uno sguardo significativo alla lingua





Giano, il suffisso guardiano


II. Formazioni italiche in -ano-, -mo-, -ano-, -mo¬ il suffisso -no- in umbro risulta ben attestato anche in forme che presentano una vocale prima del suffisso stesso: il fenomeno non è affatto eccezionale, anzi, si può facilmente rilevare una situazione analoga in tutti i casi in cui si ha a che fare con morfemi inizianti per consonante.


I Suffissi -ano-, -ino-, -dno-, -ino- operano con evidenza come morfemi autonomi rispetto a -no-, pur mantenendo la loro funzione generalmente aggettivale; dato che sono in grado di veicolare singole specializzazioni, non risultano in alcun modo intercambiabili o sovrapponibili.

1) La forma in -ano- è una delle più attestate in umbro e presenta una funzione abbastanza omogenea: in almeno quattro volte, rispetto alle cinque in cui compare, infatti, serve per formare aggettivi che precisano la "localizzazione" del referente così qualificato . È probabile che il morfema originariamente nasca e si trasferica In due derivati, il morfema forma degli etnonimi, che traggono la denominazione da quella del luogo di appartenenza: gli iuieska-nr.v (li b 6, II b 5 ), < *iuiesko- + -ano-, dat. pl ., 'luiescani', ed i < *sata- + -ano-, dat. pl., 'Satani', sono infatti gli abitanti sono rispettivamente di una circoscrizione definita iuiesko- o iuieska-, in ogni modo, a prescindere dalla localizzazione concreta di tali territori, il valore del morfema in questione è appunto quello di indicare l'appartenenza ad un dato territorio, come, del resto, avviene anche in latino (cfr. Lucànus, Circum-padànus, oltre ai nomi derivati da città come Romànus, ecc. 180).


Nel caso di peraznanie (II b 7), dat. sg., 'Perasnania', il derivato in là-, *perasn-ano- + -ià-, è un vero e proprio toponimo: designa la regione abitata dai Perasnani , come Campania è la regione abitata dai campani
è dunque chiaro che il suffisso -ano- sarà individuabile anche nell'etnico , il cui nome è ricavalo dall'indicazione del luogo in cui tale gruppo risiedeva, cioè "perazno"

Un valore affine, ,si ritrova nel nome di una delle tre porte citate nelle tavole di gubbio: porta trebulana (VI a 22, VII a 42), abl. pi., 'Trebulana', è infatti da analizzarsi come *trebo- + -elo-+ -ano-, cioè un aggettivo in -ano-, derivato dal tema *trebelo" che, a sua volta, si presenta come un derivato in -eh- dal tema trebo-, 'edificio in legno' (per cui confronta il teonimo Trebo). Se anche in questo contesto il valore dell'aggettivo in -ano- è quello di dotare il derivato di un valore "locale", si evince che Trebulana era la porta che si apriva verso una località chiamata Treb(e)la, l


nel caso di asiane (I a 21 ), < *asea- + -ano-, loc. sg., 'relativo allo spiazzo', non è del tutto coincidente con quelli precedenti, dato che non è possibile decidere formalmente se si tratti di un derivato in -no- oppure in -ano-. Solo la semantica può quindi essere d'aiuto: il termine è probabilmente l'aggettivo derivato dal sostantivo asea-, 'spiazzo' (cfr. lat. area), e dovrebbe quindi valere come 'ciò che è relativo allo spiazzo', o meglio, 'ciò che è situato nello spiazzo'. Sembra assai più plausibile supporre che anche in questo caso sia riscontrabile quell'idea di "localizzazione" veicolata generalmente da -ano- e confermata dal fatto che la base derivazionale è essa stessa un sostantivo che indica un luogo.




in latino si trovano dei derivati analoghi a tutta l'area appenninica, che si piegano secondo quest'ottica: vicanus, urbanus, rusticànus, ecc., " sono degli aggettivi che indicano genericamente l'appartenenza ad un determinato ambito geografico-sociale, anche se la base derivazionale è un nome proprio di luogo. La differenza tra queste designazioni gli etnici e toponimi sopra menzionati consiste solo nel fatto che qesti ultimi rimandano ad un referente unico (un nome proprio), mentre gli altri una volta rotacizzati ad una classe comune . Si può dunque desumere che, almeno nell'ambito italico, il suffisso -ano- venisse costantemente, o quasi, utilizzato per esprimere delle localizzazioni, geografiche, in seguito anche socio-politiche.
Infatti forme come vicanus, urbanus, ecc., sono servite forse come modello per altre che avevano un'accezione più spiccatamente politica, quali ad esempio publicànus, populànus, e altre: le prime, visto che il loro significato era sì geografico, ma allo stesso tempo era soggetto ad un'interpretazione in chiave sociale, potrebbero aver permesso la formazione di altri derivati, in cui la pertinenza principale era proprio quella sociale e politica.