Notturno
Cori di ricordi
come grilli
le notti d'estate
insonni.
L'eco di una goccia
increspa la mente:
il buio è meno solo
se ascolti.
Notturno
Cori di ricordi
come grilli
le notti d'estate
insonni.
L'eco di una goccia
increspa la mente:
il buio è meno solo
se ascolti.
Corpo sano in ambiente sano.
Chi avvelena una persona per vendetta viene condannato per veneficio.
Chi avvelena milioni di esseri umani per profitto viene onorato come capitano d'industria.
ODE ALL’AMICO LUPO
di Vanni Fucci
Un vivo ringraziamento al maestro Ugo F.
Felice te che il regno ampio de' boschi,
Lupo caro, a' tuoi verdi anni correvi!
Giacché il narrator oltre quei luoghi
presto ti trasse e d'antichi fatti
certo udisti e ardito e prode eroe fosti.
E me che i tempi ed il desio di rep
fan qui di varie genti cantar le gesta,
me ad evocarti, me chiamin le Muse
del mortale pensiero animatrici.
Fuori del Mito,quel greco cantore,
Esopo, d’avversione e timore
lungo il ruscello con l’agnello suo
primo crudele e stolto ti dipinse.
Ma mite sapore un’ immagine infonde:
ritta l’amata tua col fondator
di Roma e col fratello lo nutrisce,
non matrigna, materna li allatta,
impronta della tua stirpe lasciando
In quell’immortale Figlio di Marte.
Del timore di te e co’ suoi greggi
intorno a un Lupercale quel popolo
si strinse, protetto da Aquila bianca.
E oggi Roma quel candido latte
suo più non onora, ma spazza un tempo
vile della memoria le rovine.
Eterno invece di Verna è il colle.
Là, per te, o Lupo, un primo eletto segno
forse sulle mani del Santo Poverello
sorse. Del suo, del migliore, Francesco,
l’amico tuo d’Assisi - e “chi d’esso loco
fa parole, non dica Ascesi ché
direbbe corto, ma Oriente se proprio
dir vuole” - quel beato affetto fu
per te di sollievo grande e conforto.
Questi altri abili maestri tedeschi,
A rinnovare la perenne verità
o menzogna – “Grimm Jacob e Wilhelm,
foste voi ad allestire il generoso pasto” -
un piccolo cappuccio rosso a te
nella selva, dimora tua, posero.
A nulla valsero le parole di Jack?
“Eppur c’era vita su quella terra…”
che di sangue non ti fece puro. E
“in quel vasto silenzio che avvolge il
paesaggio”, da lui così tanto amato,
forse per rimorso, le zanne tinse
tue bianchissime e il pelo di ghiaccio.
Di nuovo feroce lupo Ezechiele
ti vollero, mascherato in orrido
graffito, “Big bad Wolf” senza speranza.
E infine chiuso, per ironia di sorte,
in una membrana di cellulosa
a giocare con chi ballò con te.
Dalla densa selva tua sino a questo
sito sei giunto, non per la caccia,
o Lupo. E l’orrido ringhio tuo
che nutre il timor di te più non s’ode.
Né più odi quell’antico richiamo
Della madre tua selvaggia foresta?
Tu solo la risposta tua conosci
e ‘l tuo re di celarla ti chiede.
Oggi son plache l’alme che temono
L’imperitura tua spietata fama.
Qui, per te dolci parole e sorrisi.
Oggi su questi thread prediletto sei
O caro generoso amico Lupo.
v.f. 06/10/10
Su frantumate stelle…
Ancora una volta mi stupì
La ricchezza di un cielo
Che d’argentata ossidiana
Vestiva il tuo nome.
(P.H. 2010)
"Così penseremo di questo mondo fluttuante: una stella all'alba; una bolla in un flusso; la luce di un lampo in una nube d'estate; una lampada tremula, un fantasma ed un sogno:"
(Sutra di diamante)
L’immagine di lei
Un madrigale di v.f.
a P.
Quivi, o madonna, all’ombra vostra
gentil, e a quello sguardo, ratti vanno
gli occhi miei, ch’altro rimirar non sanno.
Di rimando l’anima mia si prostra,
e l’una e gli altri più pace non hanno.
E pur m’attrae di voi la rossa bocca,
gaia lì si pascerebbe quella mia.
M’afferra e assale simil fantasia:
di carezzare ogni vostra ciocca,
come convien sia dolce leggiadria.
M’allieta ‘sì di voi l’intero viso
che già dell’umil mio lo sogno intriso.
10 Dicembre 2010
Ultima modifica di vanni fucci; 12-12-10 alle 10:06
E questa rossa bocca, messer mio
Troverebbe la vostra sì sovrana
E prode, ardita, dolce ed impudìca
Quale aperta, succosa melagrana.
Quale parola in più convien che dica?
E mentre bocca in bocca s’insapori
Ebbrezza avvincerebbe membra e cuori..
E tutto intorno infuocherebbe poi
Siccom’ io credo che faremmo noi…
(P.H.12 Dicembre 2010)
Ultima modifica di vanni fucci; 12-12-10 alle 10:07
"Così penseremo di questo mondo fluttuante: una stella all'alba; una bolla in un flusso; la luce di un lampo in una nube d'estate; una lampada tremula, un fantasma ed un sogno:"
(Sutra di diamante)
Il nome di lei
un sonetto di v.f.
a P.
Ma cieco e sordo e sciocco or dunque sono?
Più non m’avvedo del gentil sentiero?
E orfano d’amor va ora il mio pensiero?
Lei ‘sì diletta e io quel superbo tono?
Un lauro già credea sul capo altero
mio. Ma pure già fu quell’esser fiero
ora la causa del pentirmi al suono
d’un nome detto pria con dolce tono.
Ma io, io, che neanche so esser io…
coll’aura prima che si fa d’intorno,
è chiaro e fresco, è dolce il giorno…
essere saprò… o madonna mia…
quel che sente lei saprò esser io?
Chi sente lei, che già la cantò pria?
13 dicembre 2010,
Ultima modifica di vanni fucci; 13-12-10 alle 16:18
Sinceritate cerca dal suo vanni
Quella madonna che lo rese infermo
E malato d’amor, ma ascoso in panni
Che lo rendono l’uomo dello schermo….
Orsù messere....in sicurtade siate
Colui che monna Laura sempre attende
E dal volto togliete le celate
In verità che dignitate rende.
E quale arciere che la freccia scocca
Avrete potestà sulla sua bocca…:131:
(P.H. oggi 13 dicembre 2010)
Ultima modifica di primahyadum; 13-12-10 alle 19:45
"Così penseremo di questo mondo fluttuante: una stella all'alba; una bolla in un flusso; la luce di un lampo in una nube d'estate; una lampada tremula, un fantasma ed un sogno:"
(Sutra di diamante)