Il principio fondamentale del repubblicanesimo è che la vera libertà consiste nel non essere dipendenti dalla volontà arbitraria di un uomo o di alcuni uomini ed esige, oltre al rigoroso rispetto del governo della legge, l’uguaglianza dei diritti civili e politici. La vera libertà, spiega Cicerone, esiste “solo in quella repubblica in cui il popolo ha il sommo potere” e comporta “una assoluta uguaglianza di diritti”, in quanto “la libertà […] non consiste nell’avere un buon padrone, ma nel non averne affatto”. Rousseau, cito ancora il ginevrino per amore di simmetria, ribadisce il medesimo concetto: "un popolo libero obbedisce ma non serve; ha dei capi, ma non dei padroni; obbedisce alle leggi, ma solo alle leggi; ed è in virtù delle leggi che non diventa servo degli uomini".
Alcuni esempi possono aiutare a chiarire la differenza fra subire una interferenza (o essere ostacolati) e essere dipendenti (o sottoposti a dominazione). Consideriamo i seguenti casi: un tiranno o un’oligarchia che possono opprimere senza paura di incorrere nelle sanzioni previste dalla legge; una moglie che può essere maltrattata dal marito senza poter resistere nè ottenere riparazione; dei lavoratori che possono subire ogni sorta di abusi, meschini e gravi, da parte del datore di lavoro o di un superiore; un pensionato che deve dipendere dal capriccio di un funzionario per avere la pensione che legittimamente gli spetta; un malato che deve sperare nella buona voglia del medico per essere curato; dei giovani studiosi che sanno che la loro carriera non dipende dalla qualità dei loro lavori, ma dal capriccio del docente; un cittadino che può essere gettato in carcere ad arbitrio della polizia.
In tutti i casi che ho descritto non c’è alcuna interferenza: non ho parlato di un tiranno o di una oligarchia che opprimono, ma che possono opprimere, se vogliono; non ho detto che il marito maltratta la moglie, ma che può maltrattarla senza temere sanzioni, e il medesimo discorso vale per il datore di lavoro, il medico, il docente, il funzionario, il giudice degli esempi che ho menzionato. Nessuno di essi, impedisce ad altri di perseguire i fini che essi vogliono perseguire; nessuno di essi interferisce nella vita degli altri. I sudditi, la moglie, i lavoratori, gli anziani, i pensionati i giovani degli esempi sono dunque liberissimi, se per libertà si intende non essere sottoposti a interferenza, o, che è il medesimo, non essere ostacolati o vincolati. Essi sono però sottoposti alla volontà arbitraria di altri individui, e come tali vivono in condizione di dipendenza, come gli schiavi di cui parla Plauto nelle sue commedie, che sono spesso liberissimi di fare quello che vogliono, o perché il padrone è lontano, o perché è buono, o perché è sciocco, ma sono tuttavia sottoposti all’arbitriodel padrone, che può punirli aspramente, se vuole.
Mentre l’interferenza è un’azione, o un’ostacolo all’azione, la dipendenza è un condizionamento della volontà che ha come segno distintivo il timore. Una bella descrizione della condizione di dipendenza, e del timore che essa genera, come negazione della libertà si trova in Francesco Mario Pagano: “Ma se la legge fornisca il mezzo o ad uno cittadino privato, o ad una intera classe ed ordine dello stato, ovvero al magistrato istesso di opprimere gli altri col braccio della pubblica forza, che deve tutti ugualmente difendere, non solo omettendo, ma commettendo altresì, spegne la libertà civile. Né solo col fatto, eziandio di poterlo fare, anche se non arrechi violenza alcuna, offendesì la libertà. La sua delicatezza si è pur tale e tanta, che ogni ombra l’offusca, ogni più lieve fiato l’adugge. L’opinione sola di poter impunemente essere oppresso ci dispoglia della libera facoltà di valerci de’ nostri diritti.Il timore attacca la libertà nella sua sorgente istessa. E’ un veleno nel fonte infuso, onde scaturisce il fiume. Là dove l’esterna forza impedisce soltanto l’esercizio della libertà”.
Per contrasto, una descrizione altrettanto chiara della libertà politica come assenza di timore si trova nello Spirito delle Leggi: “La libertà politica, in un cittadino, consiste in quella tranquillità di spirito che proviene dalla convinzione, che ciascuno ha, della propria sicurezza; e, perchè questa libertà esista, bisogna che il governo sia organizzato in modo da impedire che un cittadino possa temere un altro cittadino” (sott.mia).
Continua
Il file sono 9 pagine, ma vi consiglio di leggerlo tutto perchè è molto interessante ed aiuta a comprendere le differenze tra le diverse concezioni di libertà.