Mondello, stop a panelle e meusa
Dopo lo sfratto, ha chiuso la storica friggitoria del borgo marinaro di Palermo: dal 1956 era ritrovo di turisti e bagnanti. L'attore Pino Caruso: "Da giovane era una delle mie mete preferite"





PALERMO - "Il Comune di Palermo mi aiuti a riaprire il locale". È il disperato appello di Mario Lucania, 65 anni, che per 52 anni ha fritto panelle e croquettes e ha preparato focacce con la milza, pasta al forno, caponata e sarde a beccafico per almeno tre generazioni di palermitani e centinaia di migliaia di turisti che a Mondello trascorrevano soprattutto le giornate estive sulla spiaggia, "staccando" dalla tintarella per mangiare un "pane panelle e cazzilli".

La sua storica friggitoria "Raia" nella piazza della borgata marinara palermitana, è chiusa da un mese dopo lo sfratto voluto dai proprietari. "Ho visto un locale adatto di 30 metri quadrati qui vicino, ma è piccolo e mi serve una licenza speciale", spiega il ristoratore.

Tutti i palermitani ricordano le due donne, la moglie di Lucania, Graziella Raia, e la suocera ottantenne, che riempiono i panini senza badare alla quantità di frittele di ceci o di patate che mettevano dentro. "Il mio piccolo locale con i tavolini all'aperto - racconta Lucania . Era il ritrovo di tutti".

Nel 1956, il suocero di Lucania aveva avviato l'attività. "All'inzio pagavamo 13 mila lire al mese per l'affitto che ora era arrivato a mille euro. Ma ci hanno cacciato lasciando cinque famiglie sulla strada, la mia, quella dei miei due figli e quella di due impiegati".

Nel locale dove campeggia ancora l'insegna della friggitoria, alcuni operai lavorano: "Non sappiamo cosa apriranno", sostiene un uomo.

L'attore Pino Caruso, da anni trapiantato a Roma, mostra sincero dispiacere per la chiusura dello storico locale: "La friggitoria della piazza di Mondello? Certo che me la ricordo, è una delle mie mete palermitane da quando ero ragazzino".

"Ero adolescente - ricorda - e una sera che certi amici mi avevano escluso da una festa a Mondello perchè non ero abbastanza elegante, mi avviai verso la piazza e per consolarmi comprai un panino con le panelle. Dopo i primi morsi realizzai che quelli appena spesi erano i soldi per il bus e non ne avevo altri. Tornai a casa a piedi, in via Materassai, camminando per almeno dieci chilometri".

"Da ragazzo non avevo mai soldi - ricorda ancora - e con i pochi spiccioli andavo a Mondello a giocare a poker con i miei coetanei, tentando la fortuna. Loro potevano consentirsi una trattoria, io andavo alla friggitoria della piazza e mangiavo la solita focaccia. C'era una signora, lesta nei gesti, davanti a quel borbottare d'olio nel padellone incrostato".

"Ho sempre pensato - conclude Caruso - che la mia città conservasse più di altre le sue tradizioni. Ne sono ancora convinto e spero che le panelle, almeno le panelle, resistano".

12/06/2008
http://www.lasicilia.it/index.php?id=6234

ed io che attendevo con ansia Luglio per andare a Mondello e mangiare pane e panelle e il pane con la meusa !!!