Al di là della dualità, perché ed in che modo la forma equivale alla non forma (e viceversa)?
(Anche qui ho trovato un discorso interessante)
http://www.remaya.org/pagine/italian...nti_d_oriente/
Al di là della dualità, perché ed in che modo la forma equivale alla non forma (e viceversa)?
(Anche qui ho trovato un discorso interessante)
http://www.remaya.org/pagine/italian...nti_d_oriente/
Boh? Tutto ha una forma. Almeno momentaneamente.
se ho capito bene... ci si sta riferendo più o meno alla frase (tradizionalmente considerata buddista? ma è lo stesso): la forma è vuoto, il Vuoto è Forma?
se è così, credo si intenda:
la forma (cioè tutto ciò che è momentaneo, limitato, concettuale, evanescente, insomma, tutte le caratteristiche di tutto ciò che si trova in questo universo di, appunto, forme molteplici) è vuoto (nel senso che è vacuità, non si fa in tempo ad afferrarla che già è svanita, è limitata al tempo-spazio, è apparenza).
Il Vuoto invece (da notare la maiuscola), cioè il vuoto di concetti, l'assenza di movimento mentale (che è poi ciò che crea le forme), ciò che rimane oltre la dualità, è Forma (anche qui da notare la maiuscola) cioè è la vera essenza, ciò che non muta, che rappresenta Realtà al di là dei concetti, cioè delle "forme" solo apparentemente sostanziali.
spero di aver spiegato bene, e soprattutto di aver capito l'argomento... :-P
Semplicemente, tutto è unione di purezza (vuoto) e presenza spontanea (forma).spero di aver spiegato bene, e soprattutto di aver capito l'argomento... :-P
Pare che nella contemplazione senza seme di cui scrive Patanjali non ci sei, ti perdi nel Tutto. Essa è paragonata ad un sonno senza sogni, ma evidentemente è diversa da esso, perché dal sonno senza sogni non "riporti" nulla. Ma allora ,come accade che tu possa riportare qualcosa dal NON CI SONO, CHE COSA riporti (a quanto pare ognuno con i suoi mezzi, chi riporta con l'ampiezza di una tanica, chi con un ditale). Cosa si "riporta" dal vuoto alla forma? Per esempio, alla forma delle parole?
Il sonno senza sogni è caratterizzato dalla mancanza di consapevolezza. Con la percezione della vacuità non ha molto a che fare.Essa è paragonata ad un sonno senza sogni
E infatti, Auspicious, quel "non ci sei" del sonno senza sogni deve essere per forza diverso da quell'altro "non ci sei". Ma dato che l' ESPERIENZA è comunque vissuta da un io, da un essere, da un qualcuno che sperimenta, come parlare di un'esperienza in cui chi sperimenta NON C'E'? O forse ci sei come TUTTO? Come TUTTO che sperimenta se stesso?
Il fatto è che esistono molte visioni. Posso al massimo dirti come la vedo io..Ma dato che l' ESPERIENZA è comunque vissuta da un io, da un essere, da un qualcuno che sperimenta, come parlare di un'esperienza in cui chi sperimenta NON C'E'? O forse ci sei come TUTTO? Come TUTTO che sperimenta se stesso?
Ma in ogni caso le visioni, le dottrine e il dogmatismo ostacolano la realizzazione di ciò.
le Upanishad e Shankara lo vedono come un'unione tra soggetto-percezione-oggetto, quindi di fatto non è un'esperienza, con un io che percepisce/sperimenta un oggetto. e quindi dal nstro punto di vista è... il nulla. ma se inteso concettualmente, cioè qualunque idea di nulla, non avrà a che fare con quello.
non possiamo parlarne, non ci riesce neanche chi l'ha "sperimentata" (tornano appunto i termini inadeguati). credo si possa solo "rimuginare" di continuo sui pochi elementi che abbiamo (appunto frasi come "la forma è vuota, il Vuoto è Forma")