"Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me" (Immanuel Kant)
Madame.
Vi leggo sempre con piacere. Voi e Vanni.
Un sottile immenso piacere che pervade l'animo rasserenado lo spirito.
Mi consegnate un antico destino.
Mi conducete dentro il fortino.
Una dolce, lontana e silenziosa prigione
ove ambirei esser chiuso a ragione.
La sono i Grandi.
La siete Voi.:giagia:
Ultima modifica di Edmond Dantés; 13-12-10 alle 22:59
"Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me" (Immanuel Kant)
Signor Conte mi avete lusingato!
Accarezzate la mia fantasia...
Uno del vostro rango…imprigionato?
Invoco il cielo che ciò mai non sia!
Ecco la prigionia che per voi spero:
Esser cinto d’amore, quello vero..
Carcere d’oro, e di desir catene
E dolce dama che lenisca pene
Con baci ardenti e tutta abbandonata
Al voler vostro, di piacer saziata.
"Così penseremo di questo mondo fluttuante: una stella all'alba; una bolla in un flusso; la luce di un lampo in una nube d'estate; una lampada tremula, un fantasma ed un sogno:"
(Sutra di diamante)
Il dire mi commuove
la gioia della dama
è invero assai sovrana.
Il rango non è sommo
Ma il cor è come al colmo
La dama è sì capace
d’amor quello verace.
Son cinto nel castello
del sentimento bello.
Ma ciò che la mia sorte
disegna è ben più forte.
La rima del cantar
induce al sospirar.
La sazietà non giunge
e a leggere mi ingiunge.
Del gentiluomo vanni e della dama prima
m’avvolge assai la rima
che giunto alla dimora
mi affretto a divorar.
Ultima modifica di Edmond Dantés; 14-12-10 alle 13:39
"Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me" (Immanuel Kant)
Il delimitato
a G.L.
Sempre odiosa mi fu questa terrazza
e questa ringhiera che‘l veder vago
sulla vasta piazza ognor esorta.
Ma accostandomi e schivo, pertinenti
confini al limitar di quella, e noti
trambusti ed effimero movimento
io frequenti rilevo; e per esteso
l’animo mio s’infiamma. E se un furgon
odo rombar fuor del posteggio, io quello
eccessivo fracasso al mio tacer
vo comparando: e oblio l’ istante,
e la futura stagion, che la scorsa
è morta, e il suon di lui. Così tra queste
esiguità si svolge il viver mio:
e il galleggiar m’è amaro in questa pozza.
v.f. 11-07-10
Albeggiare distratto e abbronzato
a E. M.
Albeggiare distratto e abbronzato
Presso un umido canale di prato.
Trascurare fra cespi e covoni
Ronzii di mosche e di calabroni.
Su quella terra compatta e dura
Spiare un’unica nera formica
Che si dirige decisa e sicura
al formicaio, dalla piccola bica.
Ignorare fra un pero ed un melo
un ampio arco silente di cielo.
Mentre si leva il canto d’un grillo
Che s’è posato sopra un pistillo.
E sostando col sole oscurato
Sentire con indifferenza lieta
Ch' esser può un istante illuminato
D’un’improvvisa gioia inquieta.
Un’unica goccia che bagna quel prato.
v.f. 06-07-2010