I Magistrati piangono miseria e poi spendono 280 Milioni per intercettare le Veline

[Mantide]

Le opinioni del Macrì sono le classiche scuse di chi è stato beccato con le mani nella marmellata.
Purtroppo TUTTI hanno potuto constatare da soli quanto costa intercettare Fernanda Lessa,la moglie di Totti,la neo-moglie di Briatore,e tutti gli "artisti" della Scuderia Mora.
Inutili scuse perchè i numeri sono numeri : 1/3 dico 1/3 delle spese della Giustizia dirottate DAI PM in intercettazioni all'80% INUTILI che finiscono puntualmente sui giornali PERCHE'QUALCUNO CHE LAVORA NELLE PROCURE provvede a passargliele.E nessuno prova a dire che ciò non è vero.
Le Intercettazioni per i Reati più gravi sono salve,tutto il resto è solo robaccia indifendibile dai Macrì qualunque...

[Enrico1969]

Le opinioni del Macrì sono le classiche scuse di chi è stato beccato con le mani nella marmellata.
Purtroppo TUTTI hanno potuto constatare da soli quanto costa intercettare Fernanda Lessa,la moglie di Totti,la neo-moglie di Briatore,e tutti gli "artisti" della Scuderia Mora.
Inutili scuse perchè i numeri sono numeri : 1/3 dico 1/3 delle spese della Giustizia dirottate DAI PM in intercettazioni all'80% INUTILI che finiscono puntualmente sui giornali PERCHE'QUALCUNO CHE LAVORA NELLE PROCURE provvede a passargliele.E nessuno prova a dire che ciò non è vero.
Le Intercettazioni per i Reati più gravi sono salve,tutto il resto è solo robaccia indifendibile dai Macrì qualunque...

Macrì segnala tre cose:

"E' impossibile pensare di dare un vantaggio enorme alla criminalità organizzata, anche perchè senza le intercettazioni molti reati non potrebbero essere perseguiti. Rischiamo di far inondare l'Italia dalla droga, perchè senza le intercettazioni non sarà più possibile stroncare i traffici illeciti, specialmente quelli internazionali".

"Non possiamo pensare - spiega Macrì - di aspettare due o tre giorni per avere un'autorizzazione che noi chiediamo ad orem al gip. Ad esempio, se abbiamo il sospetto di un omicidio che potrebbe essere commesso nell'arco di 24 ore, se dobbiamo aspettare il sì del collegio giudicante non faremo mai in tempo ad effettuare le indagini necessarie anche per quanto riguarda la repressione dello stesso reato".

"E' inconcepibile - conclude Macrì - che se io intercetto una persona per un reato di droga e costui commette un omicidio io non posso usare quella intercettazione per mandare il soggetto in galera".


i punti sono questi, indipendentemente da chi li sottolinea; nel caso di Macrì si tratta di un magistrato antimafia che fa il suo lavoro in Calabria, e forse ha da preoccuparsi di qualcosa di peggio delle veline... ma a chi definisce un giudice che lotta contro la 'ndrangheta, l'organizzazione criminale più potente del mondo, uno ''beccato con le mani nella marmellata'', c'è davvero poco altro da precisare, è un dialogo morto in partenza.

[ana]

Possiamo discuterne quanto vuoi.... Peccato che la proposta parte da un tizio sotto inchiesta proprio a causa delle intercettazioni telefoniche
Ma lui mica lo ha fatto apposta a proporre una modifica per una legge che lo riguarda, figurati

Lui lo ha fatto per tutelare i cittadini onesti che si sentono spiati.

[Mantide]

Macrì segnala tre cose:

"E' impossibile pensare di dare un vantaggio enorme alla criminalità organizzata, anche perchè senza le intercettazioni molti reati non potrebbero essere perseguiti. Rischiamo di far inondare l'Italia dalla droga, perchè senza le intercettazioni non sarà più possibile stroncare i traffici illeciti, specialmente quelli internazionali".

"Non possiamo pensare - spiega Macrì - di aspettare due o tre giorni per avere un'autorizzazione che noi chiediamo ad orem al gip. Ad esempio, se abbiamo il sospetto di un omicidio che potrebbe essere commesso nell'arco di 24 ore, se dobbiamo aspettare il sì del collegio giudicante non faremo mai in tempo ad effettuare le indagini necessarie anche per quanto riguarda la repressione dello stesso reato".

"E' inconcepibile - conclude Macrì - che se io intercetto una persona per un reato di droga e costui commette un omicidio io non posso usare quella intercettazione per mandare il soggetto in galera".


i punti sono questi, indipendentemente da chi li sottolinea; nel caso di Macrì si tratta di un magistrato antimafia che fa il suo lavoro in Calabria, e forse ha da preoccuparsi di qualcosa di peggio delle veline... ma a chi definisce un giudice che lotta contro la 'ndrangheta, l'organizzazione criminale più potente del mondo, uno ''beccato con le mani nella marmellata'', c'è davvero poco altro da precisare, è un dialogo morto in partenza.

E lo riconfermo...i Magistrati non possono adesso piangere miseria e fare la faccia triste dei poveri bistrattati...erano i Magistrati come Macrì che avevano il dovere di fermare questo malcostume dei PM e non lo hanno mai fatto.Adesso mettere in mezzo la solita scusa dell'antimafia è davvero una cosa che fa ridere perchè,ad esempio,nella Campania della Camorra e della Monnezza si spendevano milioni per intercettare la moglie di Mastella ed i Senatori che chiacchieravano di Veline con Berlusconi (tutte bufale,ovviamente) come se si trattasse di priorità essenziali per la nazione.
Sono loro che hanno chiuso qualsiasi tentativo di dialogo.

[Mantide]

La vita degli altri.

Scritto da Fabio Raja (alias lupodellasteppa)

Per esser chiari, un paese dove un cittadino non può parlare al telefono come vuole perché c’è la possibilità tutt’altro che peregrina d’essere spiato, non è un paese libero. Uno stato dove i procuratori dispongono intercettazioni su oltre 100.000 utenze telefoniche, dove il numero delle intercettazioni esplode quando al governo c’è una parte politica, il centrodestra ovviamente, e si riduce ai minimi quando governa la parte avversa e dove ci sono procure che a parità di procedimenti penali ne ordinano dieci volte tanto, sarebbe stato in altre stagioni definito uno stato di polizia. Qualche sera fa, nel corso di Ballarò, ad una Signora che contestava civilmente e sommessamente al dott. Di Pietro d’aver usato la carcerazione preventiva come mezzo per ottenere una confessione da suo padre, quando poi ne fu riconosciuta la totale estraneità ai fatti, l’ineffabile Tonino ha risposto che quel mezzo era stato molto utile per risolvere numerosi casi giudiziari.

Si potrebbe suggerire all’ex PM di mani pulite di reintrodurre come mezzo d’indagine la Vergine di Norimberga, qualche tiro di corda, l'immersione in acqua, le scariche elettriche e la privazione del sonno. Potrebbero risultare ancor più efficaci.

Se questa fosse la civiltà giuridica dei nostri magistrati ci sarebbe da stare freschi.

Con un timing che potrebbe essere sospetto, è esplosa, nei giorni scorsi la vicenda della “clinica degli orrori”.

Un procedimento giudiziario, dicono dalle parti della sinistra, reso possibile solo dall’uso delle intercettazioni.

E in effetti, in contemporanea con l’emissione delle misure di custodia cautelare, i giornali sono stati inondati da stralci di conversazioni telefoniche, quale prova suprema della colpevolezza degli indagati.

Ma chi l’ha detto che in Italia la Giustizia è lenta?

Meno di ventiquattro ore dopo, i giornali avevano emesso la sentenza di primo grado, quella d’appello e nei talk show serali la sentenza era già passata in giudicato.

La presunzione d’innocenza? Un orpello antiquato e un intralcio alla giustizia sommaria alla dipietro.

Ma è poi vero che le intercettazioni sono state così utili, anzi fondamentali?

Se come emerge dai resoconti giornalistici, qualcuno hafatto interventi inutili per lucrare sui rimborsi, poco conta che sia stato detto nel corso di una conversazione telefonica. Sarà la cartella clinica, i referti radiologici e quelli istologici a dimostrare se veramente quell’intervento era inutile, perciò dannoso.

Penso d’esser facile profeta se dico che tutto si risolverà in un’infinita battaglia di perizie medico legali, perché posso anche dire al telefono d’essere un assassino, ma poi qualcuno lo deve dimostrare.

http://www.legnostorto.com/index.php...=view&id=22109

[Mantide]

Le notizie separate dai giornalisti

di Filippo Facci

Attendiamo, prima di fasciarci la testa, che il disegno di legge sulle intercettazioni giunga in Parlamento. Così com’è, circa i limiti imposti ai giornalisti, resta improponibile. Un conto è vietare che in fase preliminare fuoriescano intercettazioni e verbali e insomma cartacce che non sono vere notizie, bensì materiali a disposizione di ogni parzialità e sputtanamento; un altro conto è vietare che fuoriescano le notizie per come già fuoriuscivano prima che le intercettazioni semplicemente le inventassero, e prima, soprattutto, che Mani pulite forzasse il Codice e inondasse il Paese di verbali. Le notizie, intese come accadimenti, intese come fatti e non come tesi, non si possono non dare e non circostanziare un minimo: il che naturalmente non ha niente a che spartire con lo status penosamente difeso da colleghi cui interessa solo riorchestrare istruttorie con materiali d’accatto. Ma se tizio è stato arrestato bisogna poterlo scrivere, e anche il perché: corrisponde al pubblico interesse. La deriva escrementizia di contorno, invece, corrisponde solo all’interesse degli sputtanatori professionali e di chi voglia approfittarne pompando così un ruolo politico della stampa. I modi per separare alla fonte, per distruggere ogni stralcio che non riguardi l’indagato, per scremare a monte, per secretare come accade all’estero, ci sono e si trovano. Trovateli.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=269492&PRINT=S