Originariamente Scritto da
Conterio
Il sentimento di Italianità, stride con la data del 2 giugno !
Messo in soffitta il Governo dei disastri e dei contestatori professionisti della sinistra, gli unici oggi a poter contrastare la festività del 2 giugno, restano coloro che della loro italianità vanno orgogliosi.
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Indietro Savoia!
Storia controcorrente del Risorgimento
Dopo il successo di
Briganti, La storia mai raccontata, lametropolis.it prosegue la ricerca alla scoperta delle nostre vere radici. Della cultura che appartiene al Sud, una cultura forte su cui costruire sviluppo. La scommessa del futuro del Sud.
Il titolo di questa pagina internet è lo stesso del libro di
Lorenzo del Boca.
16/12/05, 02/05/06, 31/05/06
Due diverse immagini del brigantaggio, una romantica l'altra cruda e spietata: quattro partigiani patrioti del Sud catturati dall'esercito nord-piemontese e da mercenari locali. I quatto, nonostante le apparenze sono tutti morti, sono tenuti dritti dalle braccia assassine dei loro carnefici.
(Work in progress)
Indietro Savoia
DEL BOCA Lorenzo, 2003, Indietro Savoia, Storia controcorrente del Risorgimento, Ed. Piemme, Casale Monferrato (AL) - € 15,90 -
N.B. Mi è piaciuto il libro e voglio che anche altri lo leggano. Non ho nessun contatto nel con l'autorevole scrittore nè tantomeno con l'editore (www.edizpiemme.it), pertanto vi prego di non mandarmi e-mail su considerazioni sul libro che ho avuto il piacere di leggere ed apprezzare. Lametropolis.it
Alcuni passi del libro di Lorenzo del Boca
(introduzione)
Ora che, con l'abrogazione dell'<esilio transitorio> , la parabola dei Savoia si è compiuta fino all'ultimo atto, è più che mai necessario chiarire che la vera storia del Risorgimento assomiglia ben poco alla romantica oleografia che ci hanno tramandato i libri di scuola.
Questa è tutta un'altra storia: irriverente, controcorrente, ricca di rivelazioni scomode e perfino sconvolgenti, che non lasciano scampo agli eroi della Casa Sabauda e dell'epopea dell'Unità d'Italia. A cominciare da Carlo Alberto, fiero reazionario che solo controvoglia, e da spergiuro, giunse a concedere la Costituzione. Il <Re Tentenna> fece eliminare per motivi politici tanta di quella gente come non era accaduto neppure negli stati più ferocemente conservatori. Ma il suo è solo il primo nome di una lunga carrellata che, tra conflitti d'interesse e intrallazzi, tradimenti e meschinerie , nefandezze e anutentiche atrocità , non risparmia quasi nessuno dei <Padri> dell'agiofrafia italica.
Questioni di moneta e di sangue accompagnano, passo dopo passo, la vicenda Savoia. Tacere per amor di Patria, anteporre le ragioni dell'opportunismo politico ai documenti, significa ormai innaffiare le radici dell'anima nera del Belpaese.
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(...) Alla congrega dei carbonari che dopo anni di lotte velleitarie si trovarono con un problema concreto, (Massimo D’Azeglio) motivò così la sua proposta di bussare alla reggia del Carigliano: <Se invitate un ladro ad essere galantuomo, e che ve lo prometta, potete dubitare che lo mantenga. Ma invitate un ladro a rubare, e aver paura che vi manchi di parola, non vedo perché>.
(...) Cominciarono a rubare con la scusa dell'unità d'Italia. E questioni di moneta - a volte sporche, sempre imbarazzanti - accompagnano - passo a passo - le vicende del Risorgimento.
(...) Il Risorgimento è quello che ci hanno isegnato a scuola? Nelle pagine dei sussidiari è uno spreco di retorica e di buoni sentimenti che allinea un repertorio raro di luoghi comuni.
(...) Per esempio. Goffredo Mameli, indicato come l'autore dell'inno nazionale, non ha mai inventato un bel nulla ma avrebbe soltanto rubato la musica scritta da un frate, nel convento di Carcare, in Liguria. A quel povero religioso. Anastasio Cannata, non restò che lamentarsi in poesia: <Meditai robusto canto / ma venali menestrelli / mi rapinar dell'arpa il vanto>. Non se ne è accorto nessuno - fino ad adesso - o era meglio non parlarne?
Il Museo nazionale del Risorgimento di Torino nasconde due bandiere tricolore, strappate, come preda di guerra, dai piemontesi ai napoletani. Ma il verde-bianco-rosso non era il <nostro>?
(...) Della storia nobile grondano i saggi e le ricerche degli studiosi, che però raccontano soltanto mezza verità e , dunque, per omissione, una mezza bugia. Il resto chi lo scrive? E quando?
(...) i ragazzi di Comunione e Liberazione, a Rimini, in occasione del loro tradizionale meeting(corsivo), parlassero dei briganti borbonici come partigiani, per provocare l'insorgere dell'intellighentia dei professori (Alessandi Galante-Garrone).
(...) Chissà perchè trovare documenti e pubblicarli - o anche soltanto insinuare dubbi e sospetti - dovrebbe mettere in discussione i sacri principi...E' un atteggiamento da scienziato sostenere che non c'è pi nulla da scoprire e che è sufficiente ripetere?
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(...) In occasione delle celebrazioni per i 150 anni delle storiche <cinque giornate>, vennero organizzate due manifestazioni per ricordare l'avvenimento. La prima commemorazione, ufficiale, in tono con tutta la storiografia risorgimentale, presentò l'episodio come il primo atto di un'epopea destinata a <fare> l'Italia attraverso le guerre d'Indipendenza. L'altra organizzata dalla Lega Nord, mise, piuttosto, l'accento sul carattere autonomo della rivolta e in questo vide la nascita della Padania.
(...) Carlo Cattaneo...sosteneva che era meglio anare avanti da soli per liberare la Lombardia con l'obiettivo di farne una regione Indipendente da Vienna, ma senza correre il rischio di asservirsi a Torino.
(...) I milanesi avevano capito che si stava meglio quando si stava peggio...per farsi perdonare l'insurrezione offrirono la cittadinanza onoraria a Radetzkty...A Vienna il musicista Strauss compose una marcia militare per celebrare l'avvenimento...Sono le note che da tempo concludono il concerto di Capodanno...Quelle note, certo coinvolgenti, ricordano che gli autriaci avevano stravinto e che i piemontesi con l'ambizione di fare l'Italia erano finiti kappaò.
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(...) Il problema dei Savoia era ingrandire il proprio Regno: insomma realizzare un investimento produttivo, approfittare dell'occasione, fare rendere. Cacciare lo straniero, assicurare l'indipendenza dell'Italia e garantirne l'autonomia erano le giustificazioni da spendre all'esterno: gli stereotipi che l'agiografia risorgimentale accolse acriticamente...
(...) Il principale impegno di Vittorio Emanuele II si riassumevano nel preoccuparsi degli affari suoi, disinteressandosi di quelli del governo...Gli zar costavano meno, costa meno la regina d'Inghilterra e le spese della Casa Bianca. Nel 1867 il suo appannaggoi raggiunse la cifra di 16 milioni, pari al 2 per cento del bilancio complessivo dello stato....Il Regno d'Italia spendeva pi del doppio di quanto aveva speso, complessivamente, i vari stati pre-unitari messi insieme.
(...) L'economista Alain Dewerpe non è benevolo nel giudicare gli atti del governo in quegli anni. I ceti popolari, specialmente quelli del sud, furono trattati come massa da colonizzare e da sfruttare. La politica fiscale fu così dura da sembrare confisca.
(...) E <il padre della patria>? L'artefice della nazione? Il difensore del tricolore? Purtroppo non è vero nemmeno questo. Vittorio Emanuele II diventò re d'Italia questi per caso e, certo, senza che lui lo desiderasse davvero.
(...) Maria Adelaide, moglie di Vittorio, si rammaricava che lo stendardo azzurro dei Savoia fosse stato sostituito con quello rosso, bianco e verde <con una ben piccola e misera corona nel mezzo>.
(...) Se il quadro politico cambiò lo si dovette all'intervento di Francia e Inghilterra che, nelle nostre questioni di indipendenza, ebbero un peso largamente superiore a tutte le sollevazioni organizzate dal 1821 al 1870 messe insieme.
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Il ritratto del Risorgimento che Del Boca tratteggia è impietoso. Ma scrupolosamente storico.
LA STAMPA
Del Boca denuncia falsità e meschinerie di una pagina fondamentale della nostra storia.
IL MESSAGGERO
Sono d'accordo con Del Boca: sarebbe un segno di civiltà che i libri di storia e forse anche un museo rendessero onore a quei vinti del 1861.
Paolo Mieli, CORRIERE DELLA SERA
DEL BOCA Lorenzo, 2003,
Indietro Savoia, Storia controcorrente del Risorgimento, Ed. Piemme, Casale Monferrato (AL) - € 15,90 -
www.edizpiemme.it
DEL BOCA Lorenzo, 2001,
Maledetti Savoia, Il vero Risorgimento non è quello che ci hanno insegnato a scuola, Piemme, Casale Monferrato (AL) - € 7,90 -
www.edizpiemme.it - (Libro precursore di "Indietro Savoia")
Lorenzo Del Boca, laureato in filosofia, giornalista, ha iniziato la sua carriera professionale nel 1972 a Novara. E' stato capocronista di "Stampa Sera" e inviato speciale de "La Stampa". Dal 1996 è presidente della Federazione Nazionale dei giornalisti e dal 2001 dell'Ordine dei Giornalisti. Per Piemme ha pubblicato anche Il dito dell'anarchico. Storia dell'uomo che sognava uccidere Mussolini. (2000)
Altro libro interessante da leggere insieme o subito di seguito è di:
SCARPINO Salvatore, 2005,
La Guerra Cafona, Il brigantaggio meridionale contro lo Stato unitario, Boroli Editore Milano (MI) - € 9,50 -
www.borolieditore.it
> Dalla quarta di copertina: "
Questo libro , basato su una rigorosa ricerca ripropone le vicende e le motivazioni dei vinti e dei loro condottieri, da Crocco e Chiavone al generale Josè Borges, ai calabresi Palma e Monaco, con la brigantessa Ciccilla. La repressione fu una tragedia sociale e politica, una stagione di veleni, della quale Nord e Sud forse ancora risentono"
Salvatore Scarpino, giornalista e saggista, è editorialista de <Il Giornale>. Fra i suoi scritti, Tutti a casa, terroni, pamphlet sul disegno secessionista della Lega Nord, e Seppellite Mussolini, pubblicato da Boroli Editore.
Un libro e un museo per onorare i vinti del 1861, Paolo Mieli, Corriere della Sera del 14/04/03
SITOGRAFIA E BIBLOGRAFIA in fondo a
Briganti