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Discussione: W i portaborse......

  1. #1
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    Predefinito W i portaborse......

    da Corsera

    Voto all'unanimità: 52 neoassunti in Regione. Solo il governatore contro

    Veneto, sì ai portaborse a vita
    E Lega e Pd marciano insieme


    Dopo i precedenti di Calabria e Sicilia la leggina che «stabilizza» i collaboratori approda al Nord


    La locandina del film di Daniele Lucchetti MILANO — Lo fanno in Calabria? «I soliti terroni». Lo fanno in Sicilia? «I soliti terroni». Lo fanno in Campania? «I soliti terroni». Facile, liquidare il tema così. Ma se capita nel Veneto? Ed ecco che l'assunzione dei «portaborse » come dipendenti regionali scatena mal di pancia mai visti. Al punto che il governatore Giancarlo Galan, per protesta, è arrivato a uscire dal gruppo di Forza Italia: «È una leggina vergognosa». Sono anni che i governi, di destra e di sinistra, promettono di mettere la parola fine a questo andazzo. E sono anni che va a finire così. Il punto di partenza è sempre lo stesso: chi viene eletto a una carica pubblica, deputato o presidente provinciale, governatore o sindaco, deve portarsi nella stanza dei bottoni collaboratori di cui si fida. Giustissimo: ognuno ha diritto di circondarsi di uno staff proprio.
    Esattamente il motivo per cui i parlamentari vengono dotati di una somma mensile (4190 euro alla Camera, 4678 al Senato) per assumere «provvisoriamente» uno o due collaboratori, destinati a lavorare a Montecitorio o a Palazzo Madama. «Provvisoriamente », però. Fino alla scadenza del mandato. Sennò a ogni nuova legislatura ogni comunista che si ritrovasse uno staff di berlusconiani o ogni berlusconiano che si ritrovasse uno staff di comunisti dovrebbe chiedere nuove assunzioni. Di più: la macchina statale trabocca già di decine o centinaia di migliaia di dipendenti entrati senza alcuna selezione, alcun concorso, alcuna valutazione professionale. Assunti così, per anzianità di precariato. Nella scuola, nei ministeri, negli enti locali... Perfino al Quirinale, il cuore dell'Italia, non si fa un pubblico concorso (pessimo esempio che Napolitano si è impegnato a correggere) dal 1963, quando era ancora vivo Harpo Marx e Abdon Pamich si preparava alle Olimpiadi di Tokio. Il meccanismo, soprattutto in alcune aree del Paese, è sempre lo stesso.
    L'amico dell'amico, l'elettore che ti ha promesso il voto o il militante di partito vengono assunti «provvisoriamente » senza concorso: perché mai farne uno, se si tratta solo di un «contrattino » di due mesi? Poi il «contrattino » viene rinnovato una, due, tre, quattro volte. E intanto passano i mesi, le stagioni, gli anni. Finché arriva il momento fatidico: i precari vanno stabilizzati. Insomma: l'argine alla periodica assunzione degli «staffisti» sembra puro buonsenso. Pena il rischio che a ogni svolta elettorale entrino senza concorso ondate di portaborse piazzati dai vincitori sulla sola base della tessera di partito. Eppure, le violazioni a questa regola elementare ci sono già state.
    Un esempio? La Calabria. Dove nell'ottobre del 2001 il Consiglio regionale votò all'unanimità (neppure un voto contrario) per incamerare negli organici regionali, a carico delle pubbliche casse, 86 «collaboratori», divisi in due fette: una di funzionari di partito che dovevano essere forniti di uno stipendio fisso e una di fratelli, sorelle, cognati... Una porcheria tale da far insorgere perfino i vescovi calabresi, uniti nel denunciare il «terribile principio » che «l'appartenenza a certe forze » contasse nelle assunzioni «più della competenza». Quattro anni dopo, a maggioranza rovesciata (da destra a sinistra), ecco il replay. Tutto come previsto: «Non posso appoggiarmi solo allo staff messo a disposizione della Regione, mi servono persone di assoluta fiducia» dissero uno a uno tutti i consiglieri. E ottennero altre duecento assunzioni. Di nuovo figli, cognati, cugini... Il rifondarolo Egidio Masella andò più in là: nella prospettiva che un giorno o l'altro sarebbe stata «stabilizzata », assunse la moglie Maria.
    Non meno incredibili e scandalose, al di là dello Stretto, sono state le ripetute «sanatorie» della Regione Sicilia. Una per tutte, quella di tutti i portavoce di Totò Cuffaro e dei suoi assessori decisa alla vigilia delle elezioni del 2006. Un'infornata che portò l'ufficio stampa della presidenza regionale ad avere la bellezza di 23 giornalisti. Tutti da allora pagati vita natural durante con soldi pubblici senza avere mai superato una selezione che non fosse quella della fedeltà di partito. La solita politica clientelare che ammorba il Mezzogiorno, si sono ripetuti per anni, davanti a casi come questi e altri ancora, i virtuosi teorici della «diversità morale» del Nord. Non è esatto. Basti ricordare la sanatoria per i portaborse del Friuli-Venezia Giulia, sistemati sei anni fa dal centrodestra con una leggina che permetteva di assumere in Regione, senza concorso, chi aveva avuto un contrattino lavorando 120 giorni consecutivi nell'arco dell'ultimo quinquennio. Leggina indigesta almeno a una parte della sinistra, che la denunciò come un sistema per dare una busta paga con soldi pubblici ai collaboratori dei gruppi politici, dei consiglieri e degli assessori. In Veneto no: tutti d'accordo.
    Destra e sinistra. Meglio: quasi tutti. L'estensione ai 52 «portaborse» del progetto di assumere un certo numero di dipendenti indispensabili soprattutto nel mondo della sanità e di stabilizzare un po' di precari storici, era infatti assente nei piani della giunta. Tanto che, davanti all'insistenza dei partiti, l'assessore Flavio Silvestrin aveva chiesto un parere all'Ufficio legislativo della giunta. Il quale, sulla base della Finanziaria 2008 e di una serie di spiegazioni dell'ex ministro Luigi Nicolais (spiegazioni che avevano bloccato l'anno scorso lo stesso giochino alla Provincia di Napoli), aveva detto no: non si potevano assumere così i portaborse. Verdetto inutile. Perché, sulla base di un parere opposto dell'ufficio legislativo del Consiglio (sic!), i gruppi consiliari sono tornati alla carica. E davanti al rifiuto della giunta di allargare le assunzioni agli «staffisti» («facciano i concorsi, hanno già un 20% di quote riservate... », diceva Silvestrin) hanno promosso un emendamento, voluto in primo luogo da democratici e leghisti, con una sanatoria trasversale che fissa per i portaborse «un'apposita procedura selettiva riservata» che ha tutta l'aria di essere una foglia di fico. Voto in aula, unanimità: 33 voti su 33 presenti. Tutti contenti: basta con gli scontri all'arma bianca! Tutti meno Giancarlo Galan che, dicevamo, ha sbattuto la porta («vergogna!») uscendo dal gruppo forzista e chiedendo l'appoggio di Renato Brunetta. I maligni dicono che, dietro, ci siano anche rancori di altro genere. Sarà. Sui portaborse, però, ha ragione lui. A cosa serve parlare di merito, promettere un ritorno al merito, giurare su una svolta che premi il merito se poi si continua con l'andazzo di sempre?

    Gian Antonio Stella
    16 giugno 2008

  2. #2
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    Vergognoso.

  3. #3
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    Com'è andata a finire?

  4. #4
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    non per difendere sempre a spada tratta la Lega ma i soldi "romani" dei portaborse,son quelli che mantengono gli affitti o i mutui delle sezioni,le attività...ect etc

    A Roma nessun Leghista ha un portaborse.
    VALSESIA libera.. Paolo Tiramani

  5. #5
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    Predefinito Precari Regione Veneto: PNE; da sempre contrari

    16 giugno 2008

    Precari Regione Veneto: PNE; da sempre contrari

    (Arv) Venezia 16 giu. 2008 - Il capogruppo di Progetto Nordest in Consiglio regionale Mariangelo Foggiato interviene sulla polemica nata in seguito al voto dell'assemblea veneta che nell'ultima seduta ha inserito tra i precari regionali da regolarizzare anche quelli alle dipendenze dei gruppi consiliari e delle segreterie di Giunta. "E' vero - spiega - che, in questa votazione, c'è stata l'unanimità dei presenti. Ma ribadisco: dei presenti. Perché, nella seduta 'incriminata', né io né l'altro esponente del mio gruppo eravamo presenti, a causa di problemi personali. Tanto per essere espliciti: io ero alle prese con una vicenda giudiziaria che richiedeva la mia presenza. Ma i documenti parlano chiaro. In commissione, quando si è affrontato il tema, c'è stato un solo voto contrario: il mio. Infatti quell'emendamento porta la firma degli altri capigruppo, ma non la mia. Questa posizione è condivisa anche dal mio collega Diego Cancian, come testimoniano i suoi interventi". "Ecco perché - afferma ancora Foggiato - ora posso dire, senza il timore di essere smentito, che Progetto Nordest era ed è contrario a questa specie di sanatoria per il personale chiamato a lavorare in Regione Veneto attraverso i canali politici". "Al di là della sostanza - aggiunge l'esponente del PNE - vi è anche un problema di forma e di immagine. La politica vive oggi un momento particolarmente difficile, tanto che chiunque occupi un posto nella pubblica amministrazione rischia di essere identificato come un esponente della casta. Soltanto i sindaci sembrano aver conservato una certa credibilità agli occhi della gente. Di fronte a questa situazione, mentre a livello nazionale si sta portando avanti un'operazione di riduzione degli sprechi, la Giunta e il Consiglio regionale veneto se ne escono con questo provvedimento a dir poco discutibile. Per questo motivo ribadisco la nostra ferma contrarietà alla 'sanatoria dei portaborse' e invitiamo i colleghi a un attento esame di coscienza".

    GAG/bf

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da pablito el drit Visualizza Messaggio
    non per difendere sempre a spada tratta la Lega ma i soldi "romani" dei portaborse,son quelli che mantengono gli affitti o i mutui delle sezioni,le attività...ect etc

    A Roma nessun Leghista ha un portaborse.

    Ulteriore dimostrazione dell'omologazione a Roma dei mancati rivoluzionari...
    Sbraitavano contro i partiti romani finche' non ebbero un posto a tavola.
    Che d'altra parte Roma non nega a nessuno.......

  7. #7
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  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da pablito el drit Visualizza Messaggio
    non per difendere sempre a spada tratta la Lega ma i soldi "romani" dei portaborse,son quelli che mantengono gli affitti o i mutui delle sezioni,le attività...ect etc

    A Roma nessun Leghista ha un portaborse.
    a Roma no ma a Bruxelles c'è il figlio di Bossi come portaborse.

 

 

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