Originariamente Scritto da
Sander
«Non è per salvare il capitalismo che noi ci battiamo in Russia. È per questo che i soldati al fronte hanno una tale fiducia. L’esercito d’Europa, che si trova tra il fango e la neve, è il più bell’esercito che ci sia al mondo, il più fiero, il più unito che mai l’Europa abbia conosciuto. Quest’esercito possiede la Fede, cosa che non si era mai vista in Europa dopo le crociate. Le centinaia di migliaia di europei che seguivano Napoleone, seguivano la gloria di un uomo. Tutta la gioventù che lotta in Russia, combatte per salvare l’Europa, per fermare il bolscevismo, ma soprattutto perché ha una fede rivoluzionaria. La lotta contro i sovietici non è una lotta come la sognavano i borghesi prima della guerra. Essi volevano la lotta contro il comunismo perché avevano paura. Noi altri di cosa dovremmo aver paura? Non abbiamo niente da difendere, non abbiamo delle casseforti. La morte? La sfidiamo. È una vecchia donnaccia che domiamo ogni giorno. Coloro che hanno questa leggerezza nel portare le loro armi non tremano. I borghesi, loro tremano sempre e tremeranno ancora. Venti anni fa, avevano già bisogno di giovani per battersi contro i sovietici. Noi abbiamo dovuto correre là, perché i grossi banchieri potessero continuare ad avere le loro banche, affinché i grossi borghesi potessero continuare a fare indigestioni, perché le puttane potessero continuare ad andare tranquillamente a casa del signor Daladier o di Paul Reynaud. Era questa l’Europa, non è vero, era questa l’Europa d’anteguerra, che bisognava difendere e proteggere contro il bolscevismo? Se l’Europa deve essere ancora questa, se deve ritornare ad essere l’Europa dei banchieri, di questa grande borghesia corrotta, della facilità e dell’infiacchimento, ebbene, noi altri, lo diciamo senza giri di parole, preferiamo ancora che il comunismo avanzi e faccia saltare tutto per aria. Auspichiamo che tutto salti piuttosto di vedere ancora rifiorire questo marciume. L’Europa lotta in Russia perché essa è socialista. La gioventù d’Europa che ha imbracciato le mitragliette non farà come quella del 1918. Non le scambierà in cambio di pantofole. Noi altri guarderemo i caricatori, e dopo aver sbaragliato la barbarie bolscevica, affronteremo i plutocrati, per i quali abbiamo riservato le nostre ultime munizioni. Potremmo chiedere a milioni di giovani tali sofferenze, potremmo veder cadere i nostri migliori camerati, affinché questo mondo mostruoso della plutocrazia continui? Mi ricordo ancora la notte del nuovo anno. Alle undici partimmo all’assalto. Comandavo la Compagnia de la Jeunesse. Abbiamo nella nostra Brigata una Compagnia formata solo da giovani, ragazzi di sedici, diciassette anni. Vi sono anche i tre più giovani soldati delle SS: non hanno che 15 anni (Hanno manipolato la loro età sulla carta d’identità prima di arruolarsi). Alle quattro del mattino, conducevo questi ragazzi tra le nostre linee, portando sulle spalle uno di questi monelli di diciotto anni che aveva avuto le due ginocchia spappolate da una raffica di mitraglia. Vedendo il suo sangue che colava sulla mia uniforme bianca d’inverno, pensavo al cenone del nuovo anno. Alle quattro del mattino! Dovevano esserci ovunque nell’universo questi fasti mostruosi, ove vi erano quelli che avevano potuto mangiare, con grida stridenti di donne facili; c’era tutto questo vecchio mondo che se la godeva, mentre noi altri, la gioventù d’Europa, eravamo là con i nostri morti, i nostri feriti, le nostre sofferenze. Credete che a quell’ora noi non avessimo fatto il giuramento di costruire un giorno un mondo pulito e giusto? I soldati che hanno fatto la Campagna di Russia hanno sofferto ciò che mai nessun altro soldato prima di loro ha conosciuto. Tutti i vecchi combattenti della Grande Guerra che sono al fronte russo, sono unanimi nel dirlo. Questi uomini vanno fino in fondo al vuoto dell’anima. Durante settimane e settimane, vivono nelle buche di fango e neve. Dopo anni, vengono a conoscere paesaggi desolanti, vicino a queste isbe di argilla impastata. Dopo anni, centinaia di migliaia di giovani uomini compiono quest’immenso sacrificio della loro giovinezza, dei loro agi, di tutte le loro speranze. Quale più grande sacrificio è possibile concedere alla propria fede, che vivere in questi paesaggi umidi, o davanti queste nevi che fischiano, che niente vedono di bello, né una cattedrale che canta al cielo, né un viso sorridente; né mai occhi che esprimano tenerezza; né respirare mai sotto la dolcezza dei nostri cieli, e sapere che la morte ci aspetta al varco senza sosta? Credete che avremmo sofferto tutto ciò perché decine di magnati sfruttino milioni di lavoratori, perché la gioventù non possa respirare né vivere? Ricordatevi dunque di ciò che era la Germania prima di Hitler, questa Germania marcia dei democratici cristiani e dei marxisti, ciò che era la Francia decadente, in cui il popolo era l’oggetto delle più ignobili truffe, in cui milioni di lavoratori non conoscevano né rispetto, né gioia di vivere e ricevevano le ferie come un elemosina, affinché divertissero i piccoli borghesi.»
Scritto commuovente! Il più attuale ed interessante che abbia mai letto.
Qualcuno sà da che libro è tratto? Su Militia e Appello ai Giovani Europei non c'è!
Grazie!