Michele Orsi raggiunto da colpi di pistola davanti a un bar nella roccaforte dei Casalesi
Era stato coinvolto in uno scandalo legato allo smaltimento dei rifiuti
Agguato a Casal di Principe
Ucciso un pentito "eccellente"


Roberto Saviano, Gomorra: "Era il Salvo Lima della malavita napoletana"
Il coordinatore della Dda: "E' una salto di qualità della strategia del clan"





NAPOLI - Da mesi, stava ricostruendo il sistema politico-camorristico che si nasconde dietro lo scandalo dei rifiuti in Campania. La camorra lo ha fatto tacere per sempre. Davanti ad un bar di Casal di Principe, roccaforte del clan dei Casalesi, la più potente organizzazione criminale campana e forse la più ricca cosca italiana, due sicari hanno ucciso l'imprenditore Michele Orsi, 47 anni, coinvolto nello scandalo dello smaltimento dei rifiuti nei comuni del basso casertano.

Era un ingranaggio importante nell'organizzazione criminale; conosceva i segreti del clan e i cognomi dei vertici. Molto sapeva e molto ha detto ai giudici: giovedì avrebbe testimoniato ancora una volta in un processo contro l'emergenza spazzatura. La camorra non gliel'ha permesso. "E' un salto di qualità della strategia dei Casalesi l'attacco ai soggetti che collaborano per contrastare i clan", ha detto il procuratore aggiunto di Napoli Franco Roberti, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia.

La denuncia di "Gomorra". Da anni le forze di polizia e la magistratura stanno sferrando una battaglia senza tregua contro la famiglia egemone nel Casertano. Il recente successo editoriale di "Gomorra" e dell'omonimo film ha costretto i padrini dei Casalesi a vivere sotto i riflettori. Ma non è bastato al clan per abbassare la guardia. Centinaia sono gli affiliati all'organizzazione finiti in prigione. Due mesi fa, in occasione dell'arresto di Giovanni Lubello, genero del boss Francesco Bidognetti, la procura sequestrò al clan beni per oltre venti milioni di euro. Un colpo duro ma, come fa notare l'antimafia, il clan reagisce cambiando tattica.

Commistione camorra- politica.
La società Eco4 di Michele Orsi e del fratello Sergio, aveva vinto la gara per lo smaltimento dei rifiuti in 18 comuni del basso casertano. Un'indagine della Guardia di Finanza dimostrò che dietro l'aggiudicazione della gara e la gestione dell'appalto si nascondeva la mano della criminalità. Una commistione tra politica e camorra che coinvolse anche Claudio De Biasio, uno dei tre vicecommissari di Guido Bertolaso nello staff del commissariato per l'emergenza rifiuti. Fatture false, vendite simulate, voti di scambio: un patto tra imprenditori e vertici dei Casalesi che rendeva milioni di euro.



Le prime initimidazioni erano arrivate a Michele Orsi nelle scorse settimane: ignoti avevano sparato colpi di pistola contro la porta d'ingresso della sua abitazione. Giovedì Orsi avrebbe dovuto deporre in un altro processo sulle irregolarità dello smaltimento dei rifiuti.

Saviano: "Era il Salvo Lima della Camorra".
Roberto Saviano è lo scrittore di Gomorra. Vive scortato dalla polizia da quando ha dato alle stampe il suo libro sulla malavita napoletana: "E' un gesto grave quello che è accaduto oggi a Casal di Principe. Il clan ha alzato il tiro. La vittima era il Salvo Lima della Camorra", come dire l'anello di congiunzione tra la politica e la malavita organizzata. "L'omicidio - spiega Saviano - è un messaggio chiaro in vista della conclusione del processo Spartacus, paragonabile per importanza al maxiprocesso di Falcone e Borsellino. La camorra ha paura delle condanne e dell'indignazione che le sentenze potrebbero sollevare. Una reazione che finirebbe per rallentare i suoi loschi affari".

Vendetta trasversale. Appena ventiquattro ore fa, i killer hanno sparato a Villaricca, nel Napoletano, contro Francesca Carrino, 25 anni, nipote di Anna Carrino, la compagna del capo storico dei Casalesi Francesco Bidognetti, anche lei collaboratrice di giustizia. Una vendetta trasversale decisa dalla camorra per far tacere "chi parla troppo e tradisce il clan". "La camorra deve essere sconfitta", aveva detto al Tg1 Anna Carrino. E rivolgendosi al compagno Francesco Bidognetti: "Non pensare più a te stesso, devi pentirti. Porta via da Casal di Principe i nostri figli".

"Morte contro i pentiti". L'episodio è solo l'ultimo di una campagna avviata negli ultimi mesi dai Casalesi contro chiunque si metta di traverso: una vera e propria strategia del terrore che vuole fare terra bruciata attorno ai pentiti. Il 2 maggio scorso, a Castelvolurno, fu ucciso Umberto Bidognetti, colpevole solo di essere il padre del pentito Domenico, mentre il 16 maggio a cadere sotto i colpi dei killer fu l'imprenditore Domenico Noviello, testimone di giustizia, che nel 2001 aveva trovato il coraggio di denunciare gli autori di un'estorsione ai danni della sua azienda.

"Con la camorra o con la legalità". Proprio ieri, a Castelvolturno, si è svolta una marcia in ricordo del sacrificio dell'imprenditore. "Casal di Principe, Castelvolturno, l'Agro Aversano, la provincia di Caserta, - hanno detto i manifestanti - devono scegliere se voler continuare a rappresentare il popolo della camorra o il popolo di Domenico Noviello e don Peppe Diana", il sacerdote impegnato nella lotta contro il dominio della camorra, ucciso 14 anni fa nella sacrestia della chiesa di Casal di Principe.