Questo è l'errore di Voltaire e degli illuministi del '700; è l'errore di Giuseppe II d'Austria con la sua Patente matrimoniale.
No. L'aspetto contrattuale, nel sacramento del matrimonio, è talmente compenetrato nell'elemento sacramentale che non è possibile scindere l'uno dall'altro ed inevitabilmente una pronuncia di validità sul contratto ha delle inevitabili ripercussioni pure sul sacramento. Il matrimonio, forse più di altri sacramenti, nasce dalla felice unione dell'elemento umano (il contratto) con l'elemento divino (il sacramento, appunto). Non a caso il codice di diritto canonico parla di "patto matrimoniale" che è stato elevato da Cristo alla dignità di sacramento (can. 1055 § 1).
Un po' debole come elemento discriminante quello da te indicato: a questo punto, cosa la differenzia, ad es., da un'associazione di mutuo soccorso o mutuo aiuto?La famiglia viene in essere quando (a differenza dei bocciofili) il fine è di sostenersi vicendevolmente nella vita quotidiana, nel convivere nella stessa casa, nel mettere in comune beni o trasferirseli in caso di decesso al fine di sostenere il partner, tutto cementato da un rapporto affettivo d'amore, cioé un insieme di desiderio per l'altra persona. Che sia sessuale o meno non dovrebbe riguardare il C.C.
Quanto all'elemento affettivo, dovresti sapere - se conosci l'antichità romana - che già gli antichi giuristi romani (pagani) sapevano che non è l'amore, l'affectio, ciò che costituisce il matrimonio: non amor facit nuptias, dicevano, sed consensus. Ed infatti questo concetto è stato ripreso pari pari nel diritto canonico, tant'è che nella Chiesa si valorizza al massimo il consenso dei nubendi e la loro libertà nell'esprimere questo consenso.