricordare che lo stesso Tupolev, padre dell'aeronautica sovietica, iniziò a dare i suoi contributi lavorando nei Gulag e dopo aver pagato il suo tributo alla giustizia sovietica rientrò tranquillamente al suo posto di progettatore.
    Come dirà il grande scrittore Gorki per celebrare la costruzione del canale Belomor avvenuta nell'estate del 1933, "Stalin è stato l'artefice delle comunità di lavoro e di una politica di recupero attraverso il lavoro. è stato Stalin a lanciare l'idea di costruire il canale tra il Mar Bianco e il Baltico con l'impiego di detenuti, poiché sotto la sua guida era possibile un tale metodo di recupero dei pregiudicati''.
    Dice nulla ai rinnegati Battista e Strada il fatto che l'annuncio della morte di Stalin il 5 marzo 1953 fu accolto nei Gulag non con indifferenza interessata, come si dovrebbe dedurre dalla loro velenosa analisi, ma con scene di dolore similii a quelle che attraversavano in lungo e largo lo sterminato paese sovietico? Sappiamo tutti come sono finiti Hitler, Mussolini e tutti i dittatori della loro stessa natura. Lenin, Stalin e Mao sono scomparsi amati e pianti dai rispettivi popoli. E' questo il nocciolo della questione, è questo che dice la storia, tutto il resto sono solo falsità e menzogne. Chi la vuol riscrivere a uso e consumo della borghesia neofascista se ne assume le responsabilità di fronte al proletariato e a quanti aspirano a una nuova società senza sfruttati e sfruttatori.

    PMLI Perche' gli anticomunisti equiparano i Gulag ai lager nazisti



    A volte gli anticomunisti, presi dalla foga di denigrare ed infangare l'URSS e soprattutto la figura di Stalin, non si accorgono di pubblicare dei dati che - se intelligentemente letti - dimostrano che la tesi che si vuol sostenere è smentita dai dati stessi. Questo grafico è tratto da un sito anticomunista spagnolo www.rian.ru che vorrebbe dimostrare quale inferno sulla terra fossero i campi di lavoro, studio e rieducazione del sistema GULAG. Ma, a discapito della propaganda che vorrebbe equipararli ai campi di sterminio nazisti (dove la mortalità era del 100% perchè si entrava per morire) o anche ai campi di concentramento nazisti (dove la mortalità raggiungeva comunque una percentuale attorno al 50%), dal grafico si vede il rapporto tra la popolazione internata (linea chiara) e la mortalità in rapporto alla popolazione stessa (linea rossa). Cioè il grafico dice che la mortalità nei campi del sistema GULAG si aggirava attorno al 5%, un tasso di mortalità che è fisiologico di qualsiasi collettività umana, e che dimostra semplicemente che nei campi GULAG si moriva per cause naturali, come accade nelle carceri, nelle scuole, nei conventi, nelle caserme dei militari, ecc... Inoltre Stalin in persona, e con lui il governo sovietico, si preoccuparono delle condizioni di vita degli internati stroncando alla radice qualsiasi abuso e condannando i dirigenti dei campi dove non veniva rispettata la legislazione a pene severissime. I campi GULAG rieducavano, tanto che il generale dell'Armata Rossa che ebbe l'onore della conquista di Berlino era stato internato in un campo GULAG e ne era uscito con una ben maggiore consapevolezza del valore sociale dell'attività militare. L'ingegner Tupolev potè progettare i suoi aerei in un campo GULAG, ed era prevista anche l'istruzione per gli analfabeti e corsi di specializzazione in vista del reinserimento nella società socialista. Si deve inoltre ringraziare la benemerita attività storiografica del Partito Marxista Leninista Italiano per aver fatto chiarezza sul fenomeno dei campi di lavoro, studio e rieducazione del sistema GULAG, ed anche sulle norme giuridiche che garantivano i doveri e i diritti dei cittadini internati nei campi stessi in vista del ritorno alla vita civile o militare

    La verità sui Gulag

  3. #33
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    Predefinito Rif: Unione Sovietica

    20 anni senza l'URSS: cosa abbiamo ottenuto e dove siamo arrivati?



    Второй Ñекретарь МК КПÐ*Ф К.Ð. ЧеремиÑов: 20 лет без СССÐ*. Чего добилиÑÑŒ и к чему пришли? | KPRF.RU
    Articolo tradotto in spagnolo
    20 años sin la URSS: ¿Qué hemos logrado y adónde hemos llegado? :: La República
    E in italiano (è una nota di facebook, copio-incollo l'articolo)
    Vent'anni fa ebbe luogo un avvenimento che cambiò il destino non solo di ciascuno di noi, ma dell'umanità nel suo insieme. Cessò di esistere uno stato, una superpotenza, nucleo del sistema socialista mondiale, che garantiva un'esistenza stabile e lo sviluppo della civiltà sulla Terra.

    Le cause e le conseguenze di questo, per la maggior parte di noi, tragico, avvenimento, richiedono un'attenta e obiettiva analisi scientifica. Stanno vedendo la luce ora numerose pubblicazioni dedicate a questo tema. Si sta facendo un tentativo di interpretare a modo loro questo momento decisivo della storia del nostro paese, in un progetto congiunto, organizzato da “RIA novosti”, da parte del giornale “Moskovskie novosti” e la rivista “La Russia nella politica globale”. La maggior parte delle pubblicazioni ufficiali coincidono nel sottolineare che: sì, senza dubbio ora la vita è più difficile, ma questo è qualcosa di inevitabile quando si applicano delle riforme, dobbiamo avere un po' di pazienza e potremo cominciare a vivere come in Occidente, anche se già adesso si possono vedere vari aspetti positivi. Così per esempio, nel rapporto “Il livello e il modo di vita della popolazione russa nel 1989 e nel 2009”, elaborato da quel baluardo del monetarismo che è la Scuola superiore di economia, si parla della crescita del consumo di un 45% nel 2008 rispetto al 1990. Anche se i dati di consumo di certi indicatori mostrano una diminuzione del consumo di prodotti alimentari, cosa che non dovrebbe sorprenderci. È sempre difficile pretendere di equipararsi con gli indicatori di una superpotenza: in fin dei conti, secondo dati della FAO (Organismo dell'ONU per l'agricoltura e l'alimentazione), a metà degli anni 80 l'URSS era tra i dieci paesi del mondo con una migliore alimentazione. Inoltre, c'è da tenere in conto che si presentano degli indicatori medi, in un paese dove troviamo una stratificazione sociale inammissibilmente elevata.

    Riguardo al fatto che si tratta di un periodo storico ancora breve, ci dicono che in Europa occidentale, per arrivare all'attuale livello di benessere, dovettero passare per un periodo di più di cent'anni, e noi per il momento solo ne abbiamo 20. E come stava l'URSS nel 1945 e che risultati si ottennero verso il 1965? E l'industrializzazione degli anni 30? Vittime? Ce ne furono, così come ci furono ingiustizie, ma non come quelle che vediamo oggi. Per confermare questa affermazione basta studiare la dinamica della crescita demografica. Innanzitutto, allora la popolazione cresceva, mentre che ora la crescita è negativa. Poi, la maggior parte della popolazione allora percepiva che c'era un miglioramento reale delle condizioni di vita: si eliminavano le tessere di razionamento, si costruivano abitazioni che permettevano di lasciare le vecchie residenze e trasferirsi ad un appartamento proprio. Negli anni 70-80, gli abitanti delle zone rurali raggiunsero finalmente un livello di vita decente. E in quanto alla repressione, quello che vediamo oggi è che attualmente a popolazione reclusa in Russia è maggiore di quella nell'epoca di Stalin. E il modo rapido ed efficace in cui il potere sovietico risolse il problema dell'infanzia abbandonata?

    Potrebbe essere questa la principale differenza tra la Russia sovietica e l'attuale: la risoluzione in modo rapido ed efficace dei problemi più urgenti, e sempre a beneficio della maggioranza. Per questo, di tutto quello che si dice sulla lentezza ed inefficacia del sistema pianificato, basta fare un confronto per vedere dov'è la verità. Vale la pena ricordare che lo Stato trattava alle persone proprio come persone, appunto, assumendo le proprie responsabilità verso la gente. Erano impensabili situazioni come non ricevere lo stipendio durante mesi, come essere condannato per non avere mezzi per pagarsi il trattamento medico, come non avere letteralmente nulla da portarsi alla bocca, come che i bambini non vadano a scuola, o quando invece di prodotti che hanno superato un controllo di qualità ti vendono chissà cosa, quando fa paura uscire in strada, quando ci sono nuclei di popolazione in campagna senza acqua né elettricità.

    Dopotutto, non è sufficiente comparare gli indicatori di consumo: bisogna farlo anche con quelli di produzione, i sistemi di salute e di istruzione, il livello di sicurezza personale, e tante altre cose che fanno parte della vita quotidiana. Ma questo sarebbe un discorso lungo. Concentriamoci solo in alcune cifre.

    Com'è noto, una delle principali voci di spesa nel bilancio familiare della maggioranza dei Russi è quella che si riferisce ai servizi comunali dell'abitazione. Il pagamento per la fornitura di acqua, riscaldamento, acqua calda o elettricità grava come un pesante fardello su ciascuno di noi. Ogni anno aumentano le bollette, senza che questo sia accompagnato da un miglioramento dei servizi prestati. Dove, e in quali mani, finiscono i nostri soldi? Nel 1989 la spesa media per tutti questi servizi non rappresentava più del 3% del bilancio familiare del mese, dato che per ogni rublo che l'inquilino pagava lo stato ne sovvenzionava 6.

    Attualmente, lo stato russo si è liberato da qualunque obbligo. Ci inculcano che dobbiamo essere noi a coprire completamente le spese relative ai servizi comunali, a pagare per la nostra salute ed istruzione: in fin dei conti, siamo noi i diretti interessati. Sembra che il nostro stato non ha alcun interesse di avere una popolazione sana e formata. Le spese di bilancio destinate alla salute rappresentano il 3,5% del PIL, che è molto poco. E già oggi la popolazione spende in servizi medici l'1,5% del PIL e tale cifra sta aumentando, dato che è qualcosa di implicito nella stessa politica di mercificazione del sistema sanitario. E questo considerando che, secondo gli esperti, abbiamo un deficit di medici nel paese, con un coefficiente di plurimpiego che raggiunge l'1,6. Può essere per questo, per l'enorme carico di lavoro e di stanchezza che devono sopportare, che i medici emettono così spesso delle diagnosi sbagliate: dieci volte di più che nei paesi dell'UE. Una situazione simile si trova nel sistema educativo: se vogliamo avere una conoscenza accettabile e avere la possibilità di istruzione superiore o professionale qualificata, dovremo pagare per le principali materie a scuola. Per poter arrivare a dedicarci alla scienza, dovremo pagare un master. Allo stesso tempo vediamo come aumenta il carico di lavoro nel professorato, ciò che finisce per ripercuotersi negativamente nella qualità dell'istruzione. È cresciuta già una generazione che non ha conosciuto l'URSS. La maggior parte della gioventù di oggi si fa un'idea della vita nell'Unione Sovietica partendo dagli stereotipi che si pubblicano e inculcano dai media. E anche se sembra strano, c'è una parte delle vecchie generazioni che sembra soffrire di uno strano tipo di amnesia. Il principale stereotipo è che nell'URSS ci fosse carenza di tutto. È innegabile che i cittadini sovietici avevano motivi più che fondati per essere scontenti del sistema di distribuzione, e specialmente con la commercializzazione dei prodotti alimentari: c'erano irregolarità nelle forniture e squilibri nella distribuzione secondo le regioni, e c'erano file, etc. Ma conviene mettere in evidenza che tale scontento nasceva come una manifestazione naturale delle nuove esigenze frutto dei risultati ottenuti nei livelli di alimentazione. Inoltre, la percezione di molte di queste insufficienze aveva molto a che fare con la pressione ideologica. Così per esempio nell'URSS in media nel 1989 si consumavano 363 kg di latte e prodotti lattei a persona all'anno (negli USA erano 263); eppure nei sondaggi che si facevano nell'URSS, il 44% dei partecipanti rispondeva che non consumavano abbastanza latte. In Armenia ad esempio, dove la propaganda antisovietica era specialmente notevole, il 62% della popolazione si mostrava insoddisfatta dei livelli di consumo di latte e prodotti lattei, essendo lì il consumo medio nel 1989 di 480 kg a persona. Se il potere acquisitivo della maggioranza dei cittadini della Russia attuale fosse all'incirca uguale a quello di vent'anni fa, non sarebbe ora il deficit più grave che quello vissuto all'epoca della “perestroika”, che si fece notare proprio per gli scaffali vuoti, ciò che alla fine preparò il terreno per l'arrivo dei “riformatori”? Per prendere coscienza chiara dei risultati degli ultimi decenni, possiamo onestamente guardarci intorno, prendere un foglio e dividerlo in due colonne: nella prima metterci i cambiamenti positivi e nella seconda i negativi. Per esempio, quanti abitanti della regione di Mosca hanno migliorato le proprie condizioni abitative tra 1971 e 1991 e quanti tra 1991 y 2011. Come è cambiata la struttura dell'alimentazione. Quante imprese lavoravano nelle città e nelle aziende agricole e quante ne rimangono. Ricordare o chiedere agli anziani come passavano le vacanze (tenendo conto che erano alla portata della maggioranza della popolazione). E così possiamo continuare. Sarebbe interessante vedere tali valutazioni oneste, serene. Credo che la principale conclusione sarebbe che la Russia attuale vive di quello che si creò allora, cioè, che vive ancora del potenziale sovietico e quando questo si esaurisca il paese si troverà irrimediabilmente sull'orlo dell'abisso.

    Nel paese si inculcano dei valori morali aberranti, che sono quelli che creano l'ambiente ideale perché venga fuori gente senza principi. Il sistema creato è un sistema che ha sottratto alla gente il diritto al lavoro e a un salario degno. Un sistema che ci ha privati del diritto ad un'istruzione e una salute di qualità e gratuita. Un sistema che ha lasciato senza futuro alla nostra gioventù e senza protezione sociale i nostri vecchi. Un sistema che ha conculcato i vincoli culturali e familiari della nostra società. Un sistema dove si danno per scontati la corruzione e il ladrocinio. Un sistema che ha distrutto la sicurezza dello stato e originato una scandalosa incapacità di comando, e una struttura organizzativa malata. Creare un paradiso in terra è qualcosa di impossibile, e la giustizia è un concetto intrinsecamente soggettivo, per cui sempre ci saranno scontenti. Ma i criteri che devono guidare il funzionamento efficace delle strutture di governo devono essere in primo luogo la sicurezza e un livello di vita degno per la maggior parte della popolazione. E su questa base possiamo bocciare questi 20 anni di governo di questi “perestroikos”, che hanno distrutto una superpotenza e che oggi calpestano persino i diritti costituzionali dei cittadini della Russia di una vita degna in uno stato sociale.
    Ultima modifica di gerty80; 13-08-11 alle 12:31

  4. #34
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    Predefinito Rif: Unione Sovietica

    Documento interessantissimo, copio da un post di facebook di un utente di cui non faccio nome, tratto dal Libro Viaggio a Togliattigrad -una discussione sui diritti dei lavoratori- (tratto dalla costituzione dell'urss)
    Parte dei diritti dei lavoratori in Urss.

    Articolo 118. I cittadini dell'URSS hanno il diritto al lavoro, che è, sono garantiti il diritto al lavoro e il pagamento per il loro lavoro secondo la sua quantità e qualità.

    Il diritto al lavoro è assicurato dall'organizzazione socialista dell'economia nazionale, la costante crescita delle forze produttive della società sovietica, l'eliminazione della possibilità di crisi economiche, e l'abolizione della disoccupazione.

    Articolo 119. I cittadini dell'URSS hanno diritto al riposo ed allo svago. Il diritto al riposo ed allo svago è garantito dalla riduzione della giornata lavorativa a sette ore per la stragrande maggioranza dei lavoratori, l'istituzione di ferie annuali retribuite pieno per i lavoratori e gli impiegati e la fornitura di una vasta rete di sanatori, case di riposo e locali per la sistemazione dei lavoratori.

    Articolo 120. I cittadini dell'URSS hanno diritto al mantenimento in età avanzata e anche in caso di malattia o perdita di capacità lavorativa. Questo diritto è assicurato dall'ampio sviluppo delle Assicurazioni Sociali degli operai e degli impiegati a spese dello Stato, servizio gratuito di medici per i lavoratori e la fornitura di una vasta rete di stazioni di cura per l'utilizzo dei lavoratori.

    Articolo 121. I cittadini dell'URSS hanno diritto all'istruzione. Questo diritto è garantito da universale, l'istruzione elementare obbligatoria, mediante l'educazione, compresa l'istruzione superiore, essendo gratuito, da parte del sistema di stipendi statali per la stragrande maggioranza degli studenti nelle università e nei college, nelle scuole di istruzione in corso nello natale linguaggio, e dall'organizzazione nel, fabbriche fattorie statali, stazioni di macchine e trattori e le fattorie collettive dei liberi di formazione professionale, tecnica ed agronomica per i lavoratori.

    Articolo 122. Le donne in URSS sono accordati diritti degli uomini in tutte le sfere della vita economica, statale, vita culturale, sociale e politica. La possibilità di esercitare questi diritti è assicurata alle donne accordando loro lo stesso diritto degli uomini al lavoro, il pagamento per il lavoro, riposo e tempo libero, l'assicurazione sociale e istruzione, e con la tutela statale degli interessi della madre e del bambino, pre-maternità e congedo di maternità con stipendio pieno, e la fornitura di una vasta rete di case di maternità, asili nido e scuole materne.

    Articolo 123. Parità di diritti dei cittadini dell'URSS, indipendentemente dalla loro nazionalità o razza, in tutti i campi della vita economica, statale, la vita culturale, sociale e politica, è legge irrevocabile. Qualsiasi limitazione diretta o indiretta, dei diritti, o, al contrario, tutti gli stabilimenti di privilegi diretti o indiretti ai cittadini a causa della loro razza o nazionalità, così come qualsiasi propaganda di esclusivismo razziale o nazionale o di odio e di disprezzo, è punibile con legge.


    Completa in italiano
    http://www.bibliotecamarxista.org/autori/urss.htm
    Ultima modifica di gerty80; 08-01-12 alle 22:05

 

 
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