Dal sito "Democrazia e Legalità" diretto da Elio Veltri
"Non abbiamo più bisogno di legittimazioni. Sanno cosa possiamo dare. Siamo come la vecchia Dc, che non doveva spiegare da che parte stava".
Silvio Belrusconi 06 giugno 2008
A ciascuno il suo. Restaurazione 4: il compimento.
Di Roberta Anguillesi
1.E' tornata la Balena.
Il colloquio tra Berlusconi e Ratzinger è stato il suggello, il riconoscimento ufficiale del vincitore nella grande, miserrima, sfida a chi rifaceva per primo la Dc.
Nonostante gli sforzi e le strategie dei pci-pds-ds-pd ha vinto Berlusconi.
Nonostante la carta Prodi e l'asso giubilare Rutelli, nonostante le professioni di fede, le promesse di lealtà del Pd al soglio e le penose dichiarazioni misticheggianti, in fine il disinvolto Cavaliere ha vinto la sfida.
Silvio Berlusconi, avventuriero del 'moderno' scollacciato, indefesso reginetto dell'amiccamento, portatore insano di trash in salsa cummenda, intrallazzone spregiudicato, laico negli affari e nella vita fino al midollo, è questo il campione che ha compiuto il miracolo: ha rifatto la Dc con tanto di imprimatur papalino, tentazioni, logiche e concessioni consociativiste comprese.
A questo punto non resta che rassegnarsi, Berlusconi Silvio non era il nuovo, non è la modernità cui inchinarsi, non è un grande comunicatore non è il diavolo fatto uomo per venire a turbare l'italico eden, non è una malattia da combattere con un vaccino, non è un un bieco dittatore sudamericano , è il compimento -generato e non creato della stessa sostanza di cui è fatto il nostro paese- di un progetto trasversale e condiviso di restaurazione e normalizzazione del nostro paese dopo gli scossoni dei primi anni novanta.
Tutti coloro che si ostinano a rimpiangere De Gasperi,o i grandi teorici dell'anticomunismo come giustificazione di fini e di mezzi, o i liberisti da carrozzone di stato o i liberali del controllo sociale , insomma l'età dell'oro della balena bianca, i fasti dell'inossidabile potere del partito di dio, dovrebbero gioire; è tornato! magari senza il fumo rassicurante e pò ottundente degli incensi, senza il passo rarefatto da sacrestia e le grisaglie , è tornato nella sua essenza, con il suo bravo codazzo di faccendieri, mafiosi e affaristi, è tornato nella sua epifania più becera, ( o semplicemente più attuale ) ma con le stesse furbizie e gli stessi fini. In realtà non era mai sparito, ma ora finalmente si annuncia, e il mistico Ratzinger lo benedice.
Dopo quasi vent'anni l'Italia ha ritrovato se stessa. Amen
2.E all'opposizione?
Nel gioco delle parti che viene spacciato per alternanza, ritrovano il loro posto anche 'gli altri',il Pd finalmente riconquista il luogo del suo potere, finalmente può tornare a essere quella opposizione fiancheggiatrice e complice che è stato dal 1948; restano le ultime limature, restano gli ultimi elementi di disturbo e D'Alema lo sa, una volta liquidato Veltroni e il suo velleitarismo, lavorerà per riportare il Pd ad essere il recinto giusto per contenere gli afflati fisiologici al progressismo, per contenere e controllare di nuovo il concetto stesso di sinistra, per imbrigliare le dissidenze e mantenere il potere nelle regioni e nelle città e nelle teste che, dal 1948, gli sono state concesse.
D'Alema giocherà al Togliatti , e tra una svolta di Bruxelles, qualche battaglia di corrente e un paio di teste nella polvere, di sconfitta farà vittoria, la sua vittoria, sua e di quel blocco di potere economico e politico che , dal 1948, sente suo. Per meriti sul campo, suppongo.
3. E i duri e i puri?
Un sistema semplicemente complesso come il nostro, un sistema che fa della paralisi sociale e democratica il proprio propulsore, ha bisogno di valvole di sfogo, per decomprimersi e restare in piedi. Ecco, Di Pietro e la 'brigata' del dissenso servono, in questo momento, a questo. Veltroni lo aveva intuito, unica mossa 'intelligente' in una campagna elettorale inquietante per zuccherosa vacuità, e ha voluto inglobare l'unico erede del girotondismo, sapendo che in ogni caso, di vittoria o di sconfitta, sarebbe tornato utile. E' in effetti utile lo è. Utile a calamitare il dissenso e parte del malcontento, utile a 'rappresentare' tra folclore, portato e grida, l' indignazione e la rivolta morale contro il potere , eterno capopolo all'italiana con il culo al caldo e a rischio zero.
Poi ci sono le piazze e Grillo, un altro che 'rappresenta' catarticamente, aristotelico e soporifero con i suoi referendum inutili e le sue leggi popolari vane. Si ride, si piange su noi stessi, ci si empatizza e poi si torna a casa, ripuliti da ognoi responsabilità anche da quella di credere che ciò che si è fatto possa servire a qualcosa.
E infine gli intellettuali, i giornalisti e i vati del dissenso, i 'terapeuti' della denuncia e del malcontento , che con il loro spettacolo sapiente , gestiscono l'umore e ne fanno farina buona per il panem dei loro fan.
A suo tempo, mentre molti si turavano il naso, Pasolini da Corsaro chiedeva di 'Processare la democrazia cristiana" ed era una chiamata morale, una richiesta etica e storica, dove il processo era il luogo non solo fisico dove capire come si era arrivati a quel punto, il processo, etimologicamente, doveva diventare il riscatto e l'inzio del cambiamento, in senso intellettuale, storico e di consapevolezza, prima che giudiziario.
Quel processo non è mai stato iniziato, e ci ritroviamo a dover esprimere come unico ideale la pulizia del casellario penale degli eletti, e a riempire le piazze e le platee con la recita triste di faldoni e la cronaca triste di tristi frequentazioni sospette. Senza desiderare più un "processo" ma accontentandosi di qualche condanna, anche sommaria.
Dunque, è tornata la Balena, e son tornati con lei tutti i pesci pilota, gli squali e l'incosapevole placton, sono tornati i figuranti che ne garantiscono il tranquillo procedere, ognuno al suo posto, ognuno con il suo bel ruolo collaudato, ognuno sicuro che se la bestia un pregio ce l'ha è quello di riconoscere, sempre, a ciascuno il suo.