Le intercettazioni telefoniche sono l'ennesimo strumento che il Sistema utilizza allo scopo di autoconservazione.
Rappresenterebbero (stando alla legislazione) un mezzo di prova fondamentale per perseguire reati particolarmente gravi: corruzione, mafia, pedo-pornografia, terrorismo...Di fatto però rappresentano un abuso nei confronti della privacy delle persone. E in modo particolare io ci vedo la gogna pubblica nei confronti di soggetti che, pur estranei alle indagini cui si riferisce il mandato del magistrato che autorizza l'intercettazione (telefonica o ambientale), si vedono finire sul telegiornale o sui quotidiani semplicemente per aver intrattenuto rapporto con chi è sottoposto ad una indagine.
Alla fine ci si vede costretti a difendersi solo per avere delle opinioni o per essere a contatto con un indagato. Io non ci vedo niente di male nel mettere sotto controllo i telefoni, gli uffici o le auto di chi lo Stato reputa pericoloso, ma non si devono pubblicare sui giornali.
Coloro che hanno più da perderci sono quelli che si fanno portatori di idee scomodo e che solo il fatto di esistere (diciamo così...) rappresenta un motivo di disvalore sociale che pubblicamente ci si vede attribuito.
Faccio un esempio: se un magistrato ordina delle intercettazioni da eseguirsi mediante l'impianto di una cimice sulla automobile di un mio amico, sospettato di traffico di armi, potrebbe darsi che, a seguito dell'indagine, non venga dimostrata la colpevolezza del mio amico, ma risultano delle intercettazione di conversazioni "sui massimi sistemi" tra me e lui. Ora, se io ,per caso dovessi, sostenessi in questa discussioni qualcosa ritenuto eversivo, revisionista, "ricostituzionista" o, semplicemente, politicamente scorretto, state certi che su qualche quotidiano di regime o su una di quelle riviste radical chic della sinistra, si aprirebbero discussioni nelle quali verrei paragonato ad Goebbles o a Pavolini. Trovandomi così a dover giustificare (anche pubblicamente) le mie idee e a difendermi dall'accusa di essere responsabile del più classico dei reati di opinione.
In sostanza, come sempre, voto NO allo Stato e agli strumenti che il Potere politico e la nomenklatura di regime adotta per perseguitare politicamente e penalmente gli oppositori, i non allineati, i ribelli e gli antagonisti.